Geotermia, Toscana: c’è preoccupazione tra gli operatori del settore per la possibile riduzione degli incentivi

Il decreto attuativo del D.Lgs 28/2011 sulle rinnovabili è ancor in bozza, ma i contenuti allarmano il settore geotermico. Infatti sono previste riduzione degli incentivi, che secondo gli operatori mitigherebbero di conseguenza gli effetti positivi della politica di liberalizzazione e promozione del settore geotermico


, avviata da poco meno di due anni con l’emanazione del D.Lgs 22/2010. Ovviamente questa possibile emergenza è sentita in modo particolare in Toscana, dove la geotermia rappresenta di gran lunga la prima fonte di energia rinnovabile. C’è il timore quindi di un rallentamento dello sviluppo di un comparto fino ad oggi in salute, con il rischio di veder ridurre anche  i cospicui investimenti  previsti dai nuovi operatori. In questo contesto il Co.Svi.G. (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche), si è fatto carico di chiedere un incontro con le istituzioni, raccogliendo le istanze degli operatori del settore geotermico presenti nel territorio toscano. In sostanza gli operatori hanno chiesto un confronto urgente ai ministri allo Sviluppo Economico e dell’Ambiente, al presidente della Regione Toscana e all’assessore Regionale all’Energia, per poter concordare gli interventi necessari allo sviluppo di un settore strategico per il raggiungimento degli obiettivi posti dall’Unione Europea in tema di energia.

«L’energia geotermica, unica fonte rinnovabile in grado di garantire continuità produttiva e certezza di disponibilità, può contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi  che l’UE si è fissata per il 2020- hanno spiegato dal Cosvig- In molti paesi Europei (Germania, Francia, ecc.) i Governi nazionali e regionali hanno stabilito incentivi adeguati (> 200 €/MWh) per favorire lo sviluppo sostenibile di nuovi progetti geotermici. Qualora le notizie che stanno circolando sul nuovo regime agevolativo, in particolare per quanto riguarda le modalità ed i valori di incentivazione dell’energia elettrica degli impianti che entreranno in esercizio a partire dall’anno 2013, fossero confermate, le prospettive di redditività del settore geotermoelettrico verrebbero sostanzialmente azzerate, vanificando i risultati già raggiunti e determinando, di fatto, il fallimento dell’azione di liberalizzazione del mercato e di sviluppo dell’intero settore geotermico recentemente avviata anche con ingenti investimenti già effettuati dalle imprese titolari di permessi di esplorazione». I nuovi progetti geotermici, in base a quanto previsto dalla normativa di settore, dovrebbero avere minore impatto ambientale essendo realizzati con impianti a ciclo chiuso, ma ciò  richiederà l’applicazione di tecnologie innovative che incideranno notevolmente sui costi di investimento e gestione degli impianti: quindi gli operatori richiedono un adeguato livello di incentivazione per consentire la sostenibilità economica dei progetti.

Intanto per le prossime settimane gli operatori del comprato geotermico stanno organizzando un incontro di livello nazionale per affrontare le altre novità che riguardano il settore.  Il decreto che regola l’utilizzo risorsa geotermica, per la quale esisteva un regime di esclusività delle attività di coltivazione, riservato a Enel Green Power, nell’area geotermica tradizionale della Toscana, compresa tra le province di Siena, Pisa, Grosseto e Livorno, ha aperto ora la strada a nuove richieste di perforazioni anche in altre regioni. Ad oggi, infatti, sono state presentate in Italia circa 110 richieste per nuovi permessi di ricerca di risorse geotermiche, da utilizzare per la produzione di energia elettrica e calore, da parte di numerosi operatori, anche stranieri. Sulla base della superficie totale dei permessi richiesti che potranno essere autorizzati, si può ipotizzare che i fluidi geotermici reperibili possano essere sufficienti per l’installazione di alcune centinaia di MWe di nuova capacità di generazione entro il 2020. Si comprende come questo nuovo regime possa avere effetti anche sul comparto geotermico toscano che dovranno essere attentamente valutati. In ogni modo da Cosvig stimano che in Italia nel settore geotermoelettrico potrebbero essere attivati investimenti, sia interni che esteri, per oltre un miliardo di euro nell’arco del prossimo decennio, con ricadute che andrebbero prevalentemente a beneficio dell’economia nazionale, con il coinvolgimento degli operatori nel settore della ricerca, dei servizi, delle perforazioni e della realizzazione di impianti di generazione elettrica e termica.

FONTE : greenreport.it

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