L’impatto dei grandi eventi in presenza: una riflessione che viene dalla COP15
I grandi eventi in presenza sopratutto su scala territoriale nazionale continentale o globale hanno sempre avuto un grandissimo impatto ambientale legato alla logistica degli spostamenti, siano essi eventi come le conferenze sul clima o fiere e manifestazioni.
La prossima apertura della grande fiera virtuale delle ecotecnologie e delle imprese etiche ECOFUTURO VR EXCO, che rappresenterà una presenza costante per le aziende espositrici, scaricando queste ultime da ogni onere legato alla logistica, agli allestimenti degli stand ed alla gestione degli stessi, rende utile fare una riflessione sui grandi benefici anche ambientali connessi con questa nuova forma espositiva.
Per questo abbiamo rispolverato un vecchio articolo del 2009 nel quale si cercava di fare una stima dei grandi impatti che un evento come la COP15 di Copenaghen potesse avere dal titolo “Summit Copenaghen inquina quanto il Marocco in un anno“.
In soli 11 giorni è stata eguagliata l´emissione di gas del Paese nordafricano. Questo summit in difesa del Pianeta inquina quanto il Marocco in un anno. Nella capitale danese è schierata una flotta di 1200 auto con autista e 140 jet privati.
Centoventi capi di Stato e di governo, 30 mila accreditati, 15 mila delegati, oltre 5mila giornalisti riuniti al “Bella Center” di Copenaghen, al capezzale del clima. Per trovare un accordo sui cambiamenti climatici e mettere uno “stop” alla CO2, responsabile della febbre del pianeta. Ma l’ingente “macchina da guerra” organizzativa, messa in campo per il summit, fa male all’ambiente. Inquina quanto un paese, grande come il Marocco, in un anno.
Secondo le stime circolate nelle ultime settimane, ogni delegato ha prodotto oltre 2 tonnellate di anidride carbonica per gli 11 giorni dei lavori del vertice. Vale a dire, complessivamente, circa 41 mila tonnellate di CO2. Quanto, cioè, il paese nordafricano ha “emesso” nel 2006.
Considerando l´emissione prodotta pro-capite dai partecipanti a “Cop15” si tratta di un valore pari a quanto ogni cinese produce in sei mesi: 0,19 tonnellate al giorno per l´esattezza, valore che su base annua, si tradurrebbe in 68 tonnellate di CO2 l´anno. Tra le tre e le quattro volte quanto produce un cittadino americano, solo per citare un altro termine di paragone.
Nella capitale danese è stata schierata una “flotta” monster di mezzi di trasporto : 1200 auto con autista e 140 jet privati, solo per dare qualche esempio. Ma anche un carcere temporaneo – realizzato in un deposito di un noto marchio di birra – ed una struttura, il “Bella Center” che ospita i lavori, che nonostante progetti e soluzioni ecocompatibili, pompa nell´atmosfera tanto veleno. Uno sforzo è stato fatto per rendere il centro congressi eco-sostenibile: per la realizzazione della sede del summit sono stati investiti 2,4 miliardi di euro solo in tecnologie verdi, a basso impatto ecologico. Per migliorare i sistemi di ventilazione e condizionamento. Ma anche per sostituire migliaia di apparecchi di illuminazione con lampade a risparmio energetico in grado di regolarsi autonomamente a seconda della luminosità degli ambienti. Interventi che avrebbero permesso – secondo gli esperti che li hanno messi a punto – di risparmiare oltre 1.100 tonnellate di emissioni di anidride carbonica e circa 300 mila chilowattora su base annua.
Ci sono poi da mettere in conto anche i “costi” degli spostamenti e del soggiorno dell´esercito di delegati, partecipanti e ospiti sbarcato nella capitale danese: solo considerando gli spostamenti aerei, infatti, si parla di 12.500 tonnellate di emissioni di C02. Da aggiungere, poi, alle 17 mila tonnellate legate agli spostamenti in loco ed ai consumi degli alberghi.
La Redazione di Ecquologia