Fiume Po

Siccità: per il fiume Po servono opere di resilienza climatica

Siccità. Arriva un significativo allarme del Segretario generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po, Meuccio Berselli.

Non abbiamo più tempo, dobbiamo accelerare nelle procedure di adattamento al cambiamento climatico. Che significa realizzare invasi laddove possibile, quindi dighe. Provvedere a investimenti con coraggio. Per realizzare invasi che possano fermare l’acqua, da distribuire poi con attenzione”.

Per il 17 marzo abbiamo convocato un nuovo incontro dell’Osservatorio sulle crisi idriche. Sono attese piccole perturbazioni (il 10 e 15 marzo) che potranno dare piccoli benefici e che seguiremo in tempo reale. Speriamo non siano violente“. Va ricordato infatti che con i terreni così secchi anche il rischio di dissesto idrogeologico aumenta.

Meuccio Berselli, Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del fiume Po- Ministero della Transizione Ecologica, parla dall’impianto consortile di Boretto, (RE) dopo che le registrazioni idrometriche dei livelli delle portate hanno toccato le quote più basse dal 1991, ovvero -45%.

Berselli sottolinea anche che per la situazione di siccità del Po sarebbe opportuno incanalare anche le risorse attese col PNRR.

La situazione idrologica peggiore di siccità estrema si segnala a Piacenza, dove gli indicatori si fermano a quota –0,49 metri per 293 mc/s. Stesso contesto condiviso con Pontelagoscuro (Ferrara) a quota –5,88 metri per 639 mc/s (sotto la prima soglia limite fissata a 650 mc/s). Minimi storici del periodo (con situazione di siccità severa) toccati anche a Boretto (Reggio Emilia) –3,25 metri per 452 mc/s; e a Borgoforte (Mantova) –2,57 metri per 567 mc/s.

Sulla situazione più generale, il Segretario generale rileva come “Al Lago Maggiore abbiamo chiesto di portare l’invaso a un livello di +1,35 perché diventa il nostro giacimento per l’agricoltura”. Nel distretto padano, specifica, “realizziamo il 40% del Pil in agricoltura e il 55% del Pil idroelettrico. Il valore economico dell’acqua è dunque fondamentale. Oltre alla necessità di preservare biodiversità ed ecosistemi preziosi come quello del Delta“.

Ogni anno dal Po vengono prelevati e distribuiti 20 miliardi di metri cubi di acqua per agricoltura e scopi industriali. Grazie al “Cer”, il Canale emiliano romagnolo lungo 145 chilometri, l’acqua del Po giunge fino in Romagna. “Senza l’acqua del Po non riusciremmo ad avere questo beneficio“.

Al momento sembra che non si rischi che non vi sia acqua per l’agricoltura. Ma quando tra qualche giorno inizieranno i prelievi, con conseguente ulteriore riduzione delle portate del grande fiume, si potranno registrare ulteriori negativi impatti.

Redazione

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