Tante alleanze per l’ambiente, nessun coordinamento globale

Dopo l’intervista di Marco Benedetti a Paolo Garbagna di ICSS Packaging sulla “Circular Plastic Alliance” (link articolo), pubblichiamo oggi la seconda puntata della disamina, dedicata alla necessità di un coordinamento delle alleanze nate in questi anni a tutela dell’ambiente.

        {tweetme} #economiacircolare #climatechange “Tante alleanze per l’ambiente, nessun coordinamento  globale” {/tweetme}   

Ad una analisi superficiale può apparire uno spreco di energie di tanti soggetti che non fanno o sanno fare squadra: per es. in questi giorni l’obiettivo principale di molte alleanza sul web è su come agire per liberarci dallo spreco della plastica o pulire i mari da questa. Ci sono alleanze nate  in tempi recenti  in tutto il Pianeta e per tutte le necessità; internet  ne è piena. Si tratta di un complesso movimento di opinioni che parte fortunatamente anche dal basso; che pensa e agisce per ideali o per necessità o per opportunismo ma che la politica tratta ancora con estrema superficialità. Forse la EU non  sarà più tra questi ultimi grazie alla nuova “circular plastic alliance”, – ndr di qualche giorno fa l’intervista ad un Italiano presente alla firma – tuttavia ’abuso della parola “alleanza” che oggi spopola sul web  dovrebbe per lo meno richiedere una riflessione; capirne il “senso” per renderle realmente efficaci sul piano mediatico e accettate dai cittadini che poi ne dovrebbero vedere i risultati, anzi che dovrebbero usufruire dei risultati.

Nel caso specifico delle alleanza, laddove il tema principe gira intorno alla parola “plastica”, il dato di partenza comune dovrebbe essere la lotta allo spreco: dalla creazione del polimero, al prodotto, al consumo, allo smaltimento e in fin e alla sua rigenerazione (economia circolare). Sappiamo che il suo spreco – inteso come mancanza di un fine vita programmabile, quindi facilmente  oggetto di dispersione in ambiente – aumenta proporzionalmente allo sviluppo  delle economia emergenti che lubrificano la popolazione con prodotti a basso costo, tanti e tali da riempire la casa e l’esistenza de la “sensazione” di quel nuovo, acquisito benessere; ma nei Paesi cosiddetti  culturalmente “maturi”, la situazione non è affatto migliore: l’abuso resta il cancro peggiore. Nel cibo sregolato si vede con il numero degli obesi, nel ciclo della plastica con i sacchetti delle patatine che fluttuano sulla battigia.

E chi ne propone un uso massiccio sono le stesse multinazionali presenti in tutto il globo che oggi si sono alleate – leggi oltre – e brandiscono la clava del capo-popolo contro l’untore che inquina i mari.

La premessa di tutte queste “alleanze” parte comunque da un dato di fatto: nel Mondo oggi si recupera solo il 14% delle plastiche e con il recupero fisico anche il recupero economico  – dicono gli esperti – ma se leggi il dato dall’altra parte in realtà se ne sprecano l’86% dei 330 milioni di tons annuali prodotte nel Pianeta, con un aumento di produzione da qui al 2050 – stimano sempre gli esperti – che è superiore allo stesso 14% recuperato oggi.

Quindi l’emergenza sarebbe prima razionalizzare i consumi proponendo modelli meno superficiali e ben regolamentati – cosa che non credo piaccia affatto alle multinazionali globali del cibo confezionato (Nestè, Unilever, Philip Morris, Coca Cola, Pepsi tanto per citarne alcuni riunite in alleanze molto mediatiche al momento);  al contempo si richiederebbe di agire per rendere più efficienti proprio gli imballaggi – oggetto dello scandalo delle plastiche negli oceani – per migliorare da una parte la conservazione del cibo e  dall’altra agevolare il recupero della materia prima per la rigenerazione. E a questi global player su menzionati andrebbero aggiunti anche  i nuovi spreconi di imballaggi flessibili: i campioni delle vendite  on line e dei collegati trasportatori (v. Foto1 – lo spreco di  plastica per la consegna di una sim 20 volte più piccola della busta che l’ha consegnata, che moltiplicato per milioni di casi così….).

Gli spreconi siamo infatti proprio noi, residenti nelle  economie avanzate, ingrassate o – sarebbe meglio dire – gonfiate dalle calorie a buon mercato e sapori artificiali (1 bambino su 4 in Italia è sovrappeso) e dal voglio-tutto-e-subito del nuovo dio: lo smart phone.

Chiusa la premessa e riprendendo il ragionamento sulle Alleanze.

Allearsi ai vari livelli della economia e società per mari puliti, montagne non più discariche e città meno dominio dei topi è  dunque necessario, essendo la sfida globale.

Ma allearsi non sembra voler dire avere sempre le stesse priorità. Essa  infatti è “ideale” quando tra soggetti che agiscono anche per identità politica ma soprattutto filosofica, etica; è  “necessità”  quando costituisce l’alternativa all’inerzia di chi è preposto alla tutela degli interessi comuni costringe il soggetto che si ritiene debole o indebolito a stringersi assieme ad altri per una lotta per la sopravvivenza; è infine “opportunismo” come nel caso del fenomeno “green washing” quando l’obiettivo è cercare consenso usando le astuzie finanziare e di immagine per comunicare una cosa e invece mantenere il privilegio. Il green washing offre dei risultati apparenti ma poco credibili per chi si allea per i primi due scopi: etica e bisogno; con la conseguenza dello caduta in frustrazione, esplosione di rabbia, a volte purtroppo violenza, il più delle volte in stanchezza e disillusione fatale dei cittadini non tutelati dalle leggi.

Cosa è una alleanza? Agire per un interesse prevalente o per un obiettivo comune, dipende dalla priorità. Il complesso  intreccio tra industrie per combattere lo spreco di plastica, tra associazioni, tra città e amministratori locali, tra cittadini e associazioni , tra ngo e amministrazioni locali, tra tecnici e ricercatori è:  LO STRANO MONDO DELLE ALLEANZE PER TUTELARE L’AMBIENTE CHE NON SI ALLEANO TRA LORO .

Non compete a noi una analisi sociologica del fenomeno. Per chi osserva vale la regola della buona intenzione nella costituzione delle alleanze. Chiarire i dubbi che emergono da una analisi dei dati forniti dal web, dovrebbero essere gli organismi di controllo o la trasparenza dei siti con la pubblicazione in chiaro dei risultati. Questi ultimi però latitano. E il mare continua a riempirsi al ritmo di 12 milioni di T anno  – confermano gli esperti tra cui le agenzie UN.

Forse sono troppo giovani queste alleanze per fornire dei risultati misurabili e in chiaro ad oggi. Studiando alcune delle più famose del web, soprattutto quando si tratta di alleanze  tra aziende e associazioni di categoria risultano comuni a tutti: molte analisi dello stato dei fatti; molti bei video con immagini forti (animali o panorami ); efficaci spiegazioni grafiche; dichiarazioni e carte di impegni pluriennali; poi quando si tratta di enti governativi e amministrazioni pubbliche troviamo in chiaro la lista della spesa, dei soldi necessari per arrivare a fare, dei progetti che potrebbero di fatto fare solo loro essendo in rappresentanza dei cittadini, almeno fino alle prossime elezioni – ma questa è una cattiveria. Infine quando si tratta di ngo (associazioni, fondazioni, enti) in evidenza sono  finalmente messi i risultati di azioni o dimostrazioni di azioni che invogliano alla speranza ma che però spesso finiscono in grandi raccolte di cumuli di spazzatura spiaggiata quando dovrebbe essere fermata.là dove parte: le città. E qui si dovrebbe parlare di formazione dei singoli e della comunità. Fortunatamente c’è chi si allea anche per questo e dovrebbe esserne l’esempio ma che noi metteremo in fondo, perché le notizie positive  in genere non fanno presa come quelle negative, ma forse non in questo settore.

Nel pannello di immagini di copertina e sopra riportato abbiamo:

  1. Lo spreco di plastica della busta del corriere per mandarmi una schedina telefonica
  2. l’inciviltà in un albero tagliato a Roma
  3. la piana di Colfiorito
  4. la veduta del gruppo colonico del Cristallo dal lago di Landro
  5. in b/n una bottega piena di cianfrusaglie di plastica in una via di Taichung a Taiwan
  6. ragazzo di Fridays for Future a Prato

Ecco di seguito una carrellata di alleanze dal web.

Si parte da quella con più soldi – e quindi potere – tra alleati.

  1. PRIVATE grandi aziende
    https://endplasticwaste.org – impegno preso  in chiaro sul sito: investire 1,5 miliardi usd nei prox 5 anni (300 milioni all’anno). Tra gli attori della “generosa” alleanza predominano giganti globali della chimica, del petrolio, dei beni di consumo. 1 solo italiano Eni con Versalis, non propriamente un bruscoletto. 
    La grande somma che a scriverla occorrono 10 numeri  è però poca cosa se sommati i bilanci del gruppetto.  Analizzando i bilanci annuali di solo 4 delle 40 aziende alleate (Basf chimica – Exxon petrolio – P&G beni consumo igiene personale – Unilever beni consumo alimentari e igiene) si totalizza un volume di affari anno di 458 miliardi di USD con 27,3 miliardi di USD di utili . Ovvero poco più dell’1% degli utili  annuali registrati da solo il 10% delle società alleate, potrebbe coprire l’investimento annuale stanziato. Il loro motto si può sintetizzare in: lotta alla plastica per oceani ripuliti dagli imballaggi – ma tralasciano di  dire che….. loro stessi hanno pesantemente concorso a generare. Il finanziamento rappresenta lo 0,32% del loro bilancio annuale: come dire che un operaio da 30.000 € di stipendio anno, contributi inclusi, versasse alla causa dell’ambiente  0,26 €  al giorno l’anno (un quarto del costo di un espresso) , cosa che peraltro fa già ma non spontaneamente: ci pensa lo Stato Italiano con i vari balzelli legati alle coperture di bilancio per l’ambiente.  Ci sarebbe dunque da essere fieri del nostro contributo anche se siamo alleati coatti dello Stato. Tra i 40 alleati, certamente ci sono tra i maggiori responsabili degli imballaggi monouso plastici dispersi in mare: merendine, bottiglie, bicchieri, assorbenti e pannolini, fazzoletti, bastoncini per orecchie, tamponi, patatine; nonché ci sono  i fornitori dei loro fornitori, che  poi sarebbero i petrolieri e le corporation dei componenti o degli imballaggi. Essendo società quotate nelle varie Piazze finanziare del globo, i bilanci sono pubblici; occorre stomaco per leggerli per un comune cittadino che non arriva in fondo al mese, ma tant’è. Tuttavia l’alleanza dei grandi  è una notizia da rimarcare. Se l’investimento è forse poca cosa rispetto ai danni che hanno contribuito a provocare, è  con la nostra co-responsabilità che lo abbiamo resi possibile.  E sarebbe con la nostra co-responsabilità che dobbiamo evitare altri danni,  facendo  da ora in avanti acquisti “consapevoli”. Questa alleanza è anche la grande speranza: queste aziende hanno il potere finanziario ed economico, oltre a costituire una lobby pesantissima per la politica; ma se vogliono continuare a vendere a questi ritmi e non veder ridurre i loro utili  – nb: un 1% di calo di affari infatti sono miliardi di USD persi e  il mondo finanziario non approverebbe né i manager resterebbero sui loro scranni – dovranno mantenere in salute e in pace i loro clienti, che siamo noi cittadini comuni. Una mamma incazzata perché il figlioletto zampetta a riva tra gli imballi delle merendine galleggianti può fare  molto più danno di un adolescente che scende in piazza. Quello che manca – sperando l’alleanza possa provvedere –  è invece l’indicazione di un certificatore esterno che possa convalidare il raggiungimento degli obiettivi. Perché dal proclama ai fatti può passare anche molta acqua sotto i ponti. 
    Questi gli associati: BASF, Berry Global, Braskem, Chevron Phillips Chemical Company LLC, Clariant, Covestro, Dow, DSM, EQUATE Petrochemical Company, ExxonMobil, Formosa Plastics Corporation USA, Gemini Corporation, Grupo Phoenix, Henkel, LyondellBasell, Mitsubishi Chemical Holdings, Mitsui Chemicals, Mondi, NOVA Chemicals, Novolex, OxyChem, PepsiCo, PolyOne, Procter & Gamble, Reliance Industries, SABIC, Sasol, SCG Chemicals, Sealed Air Corporation, Shell, Sinopec, SKC co., ltd., Storopack, SUEZ, Sumitomo Chemical, TOMRA, Total, Veolia, Versalis (Eni), Westlake Chemical Corporation.
  2. MISTE pubblico-privato https://ec.europa.eu/growth/industry/policy/circular-plastics-alliance_en : Questa è l’Alleanza  top in Europa tra imprese e enti di rappresentanza delle imprese; promossa e coordinata dalla Commissione Europea Nei giorni scorsi è stata pubblicata una intervista al dott. Paolo Garbagna vicepresidente della associazione europea produttori polistirene espanso, presente alla firma. Le 4 aziende italiane co-firmatarie della alleanza sono poco più del 10% dei firmati di 12 paesi membri – Assenti tutti i membri dell’Europa dell’Est, oggi costituenti  però una bella fetta delle imprese trasformatrici della EU ma anche quella con controlli  ambientali più leggeri o totalmente ambigui. Una occasione persa al momento; speriamo nel prossimo futuro capiscano che fare parte della EU non è solo ricevere contribuiti.https://www.climatealliance.org : Con sede Francoforte sul Reno ha 25 anni. Creata per stimolare le municipalità europee, all’azione:1757 municipalità associate in 26 paesi del Mondo: la più grande e storica alleanza tra aree metropolitane per trovare soluzioni di fronte ai cambiamenti climatici. Presenti alcuni amministrazioni italiane tra città di media dimensione e piccola: i più attivi le municipali del Trentino e Alto Adige. Intere Regioni Italiane sono assenti, anche quelle che si proclamano molto attive nei programmi per  l’ambiente a partire da Veneto e Lombardia.https://bluecharter.thecommonwealth.org/action-groups/marine-plastic-pollution : Commonwealth Clean Ocean Alliance Action Group on Marine Plastic Pollution. Inglesi e loro ex colonie Ci ricorda come”…. Siamo le città i grandi accusati di inquinamento…per es. I tombini delle fogne sono il ricettacolo “lava coscienze” della maggioranza dei fumatori che buttano la cicca nei tombini. Oltre un trilione di sigarette prodotte ogni producono un pari numero di filtri usati e intossicati di residui di combustione, in fibra di acetato o poliestere non biodegradabile né in mare né in terra di 1,5 gr cadauno.
  3. INDIPENDENTI (ngo)http://wwwglobalcommonsalliance.orgQuesta alleanza è tra le più significative ed elitarie. Afferma che: “l’antropizzazione è responsabile del 75% dell’inquinamento terreste e 40% di quello marino.” – NDR: Anche se qui sorgerebbe spontanea la domanda su chi allora avrebbe inquinato il restante 60%  del mare visto che uomo non ne sarebbe responsabile. –  Raccoglie istituzioni di prestigio a livello planetario compreso agenzie delle Nazioni Unite, diversi enti e istituzioni scandinave , world economic forum. Insomma una elite. Sostiene l’alleanza anche una istituzione finanziaria come GEF  -The Global Environment Facility – Fondo finanziario fondato nel 1992 in occasione del Summit di Rio. Il fondo viene rifinanziato da donatori ogni 4 anni, in base ai risultati ottenuti. Alla  Our Ocean conference in Oslo, i vertici di GEF hanno annunciato investimenti per 6.8 milioni di dollari di contributi. Tra i vari membri: BSR™ (Business for Social Responsibility™) CDP Ceres Circle of Blue, Conservation International EAT Future Earth, Globaïa Global Environment Facility, WWF, International Institute for Applied Systems Analysis International Union for the Conservation of Nature (IUCN) Natural Capital Coalitionprivate globali: Tra questi https://www.oacm.group “ocean alliance conservation members” con sede in Croazia; bellissimo sito ma senza una indicazione chiara di chi sono i membri. Lo scopo lanciare un programma chiamato “white flag certificate safe marine areas” (CSMA).  https://allianceearth.org il cui animatore principale eè tale Jeffrey Barbe,  direttore anche della  Alliance Earth’s  Dung Beetle Project.  3.2 https://ealliance.org Earth Alliance, una organizzazione con sede negli Usa con guru  Leonardo di Caprio , da anni impegnato in programmi filantropici sull’ambiente  e uomini d’affarti e filantropi come businesswoman Laurene Powell Jobs vedova di Steve Jobs fornitore di Apple, Brian Sheth fondatore del fondo di investimenti Vista Equity Partners, uno nella lista dei potenti di Forbes;  private regionali: https://www.plasticpollutioncoalition.org/the-coalition. Con sede a Berkeley, CA  USA. Secondo il sito raccoglie  contribuiti da organizzazioni governative a singoli individui in tutti i continenti e formula metodi per ridurre o eliminare plastiche a vari livelli della struttura sociale – https://allianceforsustainability.com Operativa da quasi 40 anni (1980), con sede in Minnesota – negli USA – originariamente dedicata alla sostenibilità nel mondo agricolo  radunando agricoltori, allevatori, istituzioni pubbliche da tutto in Nord America, scienziati, ambientalisti ecc.,e presente in 40 aree metropolitane americane per promuovere attività di educazione e formazione nelle scuole per es. Promuove la resilienza delle città e delle campagne.https://www.thealliancecenter.org/about/.  Fino al 2018 Si chiamavano “Alliance for Sustainable Colorado” ma poi la visione è diventata giustamente globale quindi però  sintetizza la mission con il motto: pensiamo globale, agiamo regionale.Ci sono quindi una miriade di alleanze di tipo regionale la cui funzione è prettamente pratica e legata a territori le cui specificità sono così elevate da non poter restare alleanze tra soggetti regionali ma avere visibilità planetaria per la conservazione di cultura delle popolazioni indigene e  territori molto spesso unici.https://www.tenkile.com. Tenkile Conservation Alliance ngo pleuri premiata per la sua attività di educazione alla protezione dell’ambiente e della cultura regionale  con sede Papua New Guinea.  Alleanze per la conservazione delle culture regionali rientrano nelle strategie per la non depauperizzazione del territorio con altre 185.000 ettari di foresta pluviale da proteggere assieme alla sua biodiversità  – https://www.conservealliance.org Conservation Alliance, (CA) una ngo che raccoglie gente comune, ricercatori e autorità per costruire una Africa capace di conservare la propria biodiversità. In particolare opera nelle zone di produzione del cacao nell’Africa dell’ovest ovvero in Paesi come Sierra Leone, Liberia, Cote d’Ivoire, Ghana, Nigeria and CamerounEd infine ci sono delle alleanze che mettono ancora più speranza nel cuore come le alleanze per fini prettamente educativi e che operano nelle scuole come  https://acespace.org Alliance for Climate Education, il cui scopo – si legge – è educare giovani alla scienza dei cambiamenti climatici e spingerli alla azione.  Attiva negli USA dal 2008  questo particolare tipo di alleanza a raggiunto più di  2,000,000 studenti in tutto il Pianeta –  il loro sito è molto  bello, ben organizzato e ricco di testimonianze rivolte ai giovani.Una speranza reale. Una organizzazione da imitare e  dove le donazioni non dovrebbero mai mancare perché sappiamo che deve spettare alle nuove generazioni, arrivare là dove, come adulti, abbiamo ormai  fallito la prova della maturità; affinché siano abili a riportare il Pianeta in una situazione di equilibrio sostenibile,  tale da  garantire pace e benessere ad una umanità di pari diritti e pari valori, in questo (quasi ex) meraviglioso Pianeta.https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=19366 UNILEVER bilancio 2018 poco meno di  51 miliardi con utile di 12.535 milioni € con un utile netto nel settore food del 35% e nel settore benessere persona del 20%P&G report 2018 66,8 miliardi  con utile di 13,8 miliardi e margine operativo del 14,8%Basf 62.675 miliardi di € 6,3 miliardi utile – 90.000 clientiExxon 279,332 miliardi di dollari (nel 2011 467.000 miliardi di dollari)Solo 4 aziende della alleanza nei settori petrolio, chimica, alimentare e personal care fatturano complessivamente 458 miliardi di dollari.Tutto l’investimento previsto da endplasticwaste per lo studio sulla pulizia del mare è pari annualmente 0,0655% del  loro bilancio come se una persona con lo stipendio di 1000 € al mese investisse 0,655€ al mese  per la salvaguardia del pianeta.
  4. Alleanze PRIVATE grandi aziende https://endplasticwaste.org – impegno investire 1,5 miliardi usd nei prox 5 anni (300 milioni all’anno) 
    Member companies include Member companies include: BASF, Berry Global, Braskem, Chevron Phillips Chemical Company LLC, Clariant, Covestro, Dow, DSM, EQUATE Petrochemical Company, ExxonMobil, Formosa Plastics Corporation USA, Gemini Corporation, Grupo Phoenix, Henkel, LyondellBasell, Mitsubishi Chemical Holdings, Mitsui Chemicals, Mondi, NOVA Chemicals, Novolex, OxyChem, PepsiCo, PolyOne, Procter & Gamble, Reliance Industries, SABIC, Sasol, SCG Chemicals, Sealed Air Corporation, Shell, Sinopec, SKC co., ltd., Storopack, SUEZ, Sumitomo Chemical, TOMRA, Total, Veolia, Versalis (Eni), Westlake Chemical Corporation
  5. Alleanze per governi:
    https://ec.europa.eu/growth/industry/policy/circular-plastics-alliance_en
     (link intervista a Paolo Garbagna
    https://www.climatealliance.org/home.html Climate alliance (sede Francoforte sul Meno) Creato per stimolare le municipalità all’azione. Con 1757 municipalità associate in 26 paesi del pianeta. ….For more than 25 years, Climate Alliance member municipalities have been acting in partnership with indigenous rainforest peoples for the benefit of the global climate. With over 1,700 members spread across 26 European countries, Climate Alliance is the world’s largest city network dedicated to climate action and the only one to set tangible targets. Recognising the impact our lifestyles can have on the world’s most vulnerable people and places, Climate Alliance pairs local action with global responsibility. Ogni città o ente territoriale si impegna a ridurre le emissioni di gas serra del 10% ogni 5 anni contribuendo a modificare lo stile di vita dei suoi cittadini che può avere influsso a livello globale sul clima. Ulteriori obbiettivi sono i seguenti: 
    ….To reduce CO2 emissions by 10 percent every 5 years, equivalent to the halving of per capita emissions by 2030 (from a 1990 baseline); To strive for a per capita emissions level of 2.5 tonnes CO2 equivalent through energy conservation, energy efficiency and the use of renewable energyil dimezzamento delle emissioni individuali di anidride carbonica entro il 2030 (rispetto al 1990); la preservazione della foresta pluviale mediante il divieto di utilizzo dei legnami di provenienza tropicale;
    il sostegno di progetti e iniziative promossi dai partner autoctoni. https://it.wikipedia.org/wiki/Alleanza_per_il_clima
    https://bluecharter.thecommonwealth.org/action-groups/marine-plastic-pollution Commonwealth Clean Ocean Alliance, Action Group on Marine Plastic Pollution Scrive To create change on the global stage, under the Commonwealth Blue Charter, the United Kingdom and Vanuatu are working together to lead this Action Group on tackling marine plastic pollution. Dice:…after heavy rain, many of these items are washed from our streets out to rivers and then the sea, polluting coastal waters and eventually drifting offshore. Here, they break down into ever smaller pieces, eventually becoming microplastics, which can be found everywhere in the world’s ocean. E avalla la tesi:The report, “Biodegradable Plastics and Marine Litter. Misconceptions, Concerns and Impacts on Marine Environments”, finds that complete biodegradation of plastics occurs in conditions that are rarely, if ever, met in marine environments, with some polymers requiring industrial composters and prolonged temperatures of above 50°C to disintegrate. There is also some limited evidence suggesting that labelling products as ‘biodegradable’ increases the public’s inclination to litter. Con ragione. Inoltre il rapporto dice:The study also analyzes the environmental impacts of oxo-degradable plastics, enriched with a pro oxidant, such as manganese, which precipitates their fragmentation. It found that in marine environments the fragmentation is fairly slow and can take up to 5 years, during which the plastic objects continue to litter the ocean. Oxo-degradable plastics can pose a threat to marine ecosystems even after fragmentation. The report says it should be assumed that microplastics created in the fragmentation process remain in the ocean, where they can be ingested by marine organisms and facilitate the transport of harmful microbes, pathogens and algal species. The Global Partnership on Marine Litter (GPML) launched during the United Nations Conference on Sustainable Development, Rio + 20, in June 2012, is a voluntary open-ended partnership for international agencies, governments, businesses, academia, local authorities, nongovernmental organizations and individuals.
  6. Alleanze indipendenti 
    https://allianceearth.org 
    Jeffrey Barbee is the director and founder of Alliance Earth, an independent not-for-profit environmental and scientific reporting initiative which funds science reporting for the world’s media.  He is also the director of Alliance Earth’s  Dung Beetle Project. 
    https://ealliance.org Earth Alliance, a new organization to help address the urgent threats to our planet’s life support systems – born out of the shared passion of its founding co-chairs: environmental activist and Academy Award®-winning actor Leonardo DiCaprio, businesswoman and philanthropist Laurene Powell Jobs, and investor and philanthropist Brian Sheth.
    https://www.oacm.group ocean alliance conservation members con sede in Croazia ma senza una indicazione chiara di chi sono i membri. Lo scopo lanciare un programma chiamato white flag certificate safe marine areas (CSMA) .There are very strict rules and policy in place for becoming an OACM member. This policy is based on proving the act of intervention in nature (oceans, lakes, and rivers). To become a member, a country has to submit its existing certified clean marine areas and SAFE Whiteflag beaches that are available for public use. OACM recommends the minimum size of these areas divided into different categories: SAFE Whiteflag beach group, marine areas, port and harbor areas, certified wild marine areas that include national parks, water reservoirs etc.
    https://www.green-alliance.org.uk/partners.php- base in UK con principali attori del paese-. tra i partner Shell, BP petrolio e la Boots e Nestè. Tra le ngo wwf e greenpeace
    http://wwwglobalcommonsalliance.org Afferma che: Human impacts have severely damaged 75% of the terrestrial environment and 40% of the marine environment…e che: Extreme climate events doubled since early 1990’s. BSR™ (Business for Social Responsibility™) CDP Ceres Circle of Blue Conservation International EAT Future Earth Globaïa Global Environment Facility. International Institute for Applied Systems Analysis International Union for the Conservation of Nature (IUCN) Natural Capital Coalition, Ocean Unite Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK). Stockholm Resilience Centre The Nature Conservancy UNEP-WCMC. UN Global Compact. We Mean Business Coalition World Economic Forum World Resources Institute. WBCSD World Benchmarking Alliance WWFInoltreThe GEF and The Telegraph online newspaper have come together to encourage businesses to play their part in tackling some of the world’s most pressing environmental issues and building lasting prosperity.Chi è GEF?https://www.thegef.org/about/fundingThe GEF administers several trust funds and provides secretariat services, on an interim basis, for the Adaptation Fund.The Global Environment Facility (GEF) Trust Fund was established on the eve of the 1992 Rio Earth Summit, to help tackle our planet’s most pressing environmental problems. GEF funding to support the projects is contributed by donor countries. These financial contributions are replenished every four years (see GEF Replenishment documents) by the GEF 39 donor countries.GEF funds are available to developing countries and countries with economies in transition to meet the objectives of the international environmental conventions and agreements. The World Bank serves as the GEF Trustee, administering the GEF Trust Fund (contributions by donors). The Trustee helps mobilize GEF resources; disburses funds to GEF Agencies; prepares financial reports on investments and use of resources; and monitors application of budgetary and project funds. The Trustee creates periodic reports that contain an array of fund-specific financial in formation.….At the Our Ocean conference in Oslo, the head of the Global Environment Facility announced a $6.8 million contribution from the GEF Trust Fund to help seven countries across Central America jointly assess opportunities and challenges from the blue economy along their Pacific coasts… quest’ultimo rimanda a:https://www.plasticpollutioncoalition.org/the-coalition. Con sede a Berkeley, CA  USA. Secondo il sito raccoglie da organizzazioni governative a singoli individui in tutti i continenti e formula metodi per ridurre o eliminare plastiche a vari livelli della struttura sociale. Nel suo  dizionario commenta:Styrene is broadly used in the manufacture of plastics, resins, and rubber. The Environmental Protection Agency and the International Agency for Research on Cancer have established styrene as a possible human carcinogen. Most notably, the U.S. Department of Health and Human Services, through the U.S. National Toxicology Program, listed styrene as “reasonably anticipated to be a human carcinogen” in the 13th Report on Carcinogens. E continua:Currently, all bans in the United States have appeared on a citywide or countywide level. Some of the cities and counties listed below have complete bans on Styrofoam and other polystyrene foam, which includes all places of business and public facilities.News media has finally caught on that we have a plastic pollution crisis, but most of the reporting is still following the agenda pushed by the industry that creates the problem.  

    https://allianceforsustainability.com In the early 1980s, the Alliance for Sustainability (originally the International Alliance for Sustainable Agriculture) germinated from seeds sown around the world by a diverse group of farmers, consumers, business and government leaders, environmentalists, educators and scientists, many of whom we3re members of the International Federation of Organic Agriculture Movements (IFOAM). Sede in Minnesota (USA). …..This democratic citizens’ group met weekly to study issues and take action, such as the Infant Formula Action Coalition and the Nestlé boycott, whose seven-year effort led to the greatest consumer victory in the history of the world.
  7. Altro tipo di alliance per preservare culture e residenti locali e conservare il loro territorio
    https://www.tenkile.com The Tenkile Conservation Alliance is an award winning, internationally recognised non-government organisation based in Papua New Guinea.  Awards include the Future for Nature Award, the Whitley Award and La Trobe University Distinguished Alumni Award. TCA was born from a tree kangaroo workshop held by various organisations in Lae (PNG) in 1998. A hunting moratorium for Tenkile was signed in 1999 with only 13 villages.Sopportata anche da EU e UN
    https://www.conservealliance.org Conservation Alliance, (CA) is a not-for-profit non-governmental environmental organization. CA brings together the people and skills needed to build Africa’s capacity to conserve. Conservation Alliance’s cocoa program aims to mainstream biodiversity conservation into the cocoa production landscape in the forest zones of West Africa. 5 West African Countries- Sierra Leone, Liberia, Cote d’Ivoire, Ghana, Nigeria and Cameroun.
    https://www.thealliancecenter.org/about/ Fino al 2018 Si chiamavano “Alliance for Sustainable Colorado” ma poi la visione è diventata giustamente globaleWE THINK GLOBALLY, ACT LOCALLYWe are measuring our impact against the Sustainable Development Goals established by the United Nations to take them from aspirational goals to measurable, tangible actions at our local, Denver level. We recognize that we cannot do this work alone, and therefore we activate and manage a network of collaborators located in Denver and beyond to tackle the broad spectrum of sustainability goals.
  8. Alleanze educazionali
    https://acespace.org 
    Alliance for Climate Education, or ACE, educates young people on the science of climate change and empowers them to take action. ACE is a 501(c)3 nonprofit that provides educational resources on climate science and justice, as well training for young climate leaders. Since 2008, ACE has reached more than 2,000,000 students nationwide.[1] – molto ben organizzato e ricco di testimonianze rivolte ai giovani.



    Marco Benedetti
    m.benedetticonsulting@gmail.com    

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