Legno: antico materiale con un futuro italiano “sottovuoto”

Tutte le vostre che parliamo di bioarchitettura, green building e comunque di nuove tecnologie di edificazione all’insegna della massima efficienza energetica, il materiale che si prende una grande rivincita è indubbiamente il legno


, al pari di quello che in ambito energetico sta succedendo per le fonti rinnovabili “antiche” come acqua, sole e vento, autentiche protagoniste dell’origine delle civiltà nei confronti delle fonti fossili che hanno caratterizzato gli ultimi due secoli con altrettante rivoluzioni industriali.

Il legno del futuro, apre prospettive d’impiego fino ad oggi impensabili, soprattutto per impieghi all’esterno, ed ancora una volta grazie ad uno straordinario filone di ricerca tutto italiano. Si tratta degli incredibili risultati conseguiti dal “Progetto Thermovacuum”, realizzato dall’ l’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree “Cnr-Ivalsa” sezione di San Michele all’Adige (Trento), finalizzato proprio a migliorare le prestazioni di un materiale già dalle tantissime virtù, trasformandole in autentici superpoteri ecologici.

Il nuovo processo messo a punto, codificato e registrato, a preso il nome di “Termovuoto®”, ed è capace, trattandolo, di conferire al legno eccezionali proprietà di resistenza e durabilità assolutamente ecocompatibile, senza l’impiego di alcuna sostanza chimica, ed eliminando termicamente l’acqua in assenza di aria, in modo tale da irrobustirlo senza pregiudicarne assolutamente l’estetica. A parlare di questo straordinario processo di trattamento, proprio il responsabile del Laboratorio “Labess” di Cnr-Ivalsa e coordinatore scientifico del “Progetto Thermovacuum” Ottaviano Allegretti: “Il Termovuoto® combina un processo di essiccazione sottovuoto ad alta efficienza energetica e un trattamento termico, con l’obiettivo di offrire un prodotto ecologico, a basso impatto ambientale, conveniente e di alta qualità.

Grazie a questa tecnologia – prosegue Allegretti -è possibile fornire a specie legnose come l’abete rosso, dominante in Trentino e nell’arco alpino, caratteristiche tipiche dei legni tropicali che vengono anche per questo importati, quali una spiccata piacevolezza estetica e particolari doti di durabilità non presenti nel legno naturale, che lo rendono particolarmente idoneo all’utilizzo in esterno, per esempio in infissi, facciate, arredi esterni e guardrail. Il legno garantisce così una forte competitività non solo rispetto a quello non trattato ma anche ad altri materiali, plastica fra tutti”. La ricerca è stata pubblicata in questi giorni sulla rivista internazionale “Bio Resources”, nell’articolo di Ottaviano Allegretti scaricabile in calce al post, e gli sono stai riconosciuti già enormi meriti, producendo materiale di ottima qualità, riducendo l’impatto ambientale ed economico del trasporto su lunghe distanze e soprattutto, tema assolutamente non secondario, ridurre lo sfruttamento eccessivo delle foreste tropicali.

Secondo Allegretti, “il processo permette di ottenere effetti positivi sul piano ambientale ed energetico”, ed è per questo che è stato presentato nell’ambito della chiamata europea Eco-Innovation, da un pool di aziende italiane e francesi congiuntamente al Consorzio servizi legno sughero ed alla Uppsala University svedese. Gli ottimi risultati prodotti nei cinque anni di operatività del progetto hanno convinto la Commissione Europea ad assegnare all’iniziativa il più alto finanziamento mai erogato per questa tipologia di ricerche, pari a 1,8 milioni di euro.

Come rileva il coordinatore di progetto Allegretti, la ricerca si concentra ora sulla certificazione del materiale rispetto al suo ciclo di vita (LCA), dal bosco fino allo smaltimento, e sulle analisi delle sostanze organiche volatili (Voc) necessarie per aprire completamene la tecnologia alle applicazioni del settore dell’arredamento di interni. L’obiettivo principale è quello di portare gli investimenti fatti e il patrimonio di conoscenze e tecnologie acquisite a reali ricadute sull’intera filiera del legno italiano.

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Sauro Secci

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