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Inquinamento urbano: la Cina punta a città “senza fumi” entro il 2020 grazie alla geotermia
A fronte della notizia uscita in questi giorni sull’obiettivo della Cina di fare leva sulla geotermia per fronteggiare le enormi problematiche di inquinamento atmosferico nelle grandi città, abbiamo intervistato il professor Giuliano Gabbani, Professore presso il Dipartimento Scienze della Terra dell’Università di Firenze, che ha in atto da anni un accordo di collaborazione con lo Huazhong University di Scienza e Tecnologia di Wuhan in Cina, per attività di docenza sulle discipline legate alla geotermia.
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Domanda: Professor Gabbani, a fronte delle lunga esperienza di docenza in tema di geotermia in Cina, qual’è il suo commento a notizie di grande rilevanza per la risorsa geotermica come questa?
Risposta: Finalmente un paese con fortissime criticità ambientali, soprattutto per quanto riguarda il clima, ha deciso di dare una robusta sterzata alle vecchie tipologie produttive energetiche. La Governance del paese sostituirà le centrali termoelettriche a carbone, a olio con modernissime centrali geotermiche che permetteranno in poco tempo di ridurre sensibilmente l’inquinamento atmosferico che tutti abbiamo avuto occasione di vedere o di persona o in servizi televisivi nei quali lo smog riduceva la visibilità a pochi metri. Il nostro gruppo da anni ha in carico in prestigiose università cinesi le cattedre di geotermia. Questo fatto pensiamo, senza falsa modestia, abbia contribuito a queste scelte virtuose.
Domanda: Sulla base del potenziale geotermico mondiale, quale può essere oggi il ruolo della geotermia anche a fronte delle nuove tecnologie disponibili?Risposta: La risposta è di una facilità disarmante. Come è noto uno studio serio quantifica in 4000 anni la disponibilità delle risorse geotermiche note, quindi addirittura senza uno sviluppo ormai prevedibile, che potrebbero così sostituire tutte le tipologie fossili e non, conosciute (petrolio, nucleare, gas e addirittura rinnovabili). Oggi le centrali geotermiche di ultima generazione, quindi a ciclo binario con totale reiniezione della risorsa, hanno la possibilità di ridurre quasi a zero il rischio di danni ambientali e minimizzare il contributo al riscaldamento globale. Domanda: Ci può dare una sua visione della geotermia nel nuovo modello energetico distribuito che si va gradualmente delineando grazie alle rinnovabili?
Risposta: Oggi la Geotermia sarebbe, come si evince dalle informazioni che fortunatamente i Social e i Gruppi di lavoro riescono a far circolare, anche in barba alle resistenze dei “soliti noti”, la migliore fonte energetica mondiale. La Geotermia permette un utilizzo costante H24 per 365 gg quindi non essendo impulsiva come le altre fonti rinnovabili può essere paragonate alle fossili (gas, petrolio e nucleare) riuscendo così a garantire lo zoccolo duro energetico di ogni paese. Essa nelle sue forme, che dipendono dalla temperatura, può produrre energia elettrica ma anche calore. Il calore, che può essere estratto dal sottosuolo, in qualsiasi posto della terra, sarà sicuramente la risorsa del futuro. Sia per riscaldare che per raffreddare gli edifici. Ultima ma non trascurabile informazione già oggi l’Italia ha nel suo pacchetto energetico giornaliero il 40% di rinnovabili.
A seguire l’articolo pubblicato dal Distretto Energie Rinnovabili sul nuovo obiettivo cinese che vede protagonista la geotermia che rende davvero onore ad una risorsa rinnovabile con un enorme potenziale a livello planetario, ancora quasi completamente da esprimere.
Il colosso petrolifero Sinopec, controllato dal governo cinese e incluso nella top five nella classifica delle compagnie più importanti al mondo stilata da Fortune, punta a migliorare la qualità dell’aria respirata in Cina grazie allo sviluppo della geotermia.
Come documenta l’Agence France-Presse (Afp), Sinopec –che negli ultimi anni ha subito la caduta dei prezzi petroliferi a livello globale e un “rallentamento” dell’economia cinese– ha siglato già dal 2009 una joint venture con la società islandese Arctic Green Energy, investendo 400 milioni di yuan (circa 82 milioni di dollari) solo per i 400mila abitanti di Xiong, nella provincia di Hebei, realizzando oltre 70 pozzi geotermici per il riscaldamento degli edifici.
A livello nazionale Sinopec possiede già impianti geotermici in 16 province cinesi: un “patrimonio” che consente di riscaldare circa 40 milioni di mq di case e fabbriche evitando l’emissione di circa 3 milioni di tonnellate di CO2. Così, in una Cina in cui i 2/3 dell’energia elettrica è prodotta con centrali alimentate a carbone, nel distretto di Xiong c’è un’oasi “green” in cui quasi tutte le case sono riscaldate tramite l’energia geotermica.
Nonostante i progressi fatti, i margini di sviluppo rimangono tuttavia elevati: ad oggi appena lo 0,5% dei consumi energetici cinesi vengono soddisfatti tramite la fonte geotermica, percentuale destinata a crescere rapidamente. Entro il 2020 la Sinopec ha infatti espresso la volontà di realizzare 20 città “senza fumi” in Cina, allineandosi con l’ambizione del governo volta a ridurre in modo significativo l’inquinamento atmosferico nei centri urbani.