autore: Oliver Hallmann from Germany, CC BY 2.0 s

Il Nucleare non conviene: il caso francese

Mentre in Italia il ministro Cingolani e pezzi del governo spingono per il ritorno al nucleare, in Francia Electricité de France (EDF) ha appena annunciato la chiusura dei reattori nucleari di Chooz e Civaux. E’ stato infatti rilevato un difetto in una tubatura. Per ragioni di sicurezza sono stati fermati tutti gli impianti dello stesso tipo. Per il riavvio dei reattori bisognerà aspettare qualche mese.

È solo l’ultimo di una lunga serie di intoppi che sta complicando la vita della divisione atomica del gruppo. Lo stop ai reattori potrebbe tradursi in una minore produzione di energia stimata in 1 terawattora entro fine anno. Con un impatto significativo anche sui ricavi della società che intanto precipita in Borsa con una perdita di oltre il 10%. I malfunzionamenti sono stati rilevati proprio mentre si entra nel periodo più freddo dell’anno. E i prezzi dell’energia in Europa sono su livelli record. Anche sul mercato francese i prezzi elettrici sono sempre più elevati, con punte superiori a 400 euro per MWh.

Ricordiamo che la Francia ottiene circa il 70% dell’energia che consuma dalle sue 19 centrali nucleari che comprendono 56 reattori. Molte richiedono però importanti e costosi interventi di ammodernamento. EDF ha stimato che la spesa finale si collocherà intorno ai 50 miliardi di euro. Ogni anno Parigi spende circa 7 miliardi di euro per gestire le scorie. Al momento l’energia prodotta dal nucleare è quella con i costi di generazione più elevati.

Nucleare

Intanto il neo cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato di andare in direzione contraria. “Già da tempo la Germania ha preso la decisione che l’energia nucleare non prenderà parte alla transizione energetica”.

Il commento del Senatore Girotto: Il nucleare è una scelta infelice per sicurezza e costi

Quanto accaduto in Francia non fa che confermare quanto il MoVimento sostiene da sempre: il nucleare è una scelta infelice. I problemi sulla sicurezza di un simile approvvigionamento energetico, oltre che sulla salute di cittadini e ambiente, si riverberano inevitabilmente anche sui costi. Il balzo alle stelle dei prezzi dell’elettricità, dovuto ai fermi dei gruppi di reattori EDF a Civaux e Chooz, è una conseguenza che si ripercuote anche sull’Italia, oltre che sulla Francia. E aggiunge criticità su criticità, considerato il delicato momento che stiamo attraversando a causa del caro bollette. Una politica energetica nazionale lungimirante deve rivolgersi verso opzioni rinnovabili, pulite e sicure e fare scelte ben diverse da quella nucleare.

Ciò che accade oggi in Francia è l’esempio concreto di quali possano essere i rischi connessi al nucleare. Ecco perché è giusto non investirci risorse pubbliche e non includerlo nella tassonomia europea, ma accelerare sulle rinnovabili, l’efficienza e il risparmio energetico. Necessaria e imprescindibile, poi, anche una Valutazione di Impatto Ambientale transfrontaliera. E’ prevista dalla Convenzione di Espoo e argomento al centro di una mia interrogazione che ancora non ha ricevuto risposta dai Ministri competenti. Attenzione perché il Governo francese ha dichiarato di voler prolungare di altri 10 anni la vita utile di alcuni reattori in Europa. Avrebbe dovuto avviare una consultazione pubblica transfontaliera e non ci risulta l’abbia fatto. Non possiamo stare fermi a guardare e ignorarne le conseguenze, servono scelte condivise soprattutto su temi come questo.

lo studio dell’International Nuclear Risk Assessment Group

Redazione

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