Silvio Garattini in polemica con l’Ospedale di Pitigliano (Gr) sull’utilizzo delle medicine alternative. Le reazioni

Ieri l’Ufficio Stampa dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano ha diffuso il seguente comunicato stampa:

Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’, sul numero del settimanale OGGI in edicola domani, critica duramente la decisione dell’ospedale di Grosseto di accogliere al suo interno ambulatori di agopuntura, omeopatia e fitoterapia. Un ospedale, peraltro, balzato recentemente alle cronache televisive per le immagini di propri dipendenti che, in luoghi sensibili come il reparto di rianimazione, fumavano e tenevano comportamenti che la medicina basata sull’evidenza scientifica da tempo giudica negativamente.


“Da qualche decennio – sostiene Silvio Garattini, Direttore del Mario Negri – la vera medicina cerca di passare dalle impressioni alle prove, per evitare che gli ammalati vengano trattati senza la ragionevole sicurezza di ricevere interventi che indurranno un giovamento. E’ la medicina basata sull’evidenza che diventa sempre più attenta a valutare criticamente il rapporto benefici-rischi e, a parità di benefici, il rapporto costi-benefici…..L’altra medicina è invece completamente senza prove. L’agopuntura è tutta in discussione anche per le molteplici modalità con cui può essere eseguita; i prodotti omeopatici, in gran maggioranza, non contengono nulla, i prodotti fitoterapici non si sa bene che cosa contengano e possono variare da preparazione a preparazione. Non vi è nessun controllo, sono stati messi in commercio solo con una notifica e non sono obbligati a presentare alcuna documentazione che ne garantisca l’efficacia. Mentre i prezzi dei farmaci rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale sono frutto di negoziazioni, i prodotti omeopatici e fitoterapici hanno facoltà di fissare il prezzo che vogliono”.

“La pseudo-ragione che determina la scelta di mettere le due medicine sullo stesso piano – conclude Silvio Garattini – si basa sul diritto dei cittadini a essere liberi nella scelta o nel rifiuto delle terapie. Nessuno contesta questo diritto. Se, però, si accettasse il principio secondo cui bisogna accontentare i desideri di tutti, perché non dare spazio in ospedale anche a fattucchiere, a maghi e guaritori in cui una parte del pubblico ripone grande fiducia? E perché non garantire la disponibilità di amuleti a carico del Servizio Sanitario Nazionale, visto che nel paese vi sono molti scaramantici? La via delle due medicine è anche un attentato a un bene prezioso: il Servizio Sanitario Nazionale, la cui sostenibilità nel tempo è legata al rimborso dei trattamenti basati sull’evidenza. E’ bene che i politici riflettano sulla necessità di privilegiare la razionalità anziché rincorrere tutto ciò che può portare consensi e voti”.

Immediata la risposta di Simonetta Bernardini, responsabile del progetto del centro ospedaliero di medicina integrata di Pitigliano:

Non si capisce cosa c’entri l’ospedale di Pitigliano e il centro di medicina integrata con uno spiacevole episodio, da condannare certamente, avvenuto in un ‘altra struttura ospedaliera. Garattini dovrebbe sapere che ospedali e cliniche universitarie che erogano prestazioni di medicina complementare a fianco della medicina classica sono presenti in tutto il Mondo, in oriente e occidente. Le conferme scientifiche dell’efficacia dell’omeopatia, agopuntura e fitoterapia ci sono. Basta consultare la letteratura scientifica. Lo scopo di Pitigliano peraltro, e’ proprio quello di avviare adeguate sperimentazioni utili a misurare l’efficacia di queste medicine in termini di miglioramento della qualità della vita e di miglioramento della salute dei cittadini, particolarmente di quelli affetti da malattie croniche, cosiddette proprio perché inguaribili con la sola medicina convenzionale. Garattini dovrebbe essere solidale con chi si adopera per migliorare la ricerca scientifica.

Pubblichiamo anche la replica di Fabio Roggiolani, dell’Osservatorio di Medicina Integrata:

Premetto che i sanitari dell’ospedale di Pitigliano faranno bene a chiedere i danni, dato che gli episodi non riguardano il loro ospedale, ma quello di Grosseto.

In ogni caso, lo stupore che ci prende nel leggere le affermazioni dell’incredibile Garattini è legato non tanto alle affermazioni di una stupidità evidente, ma alla responsabilità che ricopre un simile personaggio.

Possibile che Garattini non possa fare a meno di fare lo spiritoso contro le medicine complementari e come, da agnello verso i potenti del mondo farmaceutico, si trasformi in lupo contro la parte meno garantita della sanità?

Ci lasci in pace Garattini, prosegua a sproloquiare e ci consenta di dimostrare che con la strategia della medicina integrata si sta più a lungo in salute spendendo di meno.

Capisco che non le pare possibile, illustre Garattini, che si possa curare meglio facendo spendere meno, ma così succederà a Pitigliano; si occupi di altro, oppure, meglio ancora, si riposi un pochino.

Ecco, infine, le dichiarazioni della Rete Toscana di Medicina Integrata:

Alle pesanti e a tratti imprecise polemiche del professor Silvio Garattini che, con regolarita’, torna a parlare della presunta inutilita’ delle medicine complementari, rispondono i dati oggettivi: le migliaia di ricerche in letteratura internazionale, gli studi condotti anche in Regione Toscana, le indagini statistiche sulla popolazione. Questa mole di dati chiarisce che le medicine complementari non sono oscure pratiche affidate a maghi, fattucchiere e guaritori, ma terapie sicure e sottoposte al vaglio della ricerca scientifica. Queste medicine sono esercitate da medici e in Regione Toscana disciplinate da una legge (9/2007), emanata in accordo con gli Ordini professionali competenti, che fissa parametri specifici e rigorosi per la formazione. Da anni il servizio sanitario pubblico toscano, ma anche di numerose altre Regioni, affianca le prestazioni di medicina classica con le prestazioni complementari e ha istituito numerosi ambulatori pubblici in rete di agopuntura, omeopatia, fitoterapia, per migliorare la qualita’ delle prestazioni. Lo fa per garantire sicurezza ai tanti cittadini che richiedono queste terapie, assicurando anche la sostenibilita’ di queste attivita’ con il contributo economico dei cittadini stessi. Infatti, sono in approvazione tariffe che siano eque per il cittadino, che non aggravino i costi del Servizio sanitario regionale e che vadano ad aggiungersi al risparmio legato alla riduzione delle spese farmacologiche. Non ci sono attivita’ border line, dunque, in Regione Toscana ne’ spreco di denaro pubblico, ma un’azione complessiva per gestire in sicurezza e con precise garanzie, per gli utenti come per i professionisti, un fenomeno che interessa da anni tutto il mondo occidentale. La maggioranza dei Paesi europei infatti porta avanti percorsi analoghi per rispondere alle elevate percentuali di cittadini (dal 30% al 50%) che chiedono di utilizzare anche le medicine complementari per alleviare problematiche che spesso la medicina convenzionale non e’ in grado di risolvere. La Regione Toscana, quindi, non e’ sola in questo percorso di integrazione guidato dalla scienza, dato che ospedali e cliniche universitarie che erogano prestazioni di medicina complementare insieme a quelle convenzionali sono presenti in tutto il mondo. L’obiettivo principale dell’Ospedale ‘Petruccioli’ di Pitigliano e’ proprio quello di avviare sperimentazioni utili per valutare l’efficacia di queste medicine soprattutto nelle malattie croniche, nonche’ l’appropriatezza di trattamenti di agopuntura, omeopatia e fitoterapia, i cui farmaci, come noto, sono regolamentati a livello nazionale ed europeo per garantire ai pazienti parametri di qualita’, sicurezza ed efficacia come accade per i medicinali di sintesi.

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