L’obsolescenza programmata e la “lampada centenaria” che non si guasta mai

L’obsolescenza programmata, concetto oggi accelerato nella civiltà consumistica anche dalla marginalizzazione del concetto del “riparare”, con una frenesia di mercato basata sul rapido avvicendamento di prodotti, è sicuramente uno degli aspetti con i quali il consumatore deve confrontarsi e in alternativa al quale, anche grazie alla crisi che stiamo vivendo, si stanno facendo strada nuove pratiche di economia circolare, basate anche sul riutilizzo e sulla seconda vita di prodotti e materiali (vedi post “Alla ricerca della via di uscita dalla crisi: ecco l’”Economia Circolare” e la riscoperta del valore del “riparare”).

Una storia che viene sicuramente da lontano, quella della obsolescenza programmata e riportata in questi giorni sul grande schermo in una trasmissione di TV2000, “Beati Voi”, curata da Alessandro Sortino, in una serie tutta dedicata alla Enciclica sull’ambiente di Papa Francesco “Laudato Sì”. Un tema così emblematico della civiltà dei consumi come questo, è stato affrontato teatralmente dal bravissimo attore Giovanni Scifoni, che ci ha riportato all’attenzione la storia davvero emblematica della lampada ideata da Adolphe Alexandre Chaillet, che funziona ininterrottamente da quasi 115 anni (vedi estratto della trasmissione Beati Voi in calce al post).
Ancora una volta con la vicenda di un personaggio sconosciuto ai più, che si affianca a quello dell’inventore ufficiale della lampada ad incandescenza Thomas Alva Edison, con la suggestiva narrazione di Scifoni, il quale ci ha fatto rivivere alcuni aspetti peculiari della vita di questo inventore di origine francese, Adolphe Chaillet, nato il 15 Luglio 1867, laureato in ingegneria elettrica e profondo conoscitore anche di chimica e mineralogia, che iniziò la sua attività con le lampadine a incandescenza a fianco di suo padre che gestiva una fabbrica nei pressi di Parigi. Dopo avere lavorato anche in Germania per la Società Schaefer, nello studio e la costruzione di filamenti per le lampadine, Chaillet, nel 1892 , si trasferisce negli Stati Uniti, dove nel 1896, il Governo dello Stato dell’Ohio lo invitò a fondare una fabbrica di lampade, la Electric Company Shelby. Fu l’anno successivo, nel 1897, che l’ingegnere francese sviluppò un filamento di carbonio che è riuscito a rendere decisamente più longeve quelle lampade rispetto a quelle che l’inventore della lampadina, Thomas Alva Edison, era riuscito a rendere commerciale nel 1879.

Il 3 giugno del 1902 che l’inventore francese ha ricevuto un brevetto per queste lampade, prodotte dalla Electric Company Shelby.

Ed è proprio quella che oggi viene definita la “Lampada Centenaria”, a portare in se il filamento messo a punto da Chaillet, Si tratta una lampadina a incandescenza accesa quasi senza interruzioni da 115 anni, nella caserma dei vigili del fuoco di Livermore-Pleasanton, in California, menzionata nel Guinness dei Primati come la lampadina con la maggior webcamdurata al mondo, e che oggi riesce ancora a generare una luce con una potenza di 4 W ed oggi sorvegliata giorno e notte da una webcam (vedi foto a sinistra).
In base al racconto di Zylpha Beck Bernal, tramandato da vigili del fuoco volontari dell’epoca, la lampadina fabbricata dalla Shelby Electric Company nel 1897, fu donata ai vigili del fuoco da suo padre, Dennis Bernal, proprietario degli impianti idroelettrici di Livermore al momento della vendita degli stessi.
La lampadina fu collocata in almeno quattro posti diversi, nella postazione di L. Street e successivamente trasferita in una rimessa utilizzata dai vigili del fuoco e polizia di Livermore. Fu poi nuovamente trasferita nel corridoio di una nuova struttura che ospitava, in sede unificata, tutti dipartimenti. Venendo ai nostri giorni, l’insolita longevità della lampadina fu notata nel 1972 dal giornalista Mike Dunstan, il quale dopo settimane di interviste alle persone che avevano vissuto a Livermore tutta la loro vita, scrisse un articolo dal titolo “Quella che potrebbe essere la lampadina più antica del mondo“, pubblicato dal Tri-Valley Herald. Dopo la pubblicazione dell’articolo, Dunstan fu contattato da Robert Ripley (per la sua rubrica Believe it or not) del Guinness dei primati, oltre che dalla General Electric che confermarono detta lampadina come la più duratura tra quelle note.

A seguire il bellissimo racconto teatrale del bravo Giovanni Scifoni nella trasmissione di TV2000 “Beati Voi – Laudato Sì – Salvare il Pianeta”, del 8 giugno 2016.

Sauro Secci

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