Rapporti “Sentieri” e “Danno ambientale” di ISPRA: un quadro a tinte cupe

Quello delle bonifiche rappresenta uno dei comparti ambientali più dolorosi, con 58 SIN (siti inquinati di interesse nazionali, alcuni dei quali retrocessi a SIR regionali dal Governo Monti) coincidenti con altrettanti luoghi di insediamento e sviluppo di industria ad alto impatto ambientale negli anni ’50, ’60 e ’70. Oggi stanno presentando il loro triste conto in termini di morti per gravi patologie legate alla contaminazione degli stessi.

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Un elemento fondamentale per seguire l’evoluzione delle bonifiche nel nostro paese, molte delle quali ancora al palo, è il Rapporto Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), avviato come progetto di ricerca nel 2006, egiunto quest’anno alla sua quinta edizione. Si tratta di un rapporto che costituisce ormai un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica sui siti e sugli insediamenti contaminati presenti sul territorio nazionale e che è divenuto riferimento e modello di eccellenza anche a livello internazionale.

Sono 41 i siti nazionali oggetto di monitoraggio e valutazione e 45 quelli valutati, con 319 comuni coinvolti in tutte le Regioni italiane, per una popolazione complessiva di 5,9 milioni di abitanti, sui quali il rapporto si pone l’obiettivo di correlare i profili di salute delle popolazioni residenti con le fonti di esposizione ambientale e le contaminazioni da cui sono caratterizzati.

Fonte: Rivista “La Nuova Ecologia”

Una metodologia di analisi standardizzata quella di SENTIERI, articolata in 5 obiettivi:

  1. analizzare il profilo di salute con un approccio multi-esito basato su fonti di dati correnti accreditati per la mortalità, i ricoveri ospedalieri, l’incidenza dei tumori, le malformazioni congenite;
  2. focalizzare le valutazioni in diversi sottogruppi di popolazione con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili, quali i bambini e gli adolescenti;
  3. individuare a priori le principali patologie da sottoporre a sorveglianza grazie alla valutazione delle evidenze disponibili sulla loro relazione eziologica con i fattori di rischio ambientali che caratterizzano ciascun sito;
  4. monitorare nel tempo l’evoluzione del profilo di salute delle popolazioni, permettendo di valutare l’implementazione di azioni preventive di risanamento ambientale;
  5. offrire indicazioni di sanità pubblica.

Nell’ambito della varie patologie registrate e sotto monitoraggio come anomalie congenite, patologie respiratorie, etc., l’eccesso dovuto a cause oncologiche è risultato pari a 3.375 uomini e 1.910 donne. La valutazione dell’’incidenza tumorale è stata valutata incrociando le rilevazioni dei Registri Tumori (AIRTUM), che coprono solo 22 dei siti di indagine, con gli eccessi tumorali che sono stati osservati prevalentemente nei siti con presenza di impianti chimici, petrolchimici e raffinerie e aree oggetto di abbando di rifiuti pericolosi.

La quinta edizione di Sentieri è stata la prima che ha tracciato un quadro sanitario integrato anche a bambini, adolescenti e giovani adulti, corrispondenti ad oltre 1,8 milione di soggetti in età 0-29 anni in una specifica sezione denominata “Sentieri Kids”. Si tratta di una fascia di popolazione dove sono stati rilevati dati di grande significatività. Infatti, nel primo anno di vita è stato rilevato un eccesso di 7.000 ricoveri, in salita a 22.000 nella fascia di età pediatrica (0-14 anni), di cui 2.000 per condizioni di origine perinatale, 4.000 per problemi respiratori acuti e 2.000 per asma.

Relativamente alla incidenza oncologica, nella fascia d’età tra 0-24 anni, sono stati diagnosticati 666 nuovi casi, corrispondenti ad un eccesso del 9%, imputabili prevalentemente a sarcomi dei tessuti molli nei bambini, leucemie mieloidi acute nei bambini e nei giovani adulti, linfomi non Hodgkin e tumori del testicolo in giovani adulti. Il dato registrato risulta tuttavia esiguo relativamente alla numerosità attesa di casi di tumori infantili nei siti contaminati, dal momento che nel decennio precedente 1996-2005, su 23 siti coperti erano stati osservati nella stessa fascia di età 1.127 casi di tumore maligno.

Alzando lo sguardo su scala mondiale, si registra un trend di crescita di incidenza delle neoplasie infantili, soprattutto per leucemie e linfomi (nella fascia 0-14) e per i carcinomi (nella fascia 15-29).

I bambini risultano più esposti degli adulti agli agenti contaminanti ambientali, con maggiore vulnerabilità nel periodo pre-natale e durante le prime fasi dello sviluppo mentre a passare in secondo piano risultano fattori di rischio quali fumo, alcol, attività professionale rispetto agli adulti.

Scopo di Sentieri Kids è di fungere da Osservatorio Nazionale Permanente non soltanto rispetto alle problematiche ambientali, ma anche rispetto agli effetti prodotti dalle azioni di bonifica e risanamento intraprese, per monitorare e misurare l’impatto e le mitigazioni delle misure intraprese.

A valle della presentazione del V Rapporto Sentieri, avvenuta a luglio, nei giorni scorsi è stato presentato sempre da parte di ISPRA, presso la Camera dei Deputati, il Primo Rapporto sul Danno Ambientale.

L’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha presentato oggi alla Camera dei Deputati il primo Rapporto sul Danno ambientale (2017-2018).

Si tratta di un documento dove si accertano gravi danni in 30 aree del Paese, concompromissione soprattutto di acque sotterranee (32%), laghi e fiumi (23%), suoli (19%), atmosfera e assetto morfologico (13%). Le attività che potenzialmente possono portare a danno ambientale sono risultate essere soprattutto quelle svolte dagli impianti di depurazione e di gestione dei rifiuti, dai cantieri edili e di realizzazione delle infrastrutture e dagli impianti industriali. Dei 30 casi in cui è stato accertato un grave danno o minaccia ambientale, 22 hanno portato all’apertura di procedimenti giudiziari (penali e civili) e 8 extra-giudiziari. In 10 di questi, come spiega ISPRA, fornendo indicazioni su località, danni provocati all’ambiente circostante, lavori di riparazione da eseguire e, laddove disponibili, i costi dell’operazione, il Ministero dell’ambiente si è già costituito parte civile o ha attivato l’iter conseguente.

Nel dettaglio, i 10 casi di cui sopra fanno riferimento alle discariche di Chiaiano e Casal di Principe in Campania, a quelle di Malagrotta e Anagni nel Lazio, a quella di Bellolampo in Sicilia, alle emissioni della Tirreno Power a Vado Ligure e Quiliano e all’interramento di fanghi e degli scarti di lavorazione a Rende, in provincia di Cosenza.

In generale, i casi segnalati all’Istituto dal Ministero dell’ambiente nel biennio 2017-2018 sono stati 200, con l’avvio di 161 attività istruttorie di valutazione del danno ambientale (verifiche operate sul territorio da SNPA): con 29 istruttorie aperte, la Sicilia svetta come prima regione in Italia, seguita da Campania (20), Lombardia (14) e Puglia (13).

Nello specifico, come ha ricordato ISPRA, a fornire una definizione comune di danno ambientale in Europa, è intervenuta la direttiva europea del 2004 (2004/35/CE) che ha introdotto una disciplina unica in tema di responsabilità e riparazione, con il nostro paese che ha pienamente recepito nella propria normativa il principio di danno ambientale, risultando, ad oggi, il paese che dichiara più casi in Europa, pur conalcune significative problematiche da affrontare come la definizione dei criteri per definizione della procedura amministrativa, la copertura assicurativa del danno, i criteri di accertamento e quelli di riparazione.

Link per scaricare il V Rapporto SENTIERI

Link per scaricare il Primo Rapporto sul Danno Ambientale di ISPRA (previa registrazione)

Sauro Secci

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