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Sussidi alle fonti fossili: per la BEI stop dal 2020 ma..
Importante presa di posizione della BEI (Banca Europea degli Investimenti). L’istituto finanziario europeo propone la graduale eliminazione del sostegno ai progetti energetici connessi alle fonti fossili, anche se l’Ok dovrà ancora arrivare dai 27 ministri delle finanze della UE.
La BEI (Banca europea per gli investimenti), istituzione finanziaria della UE, ha presentato infatti una proposta per eliminare gradualmente il sostegno ai nuovi progetti energetici basati su fonti fossili, con l’obiettivo di mettere al bando entro la fine del 2020 i finanziamenti attualmente destinati alla “produzione di petrolio e gas, a infrastrutture principalmente dedicate al gas naturale, alla produzione di energia o calore basato su combustibili fossili”.
Secondo un testo rivelato dalla agenzia Reuters “Questi tipi di progetti non saranno presentati per l’approvazione al Consiglio della BEI dopo la fine del 2020″. Si tratta una decisione storica, attesa da tempo dal mondo delle energie pulite a livello comunitario, sulla cui applicazione tuttavia si interpongono ancora alcuni passaggi. Infatti, dal momento che le risorse della BEI sono costituite, principalmente dal capitale sottoscritto dagli Stati membri che, attraverso i rispettivi Ministri delle Finanze, ne controllano il Consiglio dei governatori (Board of Governors). Il gruppo di controllo stabilisce così le linee guida della politica creditizia, approva i conti e il bilancio annuali, decidendo anche relativamente alla partecipazione dell’istituto alle operazioni di finanziamento al di fuori dell’Unione europea, pertanto, affinché la proposta divenga operativa, sarà necessario il consenso di tutti i 27 ministri delle finanze dei paesi membri.
Da una analisi geografica di contesto in merito a questa fondamentale scelta di svolta per la lotta ai cambiamenti climatici, risulta prevedibile come potranno essere gli Stati dell’Europa orientale, che presentano ancora una forte dipendenza dal carbone, a costituire l’opposizione più rilevante con altri paesi come l’Italia, la BEI, per esempio, sta contribuendo finanziariamente alla realizzazione del gasdotto Trans-Adriatico.
Messaggi rassicuranti in merito arrivano della stessa BEI che sottolinea in un proprio documento che “Questa transizione a lungo termine (verso fonti di energia più ecologiche) è profonda. La solidarietà è necessaria per garantire il sostegno di gruppi o regioni potenzialmente vulnerabili“, promettendo un sostegno supplementare a quegli Stati membri o regioni con davanti “un percorso di transizione più impegnativo”. Secondo stime della stessa BEI, attualmente, meno del 5 per cento dei suoi prestiti va a favore di progetti fossili. Secondo il gruppo non governativo CEE Bankwatch Network l’Istituto avrebbe speso 12 miliardi di euro nel settore tra il 2013 e il 2017.
La Redazione di Ecquologia