Il “Fattore 4” applicato agli sperperi della politica
Partire dalla teoria del “Fattore 4”, che punta a quadruplicare la produttività delle risorse, per tagliare decisamente i costi insostenibili della politica che oggi ammontano a circa 18,3 i miliardi. Arrivare a ridurre di 4 volte queste spese libererebbe importanti risorse pubbliche, per esempio per un rilancio “green” del Paese e dell’occupazione.
Negli ultimi 20 anni si è sviluppato un interessante dibattito, accompagnato da un approfondimento teorico e tecnologico, sulle possibilità di utilizzare in modo più razionale le risorse del Pianeta. Nel 1998 veniva pubblicato “Fattore 4”, un libro nel quale Amory e Hunter Lovins, insieme a Ernst Von Weizsäcker, indicavano la possibilità e la necessità di quadruplicare la produttività delle risorse. Un obiettivo che, se ottenuto, avrebbe consentito di raddoppiare il benessere dimezzando il prelievo delle risorse naturali.
L’evoluzione di questi anni ha dimostrato la percorribilità di questa strada. L’aumento dell’efficienza energetica ha in effetti portato a risultati straordinari e il fattore 4 è stato raggiunto in molte applicazioni, dall’illuminazione agli elettrodomestici, dagli edifici alle automobili, dove lo stesso servizio si è potuto ottenere con appena un quarto del consumo di energia. E c’è chi è andato oltre proponendo per i Paesi industrializzati un’accelerazione per arrivare a un “Fattore 10”, in modo da garantire la sostenibilità all’intero Pianeta.
L’incremento della produttività si può applicare in molti ambiti ed è tanto più incisivo quanto più si è lontani dall’efficienza. Per questo motivo proviamo (per scherzo, ma non tanto) ad applicare questo criterio alla politica. Gli scandali di questi ultimi mesi e giorni e la gravità della situazione economica suggeriscono di introdurre il Fattore 4 anche ai costi della rappresentanza, necessaria, degli interessi collettivi ai vari livelli istituzionali.
Secondo un documento della Uil, i costi diretti e indiretti della politica ammontano a circa 18,3 miliardi di euro all’anno. Applicando il Fattore 4 si arriverebbe a risparmi annui per 13,7 miliardi. Riduzioni che, applicate gradualmente, ma sistematicamente in un arco di tempo definito, libererebbero risorse utilissime, per esempio per un rilancio “green” del Paese e dell’occupazione.
Senza fare del facile populismo, è chiaro però che occorre operare una seria e incisiva “spending review” che consenta di ridare credibilità a un sistema altrimenti irrimediabilmente perso e che permetta di attrarre personale politico a tutti i livelli veramente motivato e non allettato da guadagni insostenibili per il Paese.
VIA | qualenergia.it
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