Il fotovoltaico dopo il Conto Energia può ancora sopravvivere, e con ottimi risultati

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La fine del Conto Energia non avrà forse un impatto così tragico sulla redditività e sulla convenienza degli impianti fotovoltaici, soprattutto a servizio delle abitazioni private.


Sappiamo perfettamente che la futura richiesta di installazioni fotovoltaiche, non potrà far sopravvivere tutte le aziende del settore, in quanto nel periodo di boom del fotovoltaico si è creato un esubero importante di addetti ai lavori. Stiamo solo analizzando dal punto di vista tecnico ed economico un investimento standard al fine di mettere sul piatto della bilancia aspetti positivi che spesso la fobia da “fine incentivi” fanno passare in secondo piano.

Analizzeremo 4 casi standard e molto generici, utilizzando alcuni dati in ingresso al fine di confrontare diverse opzioni e situazioni. Non si tratta di studi approfonditi, ma i risultati sono stati ricavati tramite l’utilizzo di software di simulazione professionali con risultati molto realistici. Parlavamo di possibilità di ottimi investimenti, e valutiamo quindi un investimento di un impianto a servizio di una abitazione privata, con la possibilità di detrarre il 50% e Scambio Sul Posto.

I dati in ingresso utilizzati per la nostra simulazione prevedono in impianto in centro-nord Italia (Firenze) e per non esagerare non abbiamonemmeno utilizzato un orientamento ottimale, ma comunque la simulazione prevede prodotti di ottima qualità (caratteristiche dei moudli fotovoltaici utilizzati, policristallino con NOCT 44°).  La disposizione prevista prevede una stringa con 12 moduli da 250W con azimut -30 e tilt 20 gradi. La produttività stimata è di 4.064 kWh considerando un rendimento del BOS dell’80%.

Gli altri dati in ingresso sono i consumi di una famiglia media di 4 persone (3.290 kWh), consumi considerati nelle varie fasce orarie, in modo da calcolare l’autoconsumo e il corretto valore del contributo in conto scambio per il quale è stata prevista la liquidazione delle eccedenze. Abbiamo quindi simulato il piano economico valutando due soluzioni di costo, una abbastanza in linea con quelli che potrebbero essere prezzi di mercato (3.000 €/kW) e una un po più spinta (2.500 €/kW), e due soluzioni realtive alla detrazione fiscale, ovvero il 50% e il 36% (impianto acquistati prima o dopo il 30 giugno). Vediamo i risultati.

Impianto da 3kW al costo di 9.000 euro con detrazione del 50% 

Impianto da 3kW al costo di 9.000 euro con detrazione del 36% 

Impianto da 3kW al costo di 7.500 euro con detrazione del 50%

Impianto da 3kW al costo di 7.500 euro con detrazione del 36% 

Ci sembra che i risultati (anche con impianti al costo di 3.000 €/kW) siano ottimi. E che anche con la detrazione fiscale al 36% si possano considerare gli investimenti molto conveniuenti con tassi di rendimento che vanno dal 13,00% al 16,29%. Teniamo in considerazione che stiamo parlando di rientri in 7/8 anni. Il quarto conto energia ci aveva abituati bene, ma non dimentichiamo che in secondo conto energia, si avevano rientri dei piani finanziari anche più lunghi.

Una ulteriore considerazione non ci fa rimpiagere il Conto Energia, con l’avvento della tariffa Omnicomprensiva, si applicano alla stessa le imposte, anche per i privati, mentre il contributo in conto scambio non è soggetti ad imposte. Se infatti attiviamo il conto energia all’esempio precedente (con gli stessi dati in ingresso e con tariffa mpremio per prodotto europeo) otteniamo un risultato che non è mai superiore alle valutazioni con detrazioni fiscali e scambio sul posto, ed è anzi nettamente inferiore.

Impianto da 3kW al costo di 9.000 euro in Conto Energia 

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