Strisce pedonali in 3D: perchè non adottarle anche in Italia?

Cosa succede quando la street art collabora con l’educazione civica? Visto che oggi, finalmente, abbiamo superato quella concezione superficiale che identifica la street art come vandalismo urbano; possiamo pensare a nuovi sviluppi di questa arte di strada che possano migliorare concretamente la vita di tutti i giorni.

La dignità che oggi spetta alla street art è merito dei suoi grandissimi interpreti, tra cui BanksyBasquiat,KentridgeOdeith (qualcuno pensa anche a Michelangelo e il suo “importuno”); ma anchedella possibilità di riqualificare i luoghi abbandonati (come questa chiesa in Marocco), o edifici brutti, ad esempio gli asili grigi, quelli di Scampiao quelli del “quartiere dei rifiuti” al Cairo.

Uno street artist ha anche la possibilità di sensibilizzare su un tema ambientale, come ha mostrato il grandissimo progetto a New York che ha portato alla creazione di 314 murales di uccelli a rischio estinzione.

Una potenzialità di questa forma d’arte è quella di poter giocare con l’uso della tecnica 3D. L’abbiamo visto nel caso dei madonnari che disegnano in 3D, e gli strani disegni à la Tim Burton comparsi in una piccola città della California.

Unendo allora da una parte le tecniche 3D e dall’altra il contesto urbano e la sicurezza stradale, oggi vogliamo parlare di un’intuizione che a noi sembra geniale. Delle strisce pedonali in 3D, che sembrano galleggiare a mezz’aria.

LE STRISCE PEDONALI 3D A ÍSAFJÖRÐUR, IN ISLANDA

Tra le ultime create (visto che la moda si sta diffondendo in tutto il mondo) si possono ammirare quelle comparse nella piccola città islandese di Ísafjörður, nota per essere uno dei centri principali per la pesca nazionale. La città è molto piccola, ma l’amministrazione è particolarmente attenta alla salute dei suoi circa 4mila abitanti.

La loro realizzazione non è stata semplice come potrebbe sembrare, perché le strisce sono state pensate per assumere quella precisa forma nel momento in cui il veicolo si avvicina all’incrocio pericoloso. In questo video qui sotto puoi vedere tu stesso, con alcune riprese da terra e dall’alto come sono state create:

LE STRISCE PEDONALI 3D IN INDIA

L’idea non è nuova, e ultimamente sempre più cittadine stanno sperimentando queste strisce. Sono comparse anche in India, visto che nel Paese il problema della sicurezza stradale è fortissimo, e le strade causano ogni anno tantissimi morti. Queste strisce sono opera di due ragazzeSaumya Pandya Thakkar e Shakuntala Pandya.

LE STRISCE PEDONALI 3D IN ITALIA

Tra i primi ad adottarle è stato il sindaco Mantovani a Molinella in provincia di Bologna. Queste strisce si trovano in via Marconi. Sui social tantissimi utenti hanno apprezzato l’opera, vista più che altro come street art.

A chi gli ha chiesto se tutto ciò fosse legale, ha risposto che: “Sì, le dimensioni sono quelle previste dal codice della strada”. A disegnarle è stato il sindaco in persona: “L’obiettivo è che qualcuno passi di lì apposta per vederle, che rallenti davanti alle strisce, come dovrebbe fare sempre, anche solo per guardarle”.

PERCHÉ LE STRISCE PEDONALI 3D NON VENGONO ADOTTATE OVUNQUE?

Nelle grandi città del nostro Paese (e anche in quelle piccole), dove il rischio di incidenti è altissimo, c’è bisogno di un programma di sicurezza stradale, anche pronto ad aggiornarsi.

Un terzo dei pedoni che muoiono in Italia viene travolto mentre sta attraversando delle strisce pedonali. Come ha detto Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania (che ha lo scopo di “affrontare l’emergenza nazionale rappresentata dagli incidenti stradali”): “Il confronto con l’Europa e le statistiche mondiali, ci debbono spingere ad affrontare il problema della tutela dei pedoni. È indispensabile avviare un processo che porti a un cambiamento radicale del modo di pensare, inculcando una profonda cultura del rispetto delle regole della strada”.

E allora perché non cominciare da qui? Le strisce pedonali in 3D, in fondo, visto i loro bassissimi costi (serve soltanto un po’ di vernice in più) possono essere uno di quei piccoli cambiamenti radicali di cui le nostre città hanno bisogno.

Fonte articolo originale Helloworld

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