Report ENERGY & STRATEGY

Smart Building Report 2021 di Energy & Strategy

Smart Building Report. Come ogni anno ecco i nuovi dati di Energy & Strategy del Politecnico di Milano: efficienza energetica e tecnologie digitali per innovare il settore degli edifici.

Federico Frattini, comitato scientifico Energy & Strategy

Gli obiettivi europei di costruzioni a zero emissioni al 2050 potranno essere raggiunti solo attraverso ingenti investimenti per ridurre i consumi, utilizzare maggiormente le fonti rinnovabili e installare infrastrutture digitali per gestire correttamente i carichi termici ed elettrici. Per quanto riguarda l’Italia, gli stanziamenti previsti dal PNRR sono certamente un buon inizio, ma non bastano”.

La diffusione degli smart building sta ancora stentando in Italia, nonostante il successo del Superbonus. Gli investimenti del 2020, pari a 7,67 miliardi di euro, nelle principali tecnologie connesse all’edilizia intelligente hanno fatto registrare un calo dell’11% rispetto al 2019. Secondo gli esperti, per ritornare ai livelli pre pandemia bisognerà attendere almeno il 2024. Ricordiamo che agli edifici sono imputabili in Occidente circa il 40% dei consumi energetici complessivi. L’Unione Europea, che vuole zero emissioni di gas serra al 2050, non può quindi non implementare misure massicce per rinnovare il parco immobiliare.

Il significato preciso di smart building

Non è semplicemente un edificio con accorgimenti di risparmio energetico. Ma una costruzione in cui gli impianti sono gestiti in maniera intelligente e automatizzata. Con una piattaforma di controllo per minimizzare i consumi garantendo il comfort, la sicurezza e la salute degli occupanti. Ottimizzando, per esempio, i sistemi di condizionamento e di ventilazione o riducendo la rumorosità, oltre a garantire l’integrazione con il sistema elettrico. Per questo la sensoristica installata consente non soltanto di gestire l’utilizzo di energia, ma anche di monitorare le prestazioni di un impianto. Intervenendo in caso di malfunzionamento ancor prima dell’insorgenza di un guasto.

Un po’ di numeri

Nel 2020 in Italia gli investimenti nell’edilizia intelligente si sono fermati a 7,67 miliardi di euro. Mentre nel 2019 avevano superato gli 8 miliardi. Ciò considerando i settori residenziale e terziario (negozi, hotel, uffici, centri commerciali). Escludendo le superfici opache, il 63% della spesa ha riguardato le building devices & solutions. Ovvero tecnologie di generazione di energia, di efficienza energetica o che garantiscono il comfort, la sicurezza e la salute degli occupanti. Soluzioni che per lo più sono state frenate dalla pandemia e destinate a riprendere e a crescere, seppur più lentamente. Altre tecnologie sono la sensoristica finalizzata alla raccolta dati, le piattaforme di gestione e controllo per elaborare le informazioni e le infrastrutture di rete. 

Le tematiche della riduzione dei consumi e sostenibilità ambientale continuano a farla da padrone. E attirano 4,8 miliardi di investimenti per la produzione efficiente di energia elettrica e termica.  La spesa per il comfort abitativo si ferma a 1,3 miliardi di euro (27%). Quella per la sicurezza degli abitanti e degli asset a 1 miliardo (20%). Mentre è ancora marginale, seppur in continua crescita, il contributo delle tecnologie legate alla salute degli occupanti (0,3%).

Vi sono inoltre alcune tecnologie destinate a diffondersi notevolmente nel prossimo futuro. In particolare gli impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo, anche a fronte dell’entrata in vigore della Direttiva RED II. L’illuminazione intelligente e i punti di ricarica privati. Secondo uno scenario moderato di previsione sono destinate a raggiungere 11 volte il livello attuale al 2025. Gli investimenti in automation technologies e nelle piattaforme di gestione e controllo hanno superato nel 2020 i 2,3 miliardi di euro. Per concludere viene l’infrastruttura di rete, con 500 milioni di investimenti. L’89% dei quali (440 milioni) relativo a edifici ristrutturati, equivalente ad oltre la metà del settore residenziale.

Scenari di prospettiva

Sono stati costruiti tre possibili differenti scenari di sviluppo, in funzione se prevalgano variabili negative o positive.

  • Impatto del Covid-19
  • Livello di maturità del comparto tecnologico e la sua penetrazione nel mercato
  • Carenza di materie prime
  • Sviluppi normativi, gli incentivi fiscali e la propensione all’adozione di queste soluzioni,

Rispetto al valore degli investimenti al 2020, nello scenario intermedio, si prevede un trend di crescita per quasi tutte le tecnologie. Tranne che per il solare termico, il fotovoltaico senza accumulo e le superfici opache.

Gli aspetti di cybersecurity

Fattore per gli edifici intelligenti sempre più importante. Il numero di dispositivi smart connessi alla rete, legati a sistemi di riscaldamento e condizionamento, ascensori, rilevatori di fumo, allarmi, videosorveglianza, è in continua crescita. Ciò rende gli smart building sempre più vulnerabili agli attacchi informatici. Con conseguenze costose e pericolose. Dal blocco del funzionamento alla perdita dei dati, ai rischi per la sicurezza degli occupanti. Al riguardo, nonostante l’adozione di soluzioni di cybersecurity risulti al momento inadeguata, dal confronto con gli operatori emerge un cauto ottimismo. Anche per effetto dell’implementazione di nuove e attese normative.

Una specifica analisi nel nuovo report è dedicata alle startup

Si evidenziano i principali trend tecnologici e di innovazione in grado di condizionare, nel medio-lungo periodo, strategie e modelli di business. Un primo campione comprende 172 startup europee, statunitensi o israeliane indipendenti, fondate tra il 2016 e il 2020 e con almeno un finanziamento raccolto. Le più numerose sono quelle attive in ambito building devices & solutions. Offrono soluzioni integrate, con presente sempre di più una componente software embedded. Da notare come le startup americane attraggono finanziamenti in misura significativamente superiore rispetto a quelle europee. Testimoniando una diversa disponibilità di strumenti di finanza imprenditoriale nelle due aree geografiche. Venendo all’Italia, grazie al coinvolgimento diretto di 27 incubatori, è stato costruito un campione di 25 startup. Anche qui con una netta prevalenza (84%) nell’ambito building devices and solutions.

La Redazione di Ecquologia

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