Dragaggi e sversamenti – Il commento del Prof. Gabbani all’articolo de “La Nazione”

L’articolo comparso oggi 11 maggio sulla pagina 18 della cronaca de “La Nazione” riguardante le presunte criticità ambientali emerse da un controllo di routine dell’ARPA e che evidenziano problemi sugli inevitabili sversamenti, nel bacino di La Spezia, dei reflui di colamento che “manifesta il solito sistema di dragaggio convenzionale a benne”, squarcia finalmente un po’ la nebulosità che fino ad oggi ha accompagnato questo sistema di “bonifica virtuosa ambientale”.


Senza menzionare il costo dell’intervento che ammonta a 20 milioni di euro, sarebbe comunque da stigmatizzare l’accaduto anche se fosse gratis ! Ogni intervento sull’ambiente che non rispetta i rigorosi (visto che ci sono) dettami del Ministero dell’Ambiente sugli interventi stessi dovrebbe, e in questo caso sembra che sia, essere bloccato immediatamente e la tecnologia utilizzata messa seduta stante fuori legge e fuori mercato.

Perché dico questo, perché esiste, anche se si fa finta che non lo sia, una nuova tecnologia matura, brevettata internazionalmente, sperimentata ed anche, non trascurabile, di patrimonio di una grande realtà societaria italiana i cui costi di intervento sono comparabili se non più virtuosi e che può aggirare e risolvere il problema in questione.

Detta tecnologia di proprietà della Società …….. può sfangare senza rimovimentare i sedimenti marini separando granulometricamente l’inquinante dal resto. Il risultato oltre a mantenere l’Ambiente intonso può produrre sedimenti anidri riutilizzabili per ripascere le spiagge, essere utilizzati come inerti ecc. Non verrà addotto a discarica che una minima parte del lavorato < 30% con benefici evidenti per l’Ambiente soprattutto e per i cittadini in generale. Speriamo che i danni provocati alla miticoltura siano minimi e non ci siano strascichi con risarcimenti, sacrosanti, di danni ai coltivatori.

Prof. Giuliano Gabbani

DST Università di Firenze

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