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Tassonomia UE: No degli esperti a nucleare e gas, testo tradotto

La Piattaforma sulla finanza sostenibile della Commissione Ue ha detto no a gas enucleare nella tassonomia verde. Il giudizio del gruppo di esperti di finanza verde della Commissione europea smentisce quindi clamorosamente quanto previsto dalla bozza di Tassonomia Verde. Bozza proposta e difesa dalla stessa commissione Ue.

“Classificare il gas fossile o il nucleare come un investimento “sostenibile” sarebbe un greenwashing della tassonomia”.

Un giudizio consultivo ma particolarmente pesante. Infatti la Platform on Sustainable Finance riunisce esperti di sostenibilità leader a livello mondiale in tutti i gruppi che raccolgono le parti interessate. Ovvero gli stakeholder privati dei settori finanziario, non finanziario e aziendale, le ONG e la società civile, il mondo accademico e i think tank. Oltre a esperti qualificati ed istituzioni pubbliche e internazionali. In totale, la piattaforma può attingere alle competenze di 57 membri ed 11 osservatori.

Secondo l’European Policy Office del Wwf, il rapporto finale della Platform on Sustainable Finance sfata tre idee sbagliate che la Commissione europea aveva invece fatto proprie per giustificare l’inclusione del gas fossile e dell’energia nucleare nella Tassonomia Verde Ue. Che i criteri siano rigorosi, che siano basati sulla scienza e che il gas e l’energia nucleare aiuteranno la transizione verde.

Tra le ONG più attive nel contrastare il tentativo della Commissione Ue – spinta dalla Francia e dai Paesi dell’Europa orientale – di inserire gas e nucleare nella Tassonomia, c’è Transport & Environment (T&E). «Una stroncatura su tutta la linea. Sia della bozza di legge avanzata nei giorni scorsi dalla Commissione europea, sia, per quanto riguarda l’Italia, anche del piano ideato dal ministro Cingolani che punta su forti sussidi per nuovi impianti a gas“. In estrema sintesi. Né il nucleare né il gas fossile possono essere inseriti tra le fonti di energia etichettabili come “sostenibili” e quindi utilizzabili (e finanziabili dal Recovery Fund) per la transizione ecologica.

Infatti, la Piattaforma ha rilevato che i criteri proposti dalla Commissione Ue non sono né severi né basati sulla scienza. I criteri non soddisfano un requisito fondamentale della tassonomia: la prova, non le promesse. L’articolo 10.2 definisce le attività transitorie e l’articolo 19 definisce i requisiti per la definizione dei criteri di vaglio tecnico. E specifica che i criteri della tassonomia devono essere basati su “prove scientifiche conclusive” e sul principio di “neutralità tecnologica”. In sostanza, che nessuna attività dovrebbe ricevere un trattamento preferenziale.

Il Wwf fa notare che «La Commissione ha proposto che le centrali nucleari ottengano un’etichetta verde se dotate di strutture per lo stoccaggio finale dei loro rifiuti altamente radioattivi entro il 2050. Eppure nessun Paese è riuscito a costruire tali strutture finora, nonostante 7 decenni di sfruttamento dell’energia nucleare». E aggiunge. «La Piattaforma ha inoltre rilevato che i nuovi investimenti nel gas fossile ostacolerebbero una transizione che soddisfi gli obiettivi climatici dell’Ue per il 2030 e l’Accordo di Parigi. Mentre le nuove centrali nucleari arriverebbero troppo tardi per contribuire agli obiettivi climatici dell’Ue per il 2030 e il 2050».

Sebastien Godinot, economista senior delll’European Policy Offic Wwf, ha sottolineato che «Sono stati fatti tentativi per zittire la scienza. Ma oggi la Piattaforma le ha dato un megafono. Il gas fossile genera enormi emissioni e l’energia nucleare crea scorie altamente radioattive che ancora non sappiamo come gestire. Il rapporto della Piattaforma è un altro campanello d’allarme che né il gas fossile né l’energia nucleare devono entrare nella tassonomia verde dell’Ue. La Commissione deve ascoltare la scienza e abbandonare la sua proposta di greenwashing per il gas e il nucleare“.

L’Institutional Investor Group on Climate Change (IIGCC), una vasta coalizione che riunisce oltre 370 membri che rappresentano 50 trilioni di euro di asset, aveva pubblicato il 12 gennaio scorso una lettera aperta alle istituzioni dell’Unione europea. Vi si chiedeva l’esclusione del gas dalla tassonomia verde dell’Ue.

La decisione è giunta a sorpresa ma ha messo d’accordo tutti i componenti del board. Luca Bonaccorsi, coautore del rapporto e direttore finanza sostenibile di T&E, evidenzia che «Come gruppo di esperti abbiamo ristabilito alcuni semplici fatti. E ci siamo trovati tutti concordi. Il gas non è ecologicamente sostenibile. Può avere un ruolo nell’uscita dal carbone ma non ha cittadinanza tra le energie rinnovabili. Se i governi seguissero le indicazioni della bozza di legge predisposta dalla Commissione Europea, né gli obiettivi del Green Deal né quelli dell’Accordo di Parigi sarebbero raggiungibili».

Redazione

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