Sistemi di accumulo in Italia: il nuovo report ANIE

Un settore in crescita, quello dello stoccaggio energetico nazionale, anche se non ancora in linea alle esigenze delle proiezioni al 2030. Infatti i sistemi di accumulo in Italia si collocano ancora molto sotto del target che l’attuale PNIEC (a breve rivisto al rialzo) fissa per il 2023. Secondo lo stesso PNIEC infatti in meno di un anno e mezzo dovremmo raggiungere una potenza installata di 8,4 GW, a livello di storage di rete o centralizzato, mentre oggi siamo a 7,4 GW, prevalentemente concentrati nei grandi impianti a pompaggio dell’ex monopolista ENEL, che raggiungono da soli una potenza di 7,3 GW. Per il 2030 i numeri dovrebbero lievitare a 17,4 GW con l’apporto dello storage distribuito.

Questo il messaggio principale che deriva dal report di Anie Rinnovabili che fornisce un quadro puntuale del comparto aggiornato al 31 marzo 2021. A quella data risultavano attivi in Italia 43.784 sistemi di accumulo elettrochimico distribuiti per una potenza complessiva di 212 MW e una capacità massima di 333 MWh, dei quali oltre 4mila sono quelli installati unicamente nei primi 3 mesi del 2021. Il trend risulta in notevole crescita per numero, potenza e capacità di accumulo rispetto al primo trimestre del 2020. L’evoluzione di questo segmento è strettamente legato ai trend dei piccoli impianti fotovoltaici. Il 99,9% dei sistemi di accumulo installati in Italia risulta, infatti. abbinato ad un impianto fotovoltaico e di questi il 92% è abbinato ad un impianto di taglia residenziale. Al dato dello storage distribuito si aggiungono, inoltre le centrali di accumulo elettrochimiche di Terna per altri 60 MW e 250 MWh.

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Escludendo quindi i pompaggi idroelettrici, la tecnologia più diffusa dei sistemi di accumulo è quella degli ioni Litio (96,6% circa del totale), seguita dal Piombo (3,1% circa) e dai super condensatori (0,1%) e delle batterie a volano (0,1%). Dal momento che la maggior parte di tali sistemi è connessa al fotovoltaico di piccola taglia, la quasi totalità, cioè il 98,6% dei sistemi risulta di taglia sotto i 20 kWh con una netta prevalenza di quelli fino ai 5 kWh (42,6%) e di quelli compresi tra 5 kWh e 10 kWh (40,5%).

Andando ad analizzare la tipologia di configurazione si denota uno spostamento delle nuove installazioni a favore di quelle lato produzione in corrente continua” rispetto ai periodi precedenti. Come spiega la stessa Anie Rinnovabili, autrice del report, “I sistemi di accumulo sono prevalentemente installati lato produzione in corrente continua (72%) e tale configurazione sta registrando una crescita negli ultimi anni (+17% in confronto al 2020), a discapito degli accumuli installati post-produzione (-14% rispetto allo scorso anno)”. Un quadro diverso invece per i sistemi installati lato produzione in corrente alternata, che fanno registrare un decremento rispetto al 2020 del 3%. 

 Analizzando i dati delle singole regioni poi, il report evidenzia come tutte le Regioni abbiano consolidato un segno positivo rispetto al primo trimestre del 2020 relativamente sia al numero di installazioni, che alla potenza e alla capacità installata. Regione leader è la Lombardia con il maggior numero di impianti installati (13.102 per una potenza di 56 MW e una capacità di 94 MWh), seguita dal Veneto (7.270 per una potenza di 33 MW e una capacità di 57 MWh), dall’Emilia Romagna (4.605 per una potenza di 24 MW e una capacità di 37 MWh) e dal Piemonte (3.183 per una potenza di 24 MW e una capacità di 32 MWh).

La Redazione di Ecquologia 

 

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