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In ricordo di Agitu Ideo Gudeta e delle sue capre felici
Con grande dolore apprendiamo della tragica fine di Agitu Ideo Gudeta, martorizzata e uccisa, con orribile e insensata ferocia, da un suo dipendente. Vogliamo ricordare la sua storia come fulgido esempio di riscatto, integrazione e imprenditoria green. L’auspicio è che il suo impegno nel difendere un territorio unico, proponendo un modello di azienda agricola biologica sostenibile, sia da stimolo e incoraggiamento per quanti desiderino realizzare nuove modalità di vita, lavoro e convivenza.
Chi era Agitu, la pastora delle capre felici
Agitu Ideo Gudeta era una donna etiope fuggita dal suo Paese all’età di diciotto anni dopo essersi battuta contro il land grabbing, ovvero l’espropriazione forzata da parte delle multinazionali delle proprietà degli agricoltori e allevatori autoctoni. Giunta in Trentino nel 2010 ha portato avanti la sua passione e la sua sfida: vivere in armonia con la natura e recuperare dall’estinzione la bellissima capra pezzata Mochena. Con gioia e tanta determinazione Agitu aveva recuperato un terreno di 11 ettari in abbandono, valorizzandolo come pascolo incontaminato per il suo gregge di capre, e creato l’Azienda Agricola La Capra Felice, sita a Frassilongo, in provincia di Trento nella Valle dei Mòcheni. L’eccellenza era la produzione di formaggi prodotti con metodi tradizionali appresi dalla nonna materna, oltre alla realizzazione di creme cosmetiche. Un lavoro che, fino alla sua tragica morte, ha portato avanti non senza difficoltò, dalle minacce degli orsi presenti in quel territorio a quelle più bieche di alcuni compaesani razzisti.
Duccio Braccaloni – Redazione Ecquologia
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