Trasporto refrigerato: rivoluzione in vista con lo zampino di una pompa di calore
Uno degli ambiti dei trasporti nell’ambito del quale è fondamentale disporre di soluzioni energicamente più efficienti vi è indubbiamente quello commerciale su gomma. Ho avuto modo di parlarne soprattutto grazie ad un combustibile di nuova generazione come il GNL (Gas Naturale Liquefatto), l’evoluzione liquida del metano, ecologicamente ben più convincente e capace di consacrare il gas in un ambito sino ad oggi dominato dal ben più impattante gasolio e finalmente capace di rispettare per questa tipologia di mezzi, i severi limiti imposti dagli standard emissivi EURO VI (vedi post “Trasporto merci su gomma e Euro VI: i primi mezzi arrivano nella Grande Distribuzione Organizzata“).
Un combustibile, il GNL, che richiede un sistema di stoccaggio costituito da un serbatoio criogenico, capace di mantenerlo in fase liquida alla temperatura di -160 °C. Questa volta voglio però parlare di un’altra tecnologia per i mezzi di trasporto commerciali su strada che vede ancora il freddo come elemento centrale. Si tratta infatti dei trasporti refrigerati, un comparto fondamentale per il trasporto soprattutto per i generi alimentari, che si ottiene con sistemi di condizionamento dell’aria prodotta da compressori davvero molto energivori, con un peso che raggiunge fino al 15% del consumo di carburante del veicolo quando è in funzione. E’ proprio su questo tema che si è concentrato uno specifico progetto di ricerca europeo, dall’acronimo HP-ACS (Metal Hydride Heat Pump for Waste Heat Recovery in Vans Refrigeration Systems), sviluppato da ENEA in collaborazione con il laboratorio di ricerca industriale LABOR srl e con altre PMI (Coibent Car snc, Aerfrigor srl, AMGR Ltd Reader Air Conditioning, Admatis kft), Il progetto è finalizzato alla messa a punto di una nuova tecnologia basata invece su una innovativa pompa di calore ad assorbimento capace di utilizzare il calore disperso dal motore del veicolo per il raffreddamento. Le sperimentazioni sino a qui svolte stanno rendendo possibile passare dalla fase di ricerca a quella della dimostrazione preindustriale.
Un ambito di intervento importante, dal momento che i furgoni e i camion refrigerati possono consumare annualmente fino a 100 mila litri di carburante all’anno, si tratta di una voce davvero molto pesante per le numerose piccole e medie aziende del settore sulla quale intervenire, con la nuova tecnologia che potrebbe far risparmiare fino a 8000 litri di combustibile a furgone, riducendone emissioni e costi di gestione.
Come evidenzia la coordinatrice e responsabile scientifica del progetto di ENEA Marzia Pentimalli “Si tratta di un progetto che promette di rivoluzionare un mercato come quello del trasporto refrigerato, oggi in forte espansione in Europa”. Si calcola che siano oggi in circolazione sulle strade dei 28 Paesi dell’Unione europea, circa 650 mila veicoli refrigerati, con una previsione che il mercato globale del trasporto refrigerato raggiungerà i 5 miliardi di euro nel 2015.
Un progetto che ha permesso di fare importanti passi avanti anche sul pianto dei materiali, vincendo una serie di sfide scientifiche e tecnologiche nella fase prototipale, attraverso la caratterizzazione ‘su misura’ dei materiali per la specifica applicazione e la progettazione di una pompa di calore dalle grandi caratteristiche di leggerezza e di facilità di montaggio. Un nuovo equipaggiamento che verrà presto testato su strada.
Sauro Secci