Rinnovabili: firmati primi tre decreti dello Spalma Incentivi

Importanti novità sul decreto legge Competitività, approvato in via definitiva il 7 agosto scorso, ci arrivano dal Ministero dello Sviluppo Economico. Oggi il ministro Federica Guidi ha infatti firmato le prime tre norme per l’attuazione dei provvedimenti contenuti nel d.l. che mirano a ridurre le spese sostenute per la bolletta elettrica.


Come ha reso noto il MiSE in un comunicato stampa, l’obiettivo di queste norme è abbassare gli oneri per l’incentivazione dell’energia elettrica da rinnovabili:

Compresi in 500-700 milioni di euro l’anno, a partire dal 2015. Si tratta dei primi risultati di un intervento di più ampio respiro, che comprende misure, in avanzata fase di definizione, per rendere più efficiente il mercato elettrico e ridurre il peso di alcuni altri oneri gravanti sulla bolletta dell’energia.

Il primo dei tre decreti attuativi interessa i produttori di elettricità pulita da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico. Grazie alle nuove norme, concertate con il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, i soggetti interessati potranno chiedere la rimodulazione degli incentivi, ottenendo un prolungamento di 7 anni in caso di ripotenziamento del sito, a fronte di una riduzione della somma percepita ogni anno.

Il secondo decreto regola le modalità di erogazione degli incentivi ai produttori di energia fotovoltaica. Ogni anno il Gestore dei Servizi Energetici erogherà un acconto corrispondente al 90% degli incentivi spettanti, calcolati sulla base della produzione dell’anno precedente.

Infine, il terzo provvedimento disciplina l’erogazione degli incentivi ai possessori di impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW, spalmati su un arco di 20 anni.

A scendere in campo contro lo Spalma Incentivi è ANIE Rinnovabili. L’associazione oggi ha infatti ribadito la sua intenzione di procedere per vie legali contro il decreto per far valere l’incostituzionalità della legge. Secondo ANIE il dl va a intaccare diritti già acquisiti. Le nuove norme, denuncia l’ANIE, di fatto permettono al GSE di recedere da un contratto già sottoscritto, minando la stabilità del mercato.

VIA | Greenreport

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