Rinnovabili ed eccellenze gastronomiche: sotto il Vesuvio arriva anche la “Pizza della Terra”

Pizza e geotermia, un grande incontro di due grandi potenzialità partenopee, la prima da tempo ampiamente espressa, la seconda ancora da sviluppare in tutto il suo enorme potenziale all’ombra del Vesuvio. Di fronte alla notizia che un immenso simbolo della cucina napoletana nel mondo come la pizza ha mirabilmente incontrato la geotermia, ci rendiamo conto dell’enorme potenziale delle energie rinnovabili, soprattutto se interpretato in perfetta sintonia con i territori.

A seguire l’articolo scritto da Sergio Ferraris per Tekneco


Geotermia e pizza. Riuscite a trovare un rapporto più “strano” tra una fonte rinnovabile e il cibo? E attenzione perché non pensiamo all’utilizzo di energia geotermica per la cottura, cosa che si potrebbe anche pensare perché l’esperienza  di cui diamo notizia è accaduta a Napoli, nei pressi del Vesuvio. Ed è proprio nella città partenopea che è nata la prima pizzeria geotermica con l’impasto della “storica” pizza napoletana che lievita, per la prima volta nel mondo, in apposite camere tufacee. La prima pizzeria geotermica si trova all’interno dell’area conventuale dei Teatini, nel cuore profondo di Napoli, ed è, altra caratteristica unica, scavata nel Tufo Giallo napoletano. A dare la notizia è il geologo Vincenzo Albertini, presidente di Napoli Sotterranea e ideatore della pizzeria geotermica, nell’ambito della presentazione della Settimana del Pianeta Terra che si terrà, dal 18 al 25 ottobre in tutt’Italia, per diffondere le geo-scienze nell’opinione pubblica.

«Utilizzando forni realizzati in tufo e pasta lievitata dalle 24 alle 48 ore esclusivamente in camere tufacee, abbiamo ottenuto la prima pizza geotermica in assoluto. – afferma Albertini – Le caratteristiche chimico fisiche del Tufo Giallo Napoletano conferiscono alla roccia straordinarie capacità di isolamento termico e di controllo dell’umidità, così abbiamo realizzato una pizzeria dove i parametri microclimatici delle camere di lievitazione sono costantemente monitorati per far raggiungere la completa maturazione dell’impasto conferendo alla pizza le più pregiate proprietà organolettiche e di digeribilità».

E la speciale e unica pizzeria geotermica è frutto di studi e ricerche approfondite. «Considerando lo studio urbanistico effettuato sulla città di Napoli risalendo fino al sistema ippodameo, incrociando i dati derivati da monitoraggi geo-tecnici, abbiamo compreso che in alcuni punti della città si raggiungono parametri microclimatici tali da conferire alla pasta lievitata proprietà organolettiche molto particolari», conclude Albertini. Lo scienziato sarà presente, con molti altri geologi, per i 237 appuntamenti della Settimana del Pianeta Terra, dal 18 al 25 ottobre, progetto riconosciuto dal Miur ed ideato dai geologi Rodolfo Coccioni dell’Università di Urbino e Silvio Seno dell’Università di Pavia.

Su Napoli, però, è necessario tenere conto del fatto che la geotermia potrebbe fornire anche l’energia per la cottura della pizza. La zona dei Campi Flegrei, infatti, ha delle enormi potenzialità sul fronte della produzione energetica, anche di potenza, cosa che è resa possibile anche in zone abitate grazie alla geotermia di seconda generazione a ciclo chiuso, con la quale non ci sono emissioni in atmosfera.

Fonte: Tekneco

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