Italia paese a maggiore rischio erosione del suolo: a dirlo il nuovo Rapporto del JRC
Quello della erosione costiera è un tema a me molto caro, anche per la battaglia che assieme alla Associazione Giga, di cui faccio parte, stiano portando avanti per l’affermazione di straordinarie tecnologie ecoefficienti, molto spesso Made in Italy, come quella della azienda toscana DECOMAR, inserita nel Libro Bianco di Ecofuturo 2014 e della quale avevo avuto modo di parlare qualche mese fa nel Dossier ““Spiagge indifese: dati e storie dell’erosione costiera” di Legambiente (vedi post “Erosione costiera grande flagello per le coste Italiane: ecco il Dossier “Spiagge Indifese” di Legambiente“).
Questa volta a contestualizzare meglio la situazione italiana, uno studio del Joint Research Centre di ISPRA della Commissione Ue, di imminente pubblicazione su Environmental Science & Policy, che rileva la gravità di un problema di assoluta priorità proprio per il nostro paese, anche dal momento che occorrono 100 anni per formare un centimetro di terreno.
In Europa l’acqua erode ogni anno 970 milioni di tonnellate di suolo, una quantità pari a un’area profonda un metro e con una superficie pari a quella della città di Berlino, con l’Italia che si colloca come paese con il maggior tasso di erosione (8,46 tonnellate per ettaro), seguita da Slovenia (7,43) e Austria (7,19).
Fonte ISPRA 2013
Elementi determinanti principali secondo i ricercatori che hanno redatto lo studio, sono costituiti dalla combinazione tra erosività delle piogge e terreni inclini all’erosione come quelli agricoli, le aree forestali e le aree semi-naturali, ma determinato anche della tipologia di agricoltura praticata e di altre attività antropiche. Nello studio si evidenzia come, proprio i terreni coltivati, sono quelli con un maggior tasso di erosione (3,24 tonnellate per ettaro), rappresentando il 68,3% delle perdite totali di suolo, rispetto alle foreste con meno dell’1%.

La ricerca del JRC, pur riconoscendo che gli sforzi recenti di Bruxelles nel segno di una agricoltura più sostenibile, che hanno ridotto negli ultimi dieci anni la percentuale di perdita del suolo del 9,5% nel complesso e del 20% per le terre coltivabili, sottolinea come ancora ben 4 milioni di ettari di terre coltivate si mantengano su tassi insostenibili di perdita del suolo (più di 5 tonnellate per ettaro per anno).
Sauro Secci