Innovare è difficile: le strane opposizioni alla prima centrale geotermica ad impatto zero
Sono ripartiti gli attacchi contro una nuova centrale geotermica a ciclo binario ed a reimmissione totale di quanto estratto dal sottosuolo nelle stesse identiche condizioni di prelevamento. Si tratterà di una centrale di piccola taglia rispetto alle centrali geotermiche esistenti e, sia paesaggisticamente che ambientalmente, molto meno impattante. Eppure c’è uno strano idillio tra gli ultimi moicani dei comitati contro la geotermia comunque sia e i comuni limitrofi alla centrale, posta nel comune di Abbadia San Salvatore, che merita una riflessione. (foto di copertina: impianto geotermico a ciclo binario e reiniezione totale di Sauerlach (Baviera)
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L’attacco avviene nei confronti di una scelta di allocazione di centrale collocata su di un’area industriale nella Valle del Paglia, nel Comune di Abbadia San Salvatore, in avanzato stato di degrado paesaggistico e ambientale, che è stata indicata a larga maggioranza consiliare come area idonea alla coltivazione geotermica con centrali ad emissioni zero. Tale area è contigua con l’area industriale del comune di Radicofani collocata, quest’ultima, in area Unesco e dove insistono grandi impianti industriali (Stosa, Rivart, Impianto di produzione di Tannino, Cotto Amiata, ex Amiata Caminetti e di recente costruzione anche importante centrale a biomasse).
Area Industriale Val di Paglia – Comune di Radicofani (Fonte: Google Earth)
Lo stesso comune di Radicofani ha firmato un patto territoriale con Enel accettando di conservare gli impianti geotermici flash dell’area di Piancastagnaio e ottenendo in cambio circa 200.000 annui di contributi. La differenza tra una centrale a ciclo binario e le devastazioni territoriali delle centrali di Piancastagnaio sono in evidente bella vista da ogni parte del paese e delle sue campagne che guardano ad occidente.
Il comune di Abbadia si rifiutò a suo tempo di firmare quel patto, rinunciando a cospicui proventi pur avendo due impianti da 20 MW sulla linea di confine e con tutte le conseguenze di carattere paesaggistico e ambientale.
Inquadramento geografico dell’area industriale Val di Paglia Comune di Radicofani (Fonte: Google Earth)
Il comune di San Quirico D’Orcia in questi anni ha sviluppato, in adiacenza al piccolo borgo di Bagno Vignoni, una mega struttura termale con migliaia e migliaia di metri cubi di cemento, chiamata con il nome denigratorio la “Domus Aurea della Val d’Orcia” e ancora sta continuando la cementificazione in seguito ad autorizzazioni già concesse per un nuovo ampliamento, al quale si aggiunge altra cementificazione per la costruzione delle Nuove Terme. Pare che all’epoca, inoltre, per reperire le acque termali necessarie per la megastruttura si fosse proceduto a perforazioni. Al riguardo, sembra sembra che proprio in concomitanza con questa operazione vi furono criticità di approvvigionamento di acque termali sulla storica vasca di Bagno Vignoni.
Il comune di Castiglione d’Orcia sta dando il via a circa 5000 metri cubi di strutture recettive in adiacenza alla storica rocca. Tutto questo mentre dal 2006, anno di iscrizione all’Unesco dell’area, la popolazione residente è calata sensibilmente, con la chiusura di servizi importanti per la cittadinanza come banche, poste, distributori di carburante. Solo per portare un esempio, a Radicofani le elementari sono multiclasse e i nati del 2018 appena tre. Il sindaco di Castiglione d’Orcia per denunciare la chiusura dei suddetti servizi minacciò di consegnare simbolicamente le chiavi del paese al Prefetto.
Il mercato immobiliare dei casali, dopo una crescita vertiginosa di vendite e prezzi, è attualmente crollato e vi sono un grandissimo numero di invenduti, quasi una fuga dei molti che vogliono lasciare il Buen Retiro Valdorciano.
Ora i tre comuni, San Quirico d’Orcia, Radicofani e Castiglione d’Orcia salgono in cattedra e vogliono mummificare anche i territori limitrofi in nome del loro inesistente sviluppo.
In questo contesto appare incredibile la posizione dei comitati locali, i quali non hanno mai visto i grandi oltraggi che abbiamo elencato e neppure si sono segnalati per iniziative di opposizione a queste cementificazioni e invece ora si riaccendono ad orologeria contro la prima vera, grande svolta dell’area, rappresentata dalla realizzazione della centrale geotermica ad impatto zero.
La stessa Legambiente locale, che si allinea alle posizioni dei comitati, appare in stridente contrasto con la linea nazionale della propria organizzazione (che ospita giustamente al Forum Qualenergia del prossimo 3 dicembre a Roma gli interlocutori industriali, nello specifico Sorgenia, titolare della concessione per la realizzazione della nuova centrale) e si indigna invece per quello che il vero mondo ambientalista vuole come emissioni zero per produrre energia, riciclo del legno domestico e coltivazioni idroponiche che dovrebbero sorgere dietro l’investimento della centrale in Val di Paglia.
La decrescita infelice della Val d’Orcia da quando è stata inserita nel patrimonio dell’Unesco è l’esempio più calzante del disastro compiuto da parte degli “anniettalisti”, ovvero, di coloro i quali, nell’ansia di musealizzare un intoccabile territorio, impedendovi anche le innovazioni e i cambiamenti più positivi ed innovativi, stanno relegando interi pezzi di paese fuori dalla vita reale, dall’economia diffusa, dall’energia distribuita, ovvero da tutto ciò che può creare un benessere equo e sostenibile. Queste zone diventano Venezia, senza neppure il flusso turistico che a Venezia determina comunque ricchezza. La strana alleanza tra gli interessi del monopolista che utilizza gli impianti a ciclo flash inquinanti e al quale si oppose a suo tempo il comune di Abbadia San Salvatore, pagando un prezzo salatissimo, oggi tenta ancora una volta di impedire la libera determinazione di un territorio verso il cambiamento. Ecco perché Abbadia San Salvatore e il suo Sindaco Fabrizio Tondi, eletto, non dimentichiamocelo, per realizzare la geotermia dei cicli binari, meritano il sostegno di tutti noi.
Vi proponiamo a seguire due allegati e lasciamo a Voi di trarre le conclusioni
Fabio Roggiolani
Vice Presidente Associazione Giga no profit
Cofondatore Ecofuturo Festival
Membro Direttivo Coord. Free
Fondatore Ecquologia.com