Per un’Europa nuova e rinnovabile

Articolo di Monica Frassoni

Da poco ho scoperto grazie a Valentina Volpe Andreazza il testo italiano dell’inno alla gioia. Bellissimo.Degno modo per iniziare questa giornata dedicata all’Europa ma non come concetto geografico: bensì come idea di unione, di fratellanza e dunque di forza, capacità di risolvere i problemi, di pensare e di realizzare un futuro migliore.

Questa Unione Europea è ancora solo in parte realizzata e dipende da tutti e tutte. Certo non solo dalle istituzioni, ma oggi più che mai dalla nostra capacità di usare al meglio gli strumenti della nostra democrazia, pur se spesso esitante e molto molto imperfetta. Per esempio, oggi è il giorno di www.eusignday.eu: nel quale vi chiediamo di mobilitarvi e firmare le iniziative di legge europee cittadine che troverete sul sito e che chiedono allaUe di fare nuove leggi sul prezzo sulla CO2 per finanziare la ripresa green e più lavori, sul salario minimo, sulla salvezza delle api, eccetera. I promotori di questo strumento poco utilizzato e che deve essere riformato per essere davvero efficace si sono messi insieme e hanno deciso di sostenersi a vicenda.Altro esempio è la Conferenza sul Futuro dell’Europa; si apre oggi e non è quello che io speravo: e cioè una larga e ambiziosa consultazione dei cittadini e cittadine, ma anche residenti, europei secondo metodi innovativi che potevano essere organizzati a livello nazionale e soprattutto europeo, ma che alla fine è diventata un insieme di deputati europei e nazionali con qualche sparuto innesto “cittadino” ma sulla cui libertà di azione pende un comitato esecutivo che deciderà per consenso e la cui composizione si è fatta dopo un anno a dir poco doloroso e litigioso. Un anno durante il quale lo scetticismo di molto governanti -in particolare quelli di destra e quelli di vari governi reazionari che conosciamo ma non solo- ha potuto istillare il suo scetticismo sulla creatività e saggezza dei popoli e sulla loro capacità – se organizzati secondo procedure appropriate – di dare un forte slancio al progetto europeo più che mai necessario ora quando la pandemia colpisce duro, la guerra rimane ai nostri confini, la vera democrazia regredisce.

L’unione europea non può più contentarsi della sua mediocrità. Deve darsi il modo di agire. La Plenaria della conferenza deve diventare il bersaglio di una azione mirata e concentrata. Se hanno impedito alle voci dei cittadini e delle associazioni di esserci davvero e in modo dominante, non possiamo darci già per sconfitti ne rassegnarci a dibattiti noiosi. Dai Forum dei cittadini che verranno organizzati (si spera), dalla piattaforma europea online super tecnologica che si è appena creata alla quale TUTTI e TUTTE dovremmo iscriverci devono venire richieste chiare. Magari da combinare con le iniziative dei Cittadini europei di cui parlavo prima. Certo ci vogliono proposte per dare più poteri e risorse per le politiche di educazione salute clima; tasse sulla CO2; tasse sulle grandi imprese multinazionali; più strumenti contro la povertà e per l’integrazione dei migranti; regole chiare e comuni su asilo e migrazione. E magari, in questo giorno della Mamma, nel quale c’è chi ne approfitta per volere ricacciare le donne nel focolare domestico, più risorse e leggi contro le discriminazioni e ineguaglianze di genere. Ma deve soprattutto arrivare una proposta più forte delle altre perche, da questo dipende tutto il resto. Una proposta COSTITUZIONALE.

Basta con il diritto di veto; basta con l’obbligo di unanimità che è il vero cancro che impedisce alla UE di realizzare le sue potenzialità e la umilia.Nessuno stato o governo deve più bloccare l’azione comune. È su questo potere, che a volte non serve neppure applicare ma basta solo minacciare, che si fonda quello di Orban e del governo polacco che ancora pende sul Recovery Plan e non solo. O la capacità di alcuni governi egoisti, da quello di Kurz a quello di Rutte, ma anche della soave finlandese Sirin di ridurre le ambizioni per una comune solidarietà. È questo potere dei governi di impedire l’azione comune che ci rallenta sui vaccini o ci rende ridicoli e ininfluenti a livello mondiale, incapaci di difendere chi si batte per la libertà invocando i nostri valori e tolleranti con i regimi, che non solo reprimono i loro cittadini, ma minacciano anche la nostra economia. Il modo di funzionare della Ue ricorda a volte la fallita società delle nazioni. Quello sforzo generoso fuImpotente a fermare la guerra più crudeli. Non sono tempi lontani: le navi di guerra britanniche e francesi schierate vicino all’isola di Jersey dopo le manifestazioni dei pescatori francesi parevano forse uno scherzo per alcuni, ma sono invece un forte richiamo a quanto è facile e in fondo banale smettere di litigare con le parole e le leggi e iniziare a farlo con le armi. Il mediterraneo è ancora un cimitero e a differenza di quello accadeva un paio di anni fa, l’UE con Frontex non nasconde neppure la sua indifferenza che è un modo per coprire la propria impotenza a prendere decisioni chiare: e perché? Perché non si trova intorno alla modifica del Regolamento di Dublino un accordo unanime. Per non parlare delle tasse su imprese e multinazionali che approfittano della competizione tra gli Stati ad attirarle con tasse minime: anche in questo caso la UE potrebbe legiferare ma non lo fa perché non c’è l’unanimità degli Stati membri. Potrei continuare con molti esempi, ma qui mi preme sottolineare che in questi giorno, 9 maggio 2021, è la nostra responsabilità di cittadini/e che è messa in gioco. Non possiamo contare su grandi leaders. Ne su molti media amici. Ne su un sistema istituzionale in grado di riformarsi da solo perché per modificare i trattati…. Ci vuole l’unanimita.Ma come i ragazzi del clima hanno dimostrato, e molti altri prima di loro in momenti più tragici della nostra storia , la forza delle persone e delle idee alla fine possono farsi strada nelle nostre stanche ma ancora vive democrazie.

Non tutti possono dire lo stesso. E allora approfittiamone. Ora.

Il video dell’inno alla gioia:

Monica Frassoni

Redazione

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