Dalla Sardegna una proposta di legge per le Comunità Energetiche
Senza lavoro e senza pensione: “I Mille” nella terra di nessuno
Ho ricevuto questa lettera piena di dolore da una persona a me molto vicina che mi ha scatenato un profondo senso di impotenza e di rabbia verso le istituzioni statali che, a più di 6 anni dalle porcate Fornero, non sono riusciti a farli uscire dalla “terra di nessuno”. Queste persone non hanno fretta di andare in pensione, avrebbero comunque lavorato, se avessero avuto un lavoro e comunque hanno proseguito a dare un contributo formidabile alla nostra società. Arrivare fino al punto non solo di non mandarli in pensione, non solo di lasciarli senza coperture sociali ma addirittura chiedere loro di pagare 2 anni o più di contributi volontari per riuscire a tagliare il traguardo, è veramente un atto di tortura sociale. Nella precedente legislatura abbiamo visto persino la rivoluzionaria Titti Di Salvo difendere in televisione questa tortura sociale, l’Enfant Prodige della politica del lavoro Nannicini, prima schierarsi e poi, divenuto Sottosegretario, dimenticarsi. Adesso c’è un Governo che ha fatto della modifica della Fornero un punto del proprio “contratto con gli italiani”. Ho sentito in televisione il Sottosegretario al Lavoro Cominardi dire cose di assoluto buonsenso, vorrei chiedergli da queste colonne di incontrare al più presto l’autore di questa lettera, di farsi spiegare come si vive nella “terra di nessuno” e di procedere ad una soluzione che riguarda mille o poco più persone che sono, ripeto, senza lavoro e senza pensione. Ecco la lettera. Vi daremo conto degli sviluppi perchè io non sono come gli smemorati di Collegno che entrarono al Governo come centro-sinistra e produssero per cinque anni una politica sociale (immigrazione e diritti esclusi) di destra estrema.
Fabio Roggiolani
Cofondatore Ecofuturo Festival
Ciao Fabio,
Raccontare la mia storia degli ultimi 7 incredibili anni è davvero molto articolato, ma penso che dentro il mio racconto si trovino intrecciate a doppio filo tante delle problematiche sul tappeto oggi e che sentiamo in pieno sulla nostra pelle e sulla nostra psiche di pensionandi.
Premetto che, essendomi diplomato perito industriale nel 1975 non rientro per pochi mesi tra i precoci ufficiali e questo mi ha precluso l’accesso alla quota 41 precoci per disoccupati e assicuro che se avessi ancora il mio lavoro in un settore che ho amato profondamente nell’ambito dell’energia e del monitoraggio ambientale, lascerei ben volentieri la precedenza ad un precoce ufficiale o ad un usurante o gravoso di qualsivoglia settore.
Una volta diplomato, nel maggio del 1976, mi sono fatto la gavetta entrando nel mondo del lavoro in Toscana dove vivo. Nel 1979, dopo un concorso pubblico sono entrato al lavoro in una grande azienda elettrica come perito industriale, cominciando ad appassionarmi all’ambito del monitoraggio ambientale. Un lavoro, di grande rilevanza per la tutela della salute dei cittadini, che mi ha portato a conoscere tutte le realtà di monitoraggio della qualità dell’aria intorno alle centrali termoelettriche e geotermoelettriche del nostro paese dal Friuli alla Sicilia, dal Piemonte alla Puglia, divenendo dai primi anni ’90 tecnico specialista esperto insieme ad un altro collega siciliano a livello nazionale. Una esperienza umana e professionale molto bella, in un ambito in cui i controlli ambientali avevano grande rilevanza. Il progressivo avvento di management aziendali sempre più finanziari e meno tecnici e sempre meno legati ai processi, a partire dalla fine degli anni ’90, ha portato però a sminuire il lavoro in questo ambito. Ad inizio 2011, con 35 anni di contributi, essendo divenuto sempre più difficile per scelte aziendali tramandare la professionalità e l’esperienza nel mio settore ai giovani, cosa che sentivo molto, ho sfruttato la possibilità di un esodo incentivato ed avendo trovato lavoro come responsabile ricerca e sviluppo in una media impresa operante nel settore delle energie rinnovabili, decido di cambiare lavoro a 55 anni, nonostante il mio stato di monoreddito con moglie e l’ultimo dei 3 figli universitario a carico, calcolando bene che anche nella peggiore delle ipotesi avrei potuto raggiungere agevolmente i 40 anni di contributi allora necessari. Così non sarebbe stato perchè un micidiale uno-due, che nemmeno il più perverso degli scrittori gialli avrebbe immaginato, si stava abbattendo su di me. Proprio alle fine del 2011, pochi mesi dopo il mio cambio di lavoro infatti, una signora ministro piangente si affacciava in TV per annunciare la sua orribile e terrificante riforma delle pensioni. Il colpo micidiale arriva alla fine del 2012, quando dopo avere incentivato sin troppo il settore delle rinnovabili, e permesso speculazioni anche alla malavita organizzata in tutto il paese, viene deciso un micidiale stop agli incentivi, che ha determinato la perdita di circa 80000 posti di lavoro nella green economy tra il 2012 e il 2013, con tanti imprenditori seri costretti al fallimento ed un silenzio assordante dei media. A fine 2012, mentre il traguardo pensionistico mi si era spostato in avanti di ben 3 anni e mezzo, iniziamo il contratto di solidarietà che ci avrebbe accompagnato fino a dicembre 2013, quando l’azienda (85 dipendenti), decide per la cassa integrazione speciale che ci fa arrivare al licenziamento collettivo il 17 luglio 2014, quando vengo collocato in mobilità per 3 anni, fino all’agosto 2017. Come dicevo in premessa poi, dopo anni di immobilismo e grandi sofferenze, sopratutto psicologiche, indotte dalla legge Fornero, nel pacchetto 2016, nei provvedimenti per i 41isti, arriva l’ennesima beffa, con il governo che utilizza la precocità per discriminare assurdamente i disoccupati con 41 anni di contributi che essenzialmente sono “TUTTI UGUALI”, fregandosene magari di parametri come il carico familiare. Oggi per cercare di non morire dentro faccio il volontario in una associazione ambientale e sopratutto, con orgoglio da “rude tecnico”, con i dati meteorologici sui quali avevo lavorato per decenni ho avuto la soddisfazione morale insieme ad un ricercatore del CNR IBIMET, uno dei più grandi esperti di anemologia a livello europeo, ovviamente all’insegna della assoluta gratuità, di portare il nome dell’Italia nel mondo delle rinnovabili con 4 studi scientifici pubblicati in una delle più prestigiose riviste mondiali di energie rinnovabili come ELSEVIER-RENEWABLE ENERGY, tra il 2011 e il 2013.
E’ proprio il caso di dire che dopo quasi 62 anni di età e quasi 42 di contributi, con oltre 1 dei quali versato da volontario, con grandi sacrifici economici a reddito zero, visto che mi hanno inflitto anche 5 mesi di ADV, LO STATO MI HA DETTO GRAZIE!!!!!