Fusione fredda: l’E-cat di Andrea Rossi funziona. La conferma delle terze parti indipendenti

Fusione fredda. L’E-cat di Andrea Rossi produce energia in quantitativo superiore a quella ottenibile da reazioni chimiche note. Questo indicherebbe come il sistema sia in grado di generare reazioni nucleari, confermate anche dall’analisi della distribuzione isotopica prima e dopo la reazione. Lo scrivono le terze parti indipendenti. Ma come si spiega l’assenza di radioattivit


Pubblicato dunque il tanto atteso report, dopo le critiche rivolte ai test condotti nel 2013. “L’energia netta totale ottenuta nel corso dei 32 giorni di sperimentazione è stata di circa 1,5 MWh – scrivono gli autori – Questa quantità di energia è molto di più di quanto può essere ottenuto da qualsiasi altra fonte chimica nota nel piccolo volume del reattore”.  I ricercatori sembrano poi aver risolto la spinosa questione della distribuzione isotopica, che ora sostengono sia significativamente diversa prima e dopo il funzionamento del dispositivo. Il nichel, caricato con l’idrogeno, e il litio, componente principale dei misteriosi additivi di Rossi, risulterebbero infatti diversi, il che indicherebbe il verificarsi di indubbie reazioni nucleari.

L’isotopo è infatti un nucleo con stesso numero di protoni ed elettroni di quello “naturale”, ma diverso numero di neutroni, particelle che non modificano le proprietà chimiche dell’atomo, ma influenzano la sua massa. Essendo questi legati fortemente ai protoni nel nucleo, possono spostarsi solo in seguito a reazioni nucleari, a meno di radioattività naturale, che comunque non caratterizza nichel e litio.

Tutto risolto dunque? “É difficile da conciliare con il fatto che non è stata rilevata alcuna radioattività esternamente al reattore durante la corsa” scrivono dubbiosi i ricercatori. Questo, in effetti, è sempre stato uno dei punti di forza di Rossi, che ha sempre sottolineato l’estrema sicurezza dell’E-cat proprio perché non può emettere radiazioni pericolose. D’altronde nemmeno queste parti indipendenti potevano prendere visione del catalizzatore dell’inventore italiano, che dovrebbe nascondere, a questo punto, tutti i segreti. Come gli stessi autori hanno sottolineato, la mancanza di alcune informazioni base come la composizione chimica delle molecole che rendono realmente possibile la reazione, impedisce di spiegare perfettamente tutti i meccanismi.

“In conclusione, le prestazioni di E-cat sono eccezionali – concludono comunque i ricercatori – Abbiamo un dispositivo che fornisce energia termica compatibile con una trasformazione nucleare, ma opera a bassa energia e non rilascia alcun rifiuto radioattivo, né emissione pericolosa”.

È questo, dunque, il miracolo italiano?

FONTE | Next Me

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