Inventario emissione gas serra climateranti: diminuzione nel 2014 con grandi segnali di rinnovabili

Puntuale come ogni anno ISPRA, con il suo inventario delle emissioni relative ai gas serra, elaborato nell’ambito della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (Unfccc) e del Protocollo di Kyoto, rivela che l’Italia ha ridotto le proprie di 103 milioni di tonnellate quelle di anidride carbonica negli ultimi 24 anni.

In particolare, come emerge dall’aggiornamento dell’inventario, nel nostro paese nel 2014 le emissioni totali di gas serra, espresse in CO2 equivalente, sono diminuite del 4,6% rispetto al 2013 e del 19,8% rispetto all’anno base di riferimento fissato al 1990.


Si tratta di una riduzione delle emissioni che ha avuto il suo culmine nel 2008, come conseguenza sia della riduzione dei consumi energetici e delle produzioni industriali a causa della crisi economica, sia della delocalizzazione di alcuni settori produttivi, sia della grande avanzata della produzione di energia da fonti rinnovabili sia storiche come l’idroelettrico che emergenti come fotovoltaico ed eolico, associate ai primi segnali di miglioramento in termini di efficienza energetica.

grafico

Nell’ultimo quarto di secolo, tra il 1990 e il 2014le emissioni di tutti i gas serra sono passate da 522 a 419 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, una riduzione conseguita principalmente con la riduzione delle emissioni di CO2, che contribuiscono per l’81,9% del totale e risultando, inferiori del 21,4% nel 2014 rispetto al 1990.

climalteranti


Per quanto riguarda gli altri principali climalteranti come il metano (CH4) ed ilprotossido di azoto (N2O), si registra un calo delle loro emissioni rispettivamente del -20,7% e del -32,2%. Relativamente invece alle emissioni di gas fluorurati, prevalentemente impiegati nelle apparecchiature di condizionamento e di refrigerazione, fanno registrare un aumento complessivo sul totale pari al 2,9%.
Le emissioni di esafluoruro di zolfo (SF6), sono state invece pari a 0,3 Mtonnellate di CO2, facendo registrare un decremento pari al 13,3% rispetto al 1990. Si tratta di un gas l’esafluoruro di zolfo (SF6), seppure marginale come contributo, ampiamente utilizzato sin dagli Anni ’60 nelle apparecchiature di interruzione elettrica, con un potenziale climalterante di circa 22 volte superiore a quello dell’anidride carbonica e un tempo di semivita in atmosfera pari 3.600 anni rispetto ai circa 100 anni della CO2. Nel 2014 ammontano ancora al 79.3% le emissioni di SF6 contenute nelle apparecchiature elettriche, con il resto utilizzato nella produzione di acceleratori ed apparecchiature elettroniche.

I dati preliminari 2015 evidenziano invece per il nostro paese, un aumento delle emissioni totali di gas serra di circa il 2% rispetto al 2014, determinate principalmente dalle emissioni di CO2 dal settore energetico che aumentano del 3%. Dal punto di vista del rispetto degli obblighi di riduzione stabiliti per i singoli paesi dell’Ue nel cosiddetto Pacchetto 20-20-20, l’anno di riferimento è il 2005 e le emissioni complessive vanno suddivise in due sottoinsiemi:

  • gli operatori soggetti alla Direttiva del commercio delle emissioni (Emissions Trading Scheme – Ets): appartenenti ai settori energetico con caldaie con potenza superiore a 20 MWtermci, produzione e lavorazione di materiali ferrosi, del vetro, della ceramica, del cemento, della calce;
  •  tutti gli altri settori.

Per gli impianti che si configurano nella prima categoria della Ets non è definito un obiettivo nazionale, mentre a livello europeo la riduzione media prevista al 2020 è del -21% rispetto al 2005. Le emissioni nel 2015 per gli operatori italiani della Ets, risultavano inferiori di circa il 37% rispetto al 2005.
Relativamente alla seconda categoria degli altri settori sono definiti obiettivi annuali dal 2013 al 2020 per ogni Stato Membro dell’Unione Europea. La riduzione prevista al 2020 per l’Italia è pari al 13%. Nonostante l’incremento delle emissioni registrato nel 2015 in questo settore, l’Italia rimane per il 2015, ben al di sotto del valore assegnato in ambito comunitario per tali settori facendo registrare un -17,7%.
Di recente, si è positivamente concluso il processo di revisione, da parte dell’Unfccc, dei dati presentati per dimostrare l’assolvimento degli impegni previsti dal Protocollo di Kyoto nel primo periodo. I dati comunicati sono quelli contenuti nel Registro nazionale di Kyoto gestito da Ispra sin dal 2008. All’Inventario nazionale dei gas serra, si accompagnano i dati, sempre a cura dell’Ispra, che riguardano la serie storica delle emissioni degli inquinanti atmosferici dal 1990 al 2014.

Sauro Secci

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