Rinnovabili e comunità energetiche: la nuova sfida degli hotel
Le forze contro l’Europa dell’austerità sono la maggioranza
Se diamo per buoni gli ultimi sondaggi, vediamo che in Italia le forze che rappresentano posizioni fortemente critiche dell’Europa a guida tedesca oggi sono in vantaggio sulle forze filoeuropee.
La coalizione di centrodestra (29%), il Movimento a 5 Stelle (16%) e Rivoluzione Civile (5%) sono aggregazioni incompatibili le quali, però, hanno il consenso della metà della popolazione italiana contraria ad un’Europa che sta alimentando povertà e disoccupazione.
Occorre perciò cambiare strada per salvare il progetto della moneta unica e per rilanciare un’Europa integrata e solidale che sia in grado di garantire benessere economico e giustizia sociale. Ma per far questo è necessario che si formi una larga alleanza di paesi che abbiano una serie di obiettivi condivisi, tra cui:
1. la modifica dello statuto della Banca Centrale Europea che permetta in modo automatico l’acquisto dei titoli pubblici dei paesi in difficoltà e che consenta di intervenire sul mercato delle valute;
2. la messa in comune dei debiti dei paesi europei per proteggere i paesi deboli dagli attacchi della speculazione finanziaria e per porre fine alla concorrenza distruttiva che avvantaggia le aree forti e penalizza le aree in difficoltà;
3. l’abolizione del Fiscal Compact e il lancio degli Eurobond per finanziare un grande piano per la crescita e l’occupazione;
4. la creazione di quattro dipartimenti centrali del Tesoro, della Difesa, degli Affari Esteri e della Giustizia, sull’esempio di quanto fu fatto nella Federazione Americana alla fine del 1700.
Se l’Europa non cambia strada, sarà molto difficile che possa sopravvivere sia alle tensioni interne – oggi la disoccupazione ha superato il 25% in Grecia e in Spagna e continua ad aumentare negli altri paesi – sia agli attacchi dei mercati finanziari, sia al paradosso di una moneta che si sta rafforzando per effetto delle politiche monetarie nettamente espansive degli Stati Uniti e del Giappone.
FONTE | Associazione Paolo Sylos Labini