L’idea di Londra: riscaldare le abitazioni con il calore della metropolitana

Come sappiamo sono già passati degli anni da quanto la popolazione mondiale che risiede in grandi agglomerati urbani ha superato il 50%, ed oggi nelle oramai sempre più convulse de invivibili città del mondo, è fondamentale ed irrinunciabile recuperare terreno con l’aiuto di fonti rinnovabili ed efficienza energetica coniugate con le nuove tecnologie della informazione.


Molte sono oggi le città che stanno manciando in questa direzione e tra queste, una delle più grandi ed estese metropoli al mondo come Londra che propone una azione molto affascinante e pittoresca in questa direttrice. Si tratta di un progetto che sta già permettendo di riscaldare 700 abitazioni con il calore della metropolitana londinese. Si tratta di un progetto pilota che ha avuto un tale successo che verrà esteso ad ulteriori 500 abitazioni del quartiere centrale di Islington (vedi mappa a destra), dove verrà convogliato il calore sprigionato dalla metro con grande riduzione dli sprechi, di costi e soprattutto di emissioni di CO2, per una quota pari a 500 tonnellate all’anno.

Una voce importante quella del riscaldamento delle abitazioni in una città della latitudine di Londra, che ha visto un inverno, come quello appena trascorso particolarmente rigido per i londinesi e con una forte lievitazione delle bollette energetiche, risolta in chiave estremamente intelligente ed ecosostenibile. L’estensione del progetto pilota arriva grazie alla collaborazione con l’Islington Council e prevede il recupero del calore di scarto proveniente sia dai pozzi di ventilazione della Northern Line della metropolitana che da una sottostazione elettrica del Power Networks UK l’altro ente, oltre alla metropolitana di Londra, coinvolto nel nuovo progetto, il. Il progetto pilota originario aveva ricevuto un contributo comunitario di un milione di sterline, mentre a valle dei brillanti risultati della prima fase, la seconda fase verrà finanziata, come dichiarato dal sindaco di Londra Boris Johnson, proprio dalle autorità locali, con un finanziamento di 2,7 milioni di sterline.

Tutto questo in un logica integrata che si colloca nel progetto London Smart City 2025, lanciato proprio dal sindaco Johnson con l’obiettivo di ridurre del 60% la Co2 emessa in città e di produrre localmente energia da fonti rinnovabili e altri sistemi di generazione. Una iniziativa che, per i davvero lusinghieri risultati raggiunti, sia in termini di efficienza energetica che di taglio delle emissioni di anidride carbonica,

potrebbe trovare applicabilità in molte altre metropoli o grandi città, dopo che già a Parigi era stato riscaldato un edificio situato nei pressi del museo Pompidou e collegato alla stazione metro tramite una scalinata. E tutto questo senza considerare che nel mondo non ci si è fermati a forme di sperimentazione orientate ad estrarre energia termica dalla metropolitana, ma anche altre forme, come l’esperienza indiana di Delhi, dove un gruppo di studenti universitari hanno avviato un progetto pilota con al sperimentazione di una specifica turbina in grado di generare energia elettrica utilizzando il vento prodotto dal passaggio dei treni nella metropolitana cittadina. Secondo gli studi effettuati, basterebbe posizionare un o più turbine in punti strategici lungo i 196 km della ferrovia per ottenere, in un’ora, circa 500 Wh di energia. Attualmente il progetto è in fase di sperimentazione con una turbina pilota.

Andando negli Stati Uniti, abbiamo poi Filadelfia, capitale della Pennsylvania, dove è stata messa a punto una metodologia per sfruttare l’energia prodotta in frenata dai treni metropolitani, con l’obiettivo finale reimmissione nella rete di distribuzione attraverso smart grid, le cosiddette reti intelligenti in grado di gestire in maniera ottimale domanda e offerta di energia. Un altro importante tassello del grande, futuro mosaico di un mondo decarbonizzato che parte proprio dalle maggiori concentrazioni antropiche costituite dai grandi aggregati urbani.

Sauro Secci

Articoli correlati