Sostenibilità alimentare: il progetto Strength2Food

Presentiamo il nuovo progetto quinquennale Strenght2Food, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di Horizon 2020. Si tratta di un progetto che vede la partecipazione di 13 partner accademici europei e 2 partner accademici extra europei, con l’obiettivo di valutare la sostenibilità delle filiere di prodotti ottenuti da Schemi di Qualità Alimentare (SQA), fornendo agli Stati Membri raccomandazioni per migliorare le politiche sulla sostenibilità e promuovere diete sane

Una ricerca quella di Strength2Food che si è concentrata sulla sostenibilità dei sistemi alimentari di qualità e sulle buone pratiche di produzione e consumo, con particolare riferimento ai beni pubblici, agli effetti positivi generati da un’impresa, non remunerati dal mercato e fruibili da tutti i cittadini. Infatti, il ruolo dei beni pubblici nel raggiungimento della sostenibilità non è ancora direttamente visibile ai consumatori né valutato economicamente.

La Giornata mondiale della proprietà intellettuale è stata l’occasione per Strenght2Food per lanciare la prima Guida Strategica per gli Schemi di Qualità Alimentari sostenibili, nella quale rientrano le Indicazioni Geografiche (IG). Si tratta di una guida elaborata da un gruppo internazionale di ricercatori del mondo accademico, pubblico e privato coordinato dall’Università di Parma, che si propone come strumento utile per professionisti, amministratori, decisori politici e ricercatori che vogliano approfondire i legami tra sostenibilità e Schemi di Qualità Alimentare. Nel contempo la guida è utile anche per i consumatori che vogliano assumere maggiore consapevolezza sul legame tra SQA, beni pubblici e sostenibilità.

Le Indicazioni Geografiche, utili per gli agricoltori, per l’ambiente e per i cittadini, come spiega il prof. Matthew Gorton dell’Università di Newcastle, coordinatore del progetto Strength2Food, secondo il quale “Dalla collaborazione tra ricercatori e produttori di Indicazioni Geografiche in Europa e in Asia possiamo presentare esempi di casi studio che dimostrano i vantaggi economici, sociali e ambientali legati alle indicazioni geografiche per “ispirare” altri produttori su come migliorare e rendere più sostenibili i loro sistemi produttivi“.

La Guida ha analizzato i risultati di 26 filiere in 14 Paesi, studiando diversi Schemi di Qualità Alimentari come le produzioni biologiche, quelle con Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione geografica protetta (IGP). Una Guida utile per capire come gli SQA contribuiscono alla sostenibilità dei sistemi alimentari anche promuovendo le qualità degli alimenti IG e generando beni pubblici che possono essere raggruppati in tre ambiti:

a) conservazione del patrimonio culturale;
b) sviluppo socio-economico;
c) tutela delle risorse naturali.

Presentare la Guida in concomitanza con la Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale è un modo per sensibilizzare sul ruolo della proprietà intellettuale e della creatività in settori che vanno al di là della musica o dell’opera d’arte, come comunemente si pensa. Le Indicazioni Geografiche (IG), ad esempio, stabiliscono diritti di proprietà intellettuale per prodotti specifici (come prodotti agricoli, alimentari, vino e bevande spiritose – ovvero con gradazione uguale o superiore a 15% vol. – e prodotti industriali), legati a un territorio: se le aziende possono sfruttare il valore di prodotti geograficamente unici, i consumatori possono fidarsi e distinguere i prodotti di qualità. 

I risultati finali del progetto saranno presentati il 20 maggio in uno specifico evento organizzato dal Consiglio Europeo d’Informazione sull’Alimentazione (EUFIC).

La Redazione di Ecquologia

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