Confluenze – Rassegna Nazionale di Poesia della Città di Arezzo
Mobilità in laguna: le idee di Ecofuturo si fanno strada
Due anni fa, abbiamo presentato e poi inserito nell’Almanacco di Ecofuturo la macchina per trasformare in biodiesel gli oli alimentari esausti, indicando, tra le altre, anche soluzioni legate all’utilizzo nella navigazione, con particolare riferimento a quello lagunare, oggi grande flagello di un grande gioiello dell’umanità come la nostra Venezia. {tweetme} #veneziapulita “biodiesel “Mobilità in laguna: le idee di Ecofuturo si fanno strada” {/tweetme}
Dopo la firma dell’accordo in questi giorni tra il Comune di Venezia, il Gruppo Avm, il Gruppo Veritas ed Eni per la fornitura sperimentale del biocarburante “Eni Diesel+” alla flotta Actv, trasporto pubblico locale di navigazione, Venezia ha fatto un primo passo per divenire esempio di economia circolare. Proprio dall’olio di frittura esausto, conferito dai cittadini attraverso la raccolta differenziata, si ottiene ora biocarburante per i vaporetti veneziani del servizio di trasporto pubblico. Durante l’incontro con la stampa per la ratifica dell’accordo sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore comunale allo Sviluppo economico, Simone Venturini, la presidente della Commissione consiliare Ambiente e Città sostenibile, Lorenza Lavini, il direttore generale del Gruppo Avm, Giovanni Seno, il direttore Energia e Approvvigionamenti del Gruppo Veritas, Massimo Zanutto, il direttore generale di Eni Refining & Marketing, Giuseppe Ricci.
Secondo l’assessore Venturini “E’ un momento di orgoglio per la nostra città e per l’Amministrazione comunale perché grazie a questo accordo stiamo dando un segnale forte di attenzione all’ambiente, all’occupazione e all’economia. Questa esperienza si tradurrà in benefici per la città e servirà da volano anche per altre realtà in Italia e all’estero, dimostrando ancora una volta che la chimica è innovazione, tecnologia, posti di lavoro e può migliorare la qualità della vita di tutti noi”. L’accordo prevede di avviare un progetto di sperimentazione su larga scala basato sull’utilizzo da parte di tutti i mezzi della flotta navale di “Eni Diesel+”.
Il nuovo carburante utilizzato contiene il 15% di componente rinnovabile e viene fornito all’azienda veneziana di trasporto pubblico allo stesso costo del gasolio utilizzato sino ad oggi dai mezzi in servizio nella città lagunare, dei quali Eni è già fornitore tramite gara d’appalto.
Come ha sottolineato Giuseppe Ricci direttore Eni Refining & Marketing, “Oggi abbiamo l’opportunità di dimostrare quanto Venezia sia un laboratorio di trasformazione, concretezza e crescita economica – ha sottolineato il direttore Ricci – e quanto Eni abbia saputo coniugare sostenibilità ambientale e sociale, facendo crescere i posti di lavoro, la professionalità e il know how. Inoltre, alla fine della sperimentazione, avremo ottenuto una maggiore cultura della raccolta differenziata e una crescita economica che fa bene all’ambiente”.
A partire dal 1 aprile prossimo fino al 31 ottobre 2018, tutti i mezzi acquei della flotta Avm/Actv, attualmente riforniti con gasolio tradizionale, utilizzeranno il nuovo combustibile, la cui parte vegetale viene prodotta a Porto Marghera dove Eni ha realizzato, con un brevetto proprietario, il primo esempio al mondo di conversione di una raffineria convenzionale in bioraffineria, in grado cioè di trasformare materie prime di origine biologica, inclusi gli oli vegetali usati e grassi animali, in biocarburanti di alta qualità.
Come ha detto il Direttore generale di Avm Seno, “Eni ci fornirà 5,1 milioni di chili di gasolio dalla raffineria di Porto Marghera per i vaporetti ma non è escluso che questa iniziativa abbia degli sviluppi futuri che riguarderanno anche gli altri mezzi di trasporto pubblico. Come Avm quindi voglio ringraziare l’Amministrazione comunale per le proposte con cui stimola noi e le altre partecipate, Eni per la vicinanza che sta dimostrando alla città e Veritas, parte fondamentale di questo accordo”.
E’ infatti Veritas, cioè la multiutility che effettua raccolta, valorizzazione e trattamento dei rifiuti, oltre che la depurazione delle acque reflue, nel territorio veneziano, che conferirà la raccolta di olio di frittura di origine domestica, previo trattamento di purificazione, alla bioraffineria Eni di Venezia, consentendo così di attuare un concreto esempio di valorizzazione di scarti di consumi. Per Veritas, il direttore Zanutto ha evidenziato come “con la sottoscrizione di questo accordo ci sarà modo di sensibilizzare ulteriormente i cittadini sulla corretta raccolta dei rifiuti e in particolare dell’olio usato, oltre che porre l’attenzione sulle emissioni della nostra amplia flotta di imbarcazioni e camion della spazzatura”.
Il nuovo accordo permetterà anche l’avvio di un periodo di test a Venezia sui motori marini. Infatti un motore di un vaporetto alimentato con il nuovo gasolio verrà sottoposto a prove al banco per una analisi delle emissioni e dei consumi che verrà effettuata da Avm/Actv, attraverso un protocollo di prova messo a punto dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e dall’Istituto Motori del Cnr di Napoli per Eni.
Sarebbe bello se la soluzione poi venisse attuata completamente ovvero utilizzare l’olio esausto come biodiesel di un motore riconvertito a dual fuel a biometano.La laguna di Venezia sarebbe davvero più pulita e daremmo un segnale definitivo di abbandono dei pessimi e superinquinanti simil gasolio che si stanno utilizzando nelle imbarcazioni di ogni dimensione (più grandi i motori e peggiori i combustibili).Carburanti proibiti da anni in terraferma sono la base della alimentazione dei motori marini e inquinano come abbiamo dimostrato in maniera terribile trasformando il campione della sostenibilità e della bellezza, l’andar per mare, nel campione dell’inquinamento.D’altronde se ci sono voluti 18 anni da quando per la prima volta proposi di incentivare i pescatori a raccogliere i rifiuti raccolti durante la pesca e non ributtarli in mare per vedere la prima bella azione sostenuta dalla Coop in questa direzione, vorrei vedere che non si ripetessero simili terribili ritardi che devastano l’ambiente e la nostra comune intelligenza anche nella riconversione a biometano. A seguire l’intervista di Simone Canova alla Dottoressa Sonia Castellucci, dell’Università della Tuscia, dove è stato sviluppato un bellissimo prototipo per la conversione di olio vegetale esausto in biodiesel, durante l’edizione 2016 di Ecofuturo.
Fabio Roggiolani