Inquinamento da petrolio in mare: un aiuto dalle bioplastiche

La nuova tecnologia Minerv Biorecovery di Bio-On apre scenari senza precedenti per le bonifiche ambientali e nel biorisanamento di inquinamento da idrocarburi (oil-bioremediation). Le bonifiche ambientali e le migliori tecnologie disponibili ad esse correlate, rappresentano uno degli ambiti più importanti per il risanamento ambientale dopo decenni di esercizio di  processi desolatamente aperti verso le diverse matrici ambientali come aria, acqua e suolo.

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Quello delle acque è indubbiamente uno degli ambiti in cui vi è una grande domanda di nuove tecnologie davvero orientate alla circolarità, come quella Limpidh2o di Decomarper la bonifica dei sedimenti in corpi idrici (marini, lacustri, fluviali), che proprio recentemente ha raccolto in Cina grandi riconoscimenti a livello mondiale (vedi post “Exploit di Decomar e Limpidho a Shanghai“).  Una tecnologia complementare a quella di Decomar, basata sulle bioplastiche e messa a punto da Minerv Biorecovery è Bio-on.

Si tratta di una nuova tecnologia, presentata tra le iniziative di  #All4TheGreennell’ambito di G7 Ambiente, che consentirà in circa tre settimane di eliminare in modo naturale l’inquinamento da idrocarburi in ambiente marino.

Come spiega Marco Astorri, Presidente e CEO di Bio-on, annunciando l’esito positivo delle ricerche portate avanti in collaborazione con l’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) del CNR di Messina, “Da oggi offriamo al mondo e al mercato la tecnologia per intervenire in modo efficace, naturale ed ecologico in caso di disastri ambientali come lo sversamento di petrolio in mare. Abbiamo scoperto che le particelle che formano la nostra bioplastica PHAs sono l’ambiente ideale per ospitare speciali microrganismi che eliminano il petrolio dal mare“.

Alla base della nuova soluzione tecnologica di bioremediation, delle micro polveri della dimensione di alcuni micron e di una forma particolare, realizzate con la bioplastica PHAs, naturale e biodegradabile al 100%, messa a punto da di Bio-on.

Le particelle che compongono queste micro polveri, gettate nel mare inquinato, formano una struttura porosa capace di ospitare una serie di batteri, presenti naturalmente in ambiente marino, che si nutrono della bioplastica, potendosi così moltiplicare e consolidare, riuscendo ad attaccare le chiazze di idrocarburi. Si tratta di processi biodegradativi che hanno un tempo di attivazione di circa 5 giorni, con la frazione degradabile degli idrocarburi (ad esempio il petrolio) che viene eliminata in un arco di tempo di 20 giorni.

Come chiarisce Astorri “è la natura che cura se stessa perché la nostra bioplastica, di origine vegetale, serve a proteggere e a nutrire questi batteri accelerando la loro naturale azione”.

Le micro-polveri alla base di Minerv Biorecovery sono biodegradabili al 100%, non rilasciando alcun residuo in mare, diversamente da molte soluzioni oggi applicate in questi eventi. Il processo di biodegradazione della polvere di PHAs, essendo sufficientemente lento (da 1 a 2 mesi a seconda delle condizioni), consente l’azione bio-rimediante dei microrganismi che, dopo aver eliminato gli inquinanti, tornano a stabilizzarsi ai livelli dell’ambiente marino.

La fase di sperimentazione di Minerv Biorecovery è attiva da diversi mesi presso l’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del CNR di Messina che ha testato, misurato e validato la tecnologia. Grazie a queste fasi di sviluppo Bio-on è oggi in grado di configurarsi come una applicazione completamente nuova nell’ambito della oil-bioremediation, un’articolata attività che ha lo scopo di “rimediare” all’impatto negativo sull’ambiente di sversamenti di molecole e prodotti inquinanti, come gli idrocarburi, grazie all’azione metabolica degradante, e biodegradante, di microrganismi ed uno strumento importante per le aziende specializzate in bonifiche ambientali, Capitanerie di Porto, Marina Militare, società di navigazione, ecc..

Interessante al riguardo della tecnologia, la precisazione di Simone Cappelloresponsabile del progetto Bioremediation presso l’IAMC, Istituto per l’Ambiente Marino Costiero a Messina, secondo il quale “Il principio della oil-bioremediation si basa sull’esistenza di microrganismi, batteri in primis, in grado di attaccare la struttura molecolare di molti dei componenti la formulazione complessa degli idrocarburi. Questi microrganismi sono presenti in ambiente marino ma in condizioni metaboliche, fisiologiche e in quantità non sufficiente a permettere una sostanziale riduzione degli idrocarburi sversati ed è grazie alla bioplastica PHAs che è possibile invece favorire e accelerare un processo altrimenti lunghissimo di trasformazione in CO2, prodotto finale della biodegradazione. L’uso della bioplastica PHAs è inoltre sicuro per l’ambiente e per la fauna marina perché non lascia alcuna traccia“.

Si apre già a partire dalle prossime settimane una fase di ulteriori test nelle aree portuali, nei siti industriali come raffinerie e cisterne di grandi petroliere in ogni parte del mondo, per un ambito applicativo non limitato ad eventi disastrosi accidentali, ma anche nella operazioni periodiche di manutenzione ordinaria di porti o siti industriali.

A livello di prospettive di mercato per la nuova tecnologia, precisa ancora Astorri, “Siamo orgogliosi di annunciare questa scoperta straordinaria e dare il nostro contributo per proteggere l’ambiente marino,  concederemo in licenza questa tecnologia che è un ulteriore esempio delle molteplici applicazioni realizzabili con le micro polveri in bioplastica PHAs che produrremo nello stabilimento di Castel San Pietro Terme (Bologna) a partire dal 2018. Continueremo ad ampliare ancora di più la nostra presenza diretta nei settori della bioremediation, cosmetica, biomedicina e nano-medicina. Lavorare con l’IAMC, eccellenza mondiale nel settore delle ricerche marine, ci riempie di orgoglio“.

Un altro grande strumento ecotecnologico importante per poter affrontare uno dei più grandi flagelli ambientali per il nostro paese, come l’ambito delle bonifiche.

A seguire un breve video nel quale Marco Astorri, Presidente e CEO di Bio-on ci fa ripercorrere l’evoluzione della nuova tecnologia di biorisanamento altamente efficiente.

Sauro Secci

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