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Nuovi pannelli antismog City Tree: Modena città pilota
L’ambito delle biotecnologie e quello delle soluzioni legate all’Internet delle idee, si stanno sempre più legando per dare origine a soluzione eco tecnologiche di grande impatto, soprattutto in ambito urbano.
Tra questi sono sicuramente da annoverare in questo ambito i nuovi pannelli City Tree, realizzati dalla startup tedesca Green City Solutions, capaci di abbattere i principali inquinanti atmosferici che assediano le nostre città. Prima città pilota in ambito europeo per l’applicazione dei nuovi pannelli sarà la nostra Modena, grazie ad un finanziamento messo a disposizione dalla divisione italiana di Climate-KIC comunity che promuove a livello europeo progetti di ricerca per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Si tratta di pannelli modulari, ognuno dei quali in grado di svolgere un’azione paragonabile a quella di un appezzamento boschivo pari a 275 piante, con capacità di riduzione del 30% della concentrazione di inquinanti come biossido di azoto (vedi post “Biossido di azoto (NO2): l’inquinante che non passa mai “di moda”“) e il particolato (PM10) in un raggio di 50 metri. In sostanza ciascuna installazione della lunghezza di tre metri, dell’altezza di quattro metri e della profondità di 60 centimetri, sono contenute specifiche colture di muschio e piante vascolari, capaci di “divorare” letteralmente lo smog, rimuovendo dall’aria un enorme quantitativo di CO2, in uno spazio estremamente ridotto, essendo sufficienti appena 3,5 metri quadrati di suolo pubblico.
Il progetto avviato a Modena vedrà in campo ricercatori dell’ISAC-CNR (Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima), coordinati dal consorzio Proambiente, per effettuare misurazioni periodiche tali da stabilire l’efficacia di City Tree. La campagna sperimentale avviata nella città emiliana fa parte del programma europeo City Tree Scaler che proseguirà fino al 2018 e andrà a misurare gli effetti dei pannelli sia sulla qualità dell’aria che sulla riduzione dei gas serra.
La location che li ospiterà non è stata scelta in modo casuale: viale Verdi è una strada lunga, stretta e intensamente trafficata, ideale per studiare l’azione di questa nuova tecnologia in un contesto interessato dal cosiddetto “effetto canyon”. Si tratta dunque di un’iniziativa che punta a migliorare la qualità del contesto urbano, oggi afflitto dalla piaga dell’inquinamento, con gravi conseguenze sulla salute di chi lo abita.
A seguire un video che ci accompagna in questa nuova ecotecnologia
Sauro Secci