Sistemi di accumulo su impianti fotovoltaici esistenti: divieto temporaneo del GSE in attesa
Sul tema la nota del GSE uscita in questi giorni e che vieta l’installazione di sistemi di accumulo su piccoli impianti a rinnovabili (prevalentemente fotovoltaici) che hanno già avuto accesso agli incentivi, pur nella sua provvisorietà, assume i toni di una doccia fredda, visto il grandissimo interesse che scaturirebbe da una operazione di revamping di impianti esistenti, oltre che dalla installazione di nuovi con accumulo integrato.
Il tema degli accumuli di energia sia quello più attuale per dare continuità alle rinnovabili, specialmente quelle non programmabili, come eolico e fotovoltaico nell’era post-incentivi è assolutamente una cosa assodata. Proprio in questo giorni era scesa in campo anche ANIE Energia, l’Associazione che raggruppa le aziende elettriche ed elettroniche del settore energia di Confindustria, con uno specifico t “ANIE-Energia: sistemi di accumulo grande opportunità da cogliere” e che potrebbe portare benefici al sistema elettrico per oltre mezzo miliardo l’anno.
il divieto introdotto è provvisorio, in attesa che siano definiti il quadro normativo di riferimento e le regole sulla connessione alla rete delle batterie, che secondo alcune fonti potrebbe essere pronto già entro la fine di ottobre, escludendo ovviamente che “i soliti noti”, non mettano ancora una volta il bastone tra le ruote all’iter in corso.
Nella stringata nota del GSE, diffusa la settimana scorsa, si precisa che “gli impianti che hanno già avuto accesso agli incentivi, non potranno dotarsi di sistemi di storage, pena la perdita del diritto all’incentivo”. Tutto questo fino a quando non sarà pronto il quadro normativo specifico. Sul percorso, mine vaganti non mancano, come i grandi distributori di energia e soprattutto la Autorità AEEG, che quando è stata chiamata alla completa definizione di regole tecniche sull’argomento non è certo stata un “fulmine di celerità”. Un divieto temporaneo che rischia di avere davvero anche una serie di ripercussioni gestionali di non poco conto, in mancanza di uno specifico quadro regolatorio necessario da subito, con possibili fenomeni di double-counting, vale a dire che qualcuno riceva l’incentivo due volte su parte dell’energia prodotta.
Secondo Gerardo Montanino, Direttore operativo del GSE: “è indispensabile che l’Autorità definisca al più presto le regole, specie per quel che riguarda i sistemi di misura. C’era il rischio che potesse essere immessa in rete energia prelevata dalla rete dall’accumulatore e che questa venisse scambiata per energia prodotta dall’impianto”. Lascia comunque perplessi la tempistica con cui il Gestore è intervenuto, anche se Montanino precisa che “ci sono già impianti che hanno installato questa tecnologia, sappiamo di altri che stanno per dotarsene e riviste di settore hanno pubblicato schemi di impianti del genere.
Abbiamo preferito intervenire ora piuttosto che doverlo fare magari tra 3 mesi, a impianti già realizzati”. L’effetto emotivo del comunicato è quello che però preoccupa maggiormente gli operatori del settore, proprio adesso, nonostante l’avanzato stato dei tavoli tecnici dove si stanno elaborando le nuove regole. Sono comunque proprio questi tavoli tecnici a preoccupare maggiormente, visto che proprio a quei tavoli, come quello del comitato tecnico 316 del CEI, saranno seduti anche quegli stessi grandi distributori che chi vedrebbero danneggiati i loro interessi da una diffusione degli accumuli.
A tutto ciò va aggiunto che tutto questo dovrà concretizzarsi con una nuova delibera dell’AEEG, il cui comportamento in vicende fondamentali per le rinnovabili come SEU (i sistemi efficienti di utenza che permettono di vendere energia “dietro al contatore”) e RIU (reti interne di utenza), è stato e continua ad essere quantomeno “discutibile” per non dire peggio, dal momento che in quello specifico casa, si tratta di provvedimenti in elaborazione addirittura dal lontano 2008 ed ancora non emessi (vedi post “AEEG sempre più sconcertante sugli oneri sull’autoconsumo”). Insomma una sospensione temporanea quella del GSE, che, partendo dal fatto che siamo in Italia, non può non lasciare col fiato sospeso chi ha a cuore il futuro energetico pulito e la transizione verso un modello energetico distribuito.
Sauro Secci