INGV: ecco la mappa sismica interattiva d’Italia e le story-board sui terremoti

Grazie al grande lavoro dell’Istututo Nazionale di Vulcanologia Italiano è finalmente online la mappa interattiva aggiornata dei terremoti in italia e lo storico degli eventi.


Alcuni mesi fa avevevamo dato conto della disponibilità di nuove mappe di pericolosità sismica dell’intero continente europeo elaborate nell’ambito del progetto europeo SHARE (Seismic Hazard armonization in Europe), nell’ambito del quale fa parte per l’Italia l’istituto INGV.

Il nostro Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), nella sua attività per il nostro paese, sta elaborando delle autentiche story map, raccontando di terremoti e sismicità in Italia nelle diverse regioni, attraverso la predisposizione di nuove soluzioni informative che si basano sull’integrazione di mappe interattive, video, testi esplicativi e foto, accessibili dalla relativa gallery nel sito ufficiale sito INGV.

L’INGV, oltre ad effettuare il monitoraggio in tempo reale dei terremoti, ha anche un grande ruolo di informazione e divulgazione come centro di studio e ricerca, dove le applicazioni web danno davvero un valore aggiunto al lavoro dell’istituto. Molti gli approfondimenti sui terremoti nel nostro paese, affrontati con l’approccio delle story map, come quella relativa alla Carta della sismicità in Italia negli anni dal duemila al 2012, che presenta la distribuzione dei circa 50 mila terremoti registratisi, componendo appunto la mappa, realizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nonché la story map denominata Terremoto Io non rischio 2013, ove è possibile esplorare la mappa interattiva con 200 comuni di cui si analizza, più nel dettaglio, la storia sismica, in cui si riportano i terremoti più intensi del passato, si presentano grafici e si informano gli utenti in merito alla pericolosità sismica del territorio italiano. Molti sono oramai gli approfondimenti tematici sull’argomento realizzati in forma di story map dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, come per esempio quella denominata Terremoti nel Lazio, che presenta una serie di informazioni utili e specifiche per la regione, o quella che spiega l’evoluzione della Rete sismica nazionale in tre intervalli di temporali compresi tra il 1954 e il 1979, tra il 1980 e il 2000 e tra il 2000 e il 2013. Un’altra interessante story map disponibile è poi quella denominata “Io non rischio Maremoto 2013“. Ovviamente l’opera omnia dell’INGV è indubbiamente rappresentata dalla nuova mappa sismica italiana, uno strumento di straordinaria valenza per lo studio e la valutazione degli oltre 50 mila fenomeni sismici, con magnitudo superiore a 1.6, avvenuti tra il 2000 e il 2012.

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Un periodo temporale quello considerato, dove non sono certo mancati gli eventi sismici disastrosi, come quello avvenuto nel 2003 a San Giuliano di Puglia, o come quello del 2009 in Abruzzo, per arrivare al recente terremoto in Emilia Romagna, anche se in realtà, il periodo considerato si presenta come uno dei più lunghi senza terremoti superiore a 6 gradi della scala Richter, dal momento che l’ultimo terremoto di intensità superiore a tale soglia è quello di Irpinia e Basilicata del 1980. Tra le annotazioni interessanti è importante rilevare come la maggior parte dei sismi nel nostro paese, si verifichi a bassa profondità, nonostante che in zone come il Tirreno e l’Appenino Settentrionale i sismi si verifichino a profondità molto maggiori, anche fino a 600 km.

Si tratta di una mappa sismica, quella realizzata dall’INGV, orientata a descrivere i processi geodinamici in atto nel nostro paese, con uno degli inserti più significativi della mappa sismica dal 2000 al 2012, dedicato al movimento dell’Italia in relazione alla decisamente più stabile Europa. Si tratta infatti di una mappa realizzata a partire da dati GPS, che evidenzia anche le grandi spinte che avvengono tra le placche tettoniche, e di come la deformazione della crosta vada proprio a coincidere con le zone critiche in termini di sismicità, del nostro paese. Davvero uno strumento di grande interesse, questa nuova realizzazione INGV, che riporta anche un ulteriore inserto dedicato ai più forti terremoti mai avvenuti nell’ultimo millennio e realizzata a partire da un esteso e lungo lavoro di studio delle fonti storiche disponibili.

Sauro Secci

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Oggi la giustizia russa ha accusato di teppismo/vandalismo (o meglio di hooliganismo, nemmeno fossero ultras della Dinamo Mosca)  26 membri dell’equipaggio su 30 della nave di Greenpeace  Arctic Sunrise. Lo ha confermato a Ria Novosti Mikhail Kreindlin, l’avocato russo messo a disposizione dei suoi attivisti da Greenpeace.  Ieri anche all’attivista italiano Cristian D’Alessandro è stata formalizzata l’accusa di vandalismo.

«Le accuse sono state portate contro altre 9 persone , portando a 26 il numero dei membri dell’equipaggio incolpati di questo delitto», ha spiegato Kreindlin, sottolineando che l’accusa non ha ritirato ancora le accuse di pirateria che pesano  sui militanti ambientalisti, arrestati il 18 settembre dalla Guardia costiera di frontiera russa mentre tentavano di scalare una piattaforma petrolifera di Gazprom nel Mar della Pecora.

Secondo il Comitato d’inchiesta russo il comportamento dei militanti di Greenpeace ha messo in pericolo la vita di chi lavorava sulla piattaforma Gazprom. Vladimir Tchuprov, direttore del programma Artico di Greenpeace Russia, ha risposto che «Le azioni dei militanti di Greenpeace nel Mar di Pecora non possono costituire una minaccia per la vita delle persone che lavorano sulla piattaforma petrolifera Prirazlomnaia. Questa accusa che era stata formulata all’inizio. E’ evidente che le azioni dei militanti ecologisti non possono né perturbare il funzionamento della piattaforma, né costituire una minaccia per la vita del suo personale. Essendo Greenpeace un’organizzazione non violenta, i suoi militanti sono i soli a rischiare la loro salute e la loro vita durante azioni come quella. I militanti di Greenpeace seguono una formazione specializzata prima di prendere parte a manifestazioni di questo genere. Apprendono a comportarsi senza ricorrere alla violenza, ad escludere ogni minaccia ed ad evitare i rischi per gli altri. Questo è il primo principio applicato da Greenpeace durante le sue azioni. L’esperienza dimostra che I militanti ecologisti sono I soli ad esporsi al pericolo. Le operazioni di Greenpeace non hanno mai fatto una sola vittima nel mondo. Le forze dell’ordine non possono non saperlo».

Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, sottolinea che «Le autorità russe hanno formalizzato l’accusa di vandalismo, senza ancora far decadere quella di pirateria come annunciato, ma la sostanza non cambia: la detenzione dell’equipaggio di Greenpeace e dei giornalisti e il sequestro della nave è del tutto illegittimo. Se l’accusa di pirateria si è rivelata inconsistente, quella di vandalismo oltre ad essere ugualmente assurda, mai comunque avrebbe dato il diritto di abbordare la nave di Greenpeace in acque internazionali».

Intanto l’Olanda ha deciso di portare il caso Russia-Greenpeace davanti al Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos), previsto dalla Convenzione Onu sul Diritto del Mare (Unclos) e la prima udienza è fissata ad Amburgo per il 6 novembre. La Russia, pur avendo sottoscritto l’Unclos, ha detto che non parteciperà al processo e non accetterà le decisioni del Tribunale.

Greenpeace fa notare che «Se la Russia dovesse davvero rifiutare la decisione del Tribunale, il risultato sarebbe una crisi generale del Diritto Internazionale ben oltre i limiti della questione tra Russia e Olanda. Il principio della libera navigazione in acque internazionali, che è alla base del diritto marittimo, sarebbe seriamente compromesso. Dal giorno dopo, infatti, chiunque può inventarsi accuse di pirateria come hanno fatto le autorità russe, abbordare e sequestrare chi vuole e poi rifiutare il giudizio del Tribunale internazionale».- See more at: http://www.greenreport.it/news/comunicazione/russia-contro-greenpeace-hooliganismo/#sthash.NnWIIQBP.dpuf

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