La colonnina di ricarica veloce per le auto elettriche fotografata durante la presentazione di “Fast recharge plus”, il sistema di ricarica veloce per i veicoli elettrici, Pomezia, 04 febbraio 2015. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Diffusione auto elettrica e piano nazionale infrastrutture di ricarica: le prime colonnine fast charger arrivano in autostrada

Il 2015 si profilo come anno di svolta per la mobilità sostenibile urbana, con uno dei pilastri fondamentali costituito dalla progressiva diffusione della mobilità elettrica, al momento ancora “di nicchia” in Italia, dove ad oggi, circolano appena 5.000 veicoli.


Un anno nel quale, il piano infrastrutturale per la realizzazione della rete nazionale di colonnine di ricarica, predisposto del Ministero delle infrastrutture oltre un anno fa (vedi post “Infrastruttura nazionale colonnine di ricarica per le auto elettriche: ecco il Piano Nazionale“) dovrà iniziare a prendere corpo, per permettere la diffusione delle colonnine per le ricariche sia sulla rete autostradale che nelle aree metropolitane, premessa fondamentale per dare una spinta propulsiva al settore.

Si tratta di un grande piano per la diffusione dell’auto elettrica, fortemente voluto dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che ne ha parlato in occasione dell’inaugurazione della prima colonnina per la ricarica veloce sia in corrente alternata AC (modo 3), sia superveloce in corrente continua DC in appena 20 minuti, il tempo di un caffè (modo 4), (vedi schema seguente), in grado di servire tre veicoli contemporaneamente, installata dall’Enel nella stazione di servizio Eni sulla Pontina, all’altezza di Pomezia e che rappresenta la realizzazione di un accordo stipulato oltre 2 anni fa dalle due aziende nazionali (vedi post “Auto elettrica: accordo Eni-Enel apre nuovi decisivi scenari“).Si tratta di una tipologia di installazione che verrà progressivamente diffusa presso le stazioni di servizio eni collocate lungo le strade extra-urbane, le superstrade e le autostrade e che consentirà agli automobilisti di utilizzare il proprio veicolo elettrico anche fuori dalle città. Si tratta di una nuova nata nella famiglia delle “colonnine Enel”, capace di ricaricare contemporaneamente tre auto, sia in corrente continua che alternata, rispettivamente a 50 kW, 22 e 43 kW. Si tratta di una colonnina compatibile con tutte le vetture elettriche presenti sul mercato. Dal punto di vista del servizio, in meno di mezz’ora è possibile ricaricare la vettura, raddoppiando di fatto il suo raggio di percorrenza, che potrà eventualmente essere triplicarlo o quadruplicarlo con altre opportune soste veloci. Secondo il Ministro Lupi, “l’Italia può vincere la sfida arrivando per prima e non per ultima, come sta accadendo con le autostrade digitali, in cui è emerso il dato vergognoso secondo cui siamo al pari con la Namibia, con tutto il rispetto per la Namibia“. Un primo o

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biettivo fondamentale, sarà quindi quello di disporre di “un numero di colonnine sufficienti” a coprire le aree metropolitane e la rete autostradale, per il quale è programmato un incontro tra Ministero dei trasporti e delle infrastrutture, Aiscat (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori) e società energetiche, finalizzato a dar corpo al progetto nel corso del 2015. Il ministero chiederà in quella occasione, alle concessionarie autostradali e al team di aziende elettriche, che presentino “un piano credibile e fattibile per il 2015, viste anche le indicazioni di ambito, come quella di Bmw, che prevede che ben l’80% del parco auto sarà elettrico nel 2030. Un obiettivo che permetterebbe di dire al mondo dei produttori automobilistici che l’Italia è pronta, un punto fondamentale affinchè il prezzo delle auto elettriche possa scendere fino ad allinearsi a quello delle auto convenzionali, come è già peraltro avvenuto in altri ambiti merceologici in evoluzione. Al riguardo importante anche il punto di vista di Francesco Starace, AD di Enel, secondo il quale, per un buon inizio, “sarebbero necessari almeno 15.000 punti di ricarica, che potrebbero essere installati nell’arco di due anni”, tutto questo con un investimento che non sarebbe straordinario, dal momento che ogni colonnina ha un costo tra i 2000 e i 4000 euro.  Un piano più ambizioso, per “coprire l’Italia in maniera più aggressiva” secondo Starace, richiederebbe invece 100-200.000 punti di ricarica. Per quanto riguarda invece il complemento alle colonnine di ricarica esterne, cioè il capitolo relativo alle ricariche domestiche, per le quali manca ancora un regime che le regolamenti, Starace evidenzia un appuntamento per questo specifico aspetto con l’AEEGSI. Movimenti di una certa rilevanza quindi, per un anno che potrebbe essere di svolta per la mobilità elettrica in Italia.

Sauro Secci

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