Dirigibili solari cargo per portare aiuti nelle zone più remote

La Solar Ship per raggiungere le popolazioni in difficoltà e fornire loro vaccinazioni, cibo e medicine


Volare, a zero emissioni, nelle zone più remote del pianeta per raggiungere popolazioni in difficoltà e fornire loro vaccinazioni, cibo e medicine. Il sogno dell’imprenditore canadese Jay Godsall oggi è a un passo da diventare realtà. Le sue Solar Ship, velivoli cargo alimentati a energia solare, hanno già con successo raggiunto i territori remoti del nord del Canada, e adesso sono pronte a cambiare rotta, in direzione Africa.

CROWDFUNDING – Per dare supporto finanziario al progetto, Godsall ha lanciato una campagna sul sito di crowdfunding Indiegogo: con le donazioni degli utenti si potrà e costruire un nuovo mezzo che raggiungerà le zone remote del continente africano. Ovvero quelle aree che in caso di disastri, malattie e calamità, sono impossibili da raggiungere con i mezzi tradizionali.

DIRIGIBILE SOLARE – Il funzionamento di questi velivoli è abbastanza innovativo. I pannelli solari che si trovano sul pallone alimentano un motore elettrico che garantisce l’energia necessaria per volare e per atterrare. L’enorme pallone delle Solar Ship – che rende questi cargo molto simili a dirigibili – è al suo interno riempito con elio, la cui leggerezza bilancia il peso dei pannelli solari e delle batterie. Ma il vero aspetto rivoluzionario di questi mezzi è la loro capacità di atterrare in fazzoletti di terra piccoli come un campo da calcio. Quando ci sono disastri, talvolta le strade e gli aeroporti sono danneggiati, e queste difficoltà ritardano le operazioni di soccorso. Spesso inoltre molte strade africane sono bloccate a causa delle forti piogge stagionali, proprio quando il rischio potenziale di diffusione di malattie come malaria e colera è più alto.

AIUTI NELLE REGIONI REMOTE – Costruire un velivolo a energia solare che portasse aiuti nelle regioni più remote – ha raccontato alla Bbc – è sempre stato un sogno di Godsall. «Gli aerei sono più vecchi delle radio, più vecchi delle automobili». A fare da spalla all’imprenditore canadese è Michel Reugema, un compagno di classe di Godsall, di origine burundiana. «A quell’epoca, mio fratello più piccolo, che si trovava a 80 chilometri dalla capitale Bujumbura, era in difficoltà e aveva bisogno di cure. Nessuno è riuscito a portargliele ed è morto».

COSTI – L’entusiasmo di Godsall e dei suoi sostenitori deve però scontrarsi con i costi del progetto. Una Solar Ship di 30 metri, capace di trasportare beni per 500 chilogrammi, utili per fornire aiuti a una cittadina di circa 2 mila abitanti, ha un costo di un milione di dollari. Inoltre, fanno notare gli scettici, il prezzo dell’elio, peraltro non facile da reperire nella maggior parte delle città africane, nell’ultimo anno si è più che raddoppiato

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