Oneri sull’autoconsumo: “tutto il mondo non è paese”, l’Autorità spagnola CNE in controtendenza rispetto alla nostra AEEG

È  di questi giorni la presa di posizione, di avviso completamente diverso, da parte della CNE spagnola, proprio l’equivalente della nostra AEEG, che ha formalmente espresso la propria opposizione alla proposta governativa di introduzione di oneri specifici per i consumatori in grado di generare elettricità da rinnovabili per l’autoconsumo.


L’ente regolatorio iberico motiva la propria posizione anche con il fatto che un simile provvedimento causerebbe “valori negativi di remunerazione degli investimenti“. A differenza del nostro paese, pur a fronte di dibattiti simili, in questo caso i ruoli dei protagonisti si invertono. In Spagna infatti è stato il Governo a presentare nel luglio scorso, una propria proposta alla Commissione Nazionale dell’Energia (CNE), per la revisione. Si tratta appunto di un progetto di regio decreto, nel quale si chiede di tassare l’energia rinnovabile e fotovoltaica prodotta da piccoli impianti residenziali e auto consumata dallo stesso produttore indicato come urgente dal governo.

Una presa di posizione diametralmente opposta, quella del CNE, rispetto alla nostra AEEG. A differenza che da noi dove l’Autorità per l’energia vorrebbe penalizzare l’autoconsumo, il CNE (appunto l’equivalente della nostra Aeeg) attraverso un proprio documento scaricabile qui, ha ribadito la sua netta contrarietà alla introduzione di nuovi oneri a crico dei consumatori che generano e consumano l’energia elettrica da loro stessi prodotta, trovando la piena approvazione da parte dell’Associazione nazionale dei produttori e investitori di energia rinnovabile spagnola Anpier. In sintesi, l’ente regolatorio iberico si schiera apertamente a fianco dei sostenitori del mercato fotovoltaico su piccola scala, una nicchia fondamentale ed irrinunciabile per tenere in vita un settore e consentire uno moderato sviluppo di sussistenza in Spagna, dopo la grande moratoria sugli impianti di grande taglia, avvenuta nei primi mesi del 2012.

Nella sua posizione, il CNE evidenzia le negative ripercussioni economiche che possono essere indotte dalla nuova legislazione proposta dal governo per i consumatori auto produttori di energia da fonte rinnovabile, evidenziando anche l’atteggiamento governativo poco trasparente nel processo decisionale che ha portato al provvedimento, senza alcun preventivo coinvolgimento delle associazioni di categoria del settore. Andando oltre, secondo il CNE, la proposta di introduzione degli oneri solo per i consumatori autoproduttori, è una misura discriminatoria nei confronti degli altri consumatori, come, per esempio, coloro che possono evitare gli oneri utilizzando altri approcci tecnologici, come gli interventi di efficientamento energetica, riducendo così il proprio consumo. Secondo il CNE poi, dimenticando completamente il dibattito in corso in Italia, “non ci sono prove di un modello di remunerazione simile a quello proposto dal governo in tutte le giurisdizioni dell’Unione europea, né in altri paesi con sistemi di incentivi”.

Andando oltre infine, l’ente spagnolo ha avvisato anche che il sistema proposto dal Ministero dell’Industria e dell’Energia, guidato da José Manuel Soria, “potrebbe portare addirittura a “valori negativi di remunerazione degli investimenti, tanto da essere incompatibile con uno schema incentivante ideato, invece, a favorire queste particolari tecnologie”. A sostenere la posizione del CNE, l’Associazione delle rinnovabili spagnole Anpier, che ha avuto una durissima reazione nei confronti del ministero dell’economia e del governo, che hanno disatteso completamente le indicazioni fornite a suo tempo dal CNE e che si è sostanzialmente “contraddetto rispetto a quanto aveva affermato nei suoi 20 mesi di opposizione andando contro i consumatori e il settore delle rinnovabili”.

Sauro Secci

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