Il Mercurio nel fiume Paglia minaccia Roma

Conoscevamo da anni questa potenziale bomba ecologica ma non avevamo ne le certezze scientifiche da un lato e neppure i mezzi tecnici per risolvere la questione dall’altro, per questo Giga ha preferito non creare angoscia. Questo nuovo studio misura il problema, oggi affrontabile con la tecnologia Decomar, capace di risolvendolo pienamente.Infatti, svuotare gli accumuli delle dighe e dei bacini con le vecchie e obsolete draghe a benna, avrebbe disperso a valle e nei bacini gli inquinanti e il plume (torbidità), moltiplicando il danno e i pericoli per gli ecosistemi e la salute umana. Giga con Ecofuturo si pongono così come interlocutori con chi vuole per risolvere tale incombente minaccia. 

Lo studio, che vede la partecipazione dei Proff. Giuliano Gabbani e Enrico Pandeli (Referenti Scientifici di Giga) scaricabile attraverso il link in calce al post, è stato pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale (Water Air Soil Pollut (2016) 227:408 – Springer). Si tratta di un importante lavoro frutto di una collaborazione fra enti italiani e stranieri, nel quale si evidenzia come le concentrazioni di Mercurio (Hg) e Arsenico (As), presenti nei sedimenti di superficie e nelle acque del Bacino del Fiume Orcia (affluente del F. Ombrone che si riversa nel Mar Tirreno), nella Toscana meridionale,  non hanno valori significativi e risultano quasi sempre sotto la soglia dei limiti stabiliti dallo Stato italiano per le acque potabili.

Allo stato attuale, il rilascio di elementi tossici dal distretto minerario nei bacini Orcia e Ombrone non pone un’immediata minaccia ambientale. Tuttavia, l’eventuale rimobilizzazione dei sedimenti contaminati durante eventi alluvionali non può non essere presa in dovuta considerazione e sicuramente eliminata.

Mentre i valori documentati (Environmental Geochemistry and Health, 36, 145–157) nel Paglia e Tevere, che sono bacini a sud del Monte Amiata, hanno evidenziato che i sedimenti tossici trasportati a valle (soprattutto la parte assorbibile dagli organismi come il Metil-Hg) sono per una gran parte trattenuti dalla Diga di Alviano, il resto dei sedimenti si mobilizza nel Fiume Tevere fino ad arrivare al Mar Tirreno. Ovviamente questo fatto provocherebbe una gravissima criticità ambientale, da rimuovere immediatamente con nuove  metodologie non invasive e mature di dragaggio non convenzionale proprio come la tecnologia Decomar.

Nel contempo si ritiene necessario operare nello stesso modo nel laghetto presente ad Abbadia San Salvatore ove ristagnano sedimenti fortemente inquinati dai prodotti di estrazione mineraria della zona.

Scarica lo studio “Mercury and Arsenic in Stream Sediments and Surface Waters of the Orcia River Basin, Southern Tuscany, Italy

Fabio Roggiolani V.Presidente Giga e cofondatore Ecofuturo 

Giuliano Gabbani – UniFi DST – Responsabile Scientifico Giga e Membro Comitato Scientifico Ecofuturo 

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