Comunità Energetiche: spunti di riflessione sulla forma giuridica
I faraoni incontrano la geotermia, ma l’incontro avviene a Torino
Sono passate appena poche settimane dalla riapertura del Museo delle Antichità Egizie di Torino, secondo al mondo del genere dopo quello de Il Cairo, universalmente conosciuto con il nome di “Museo Egizio”, dopo che si è rifatto un bellissimo maquillage sia estetico, per valorizzare ancor di più gli splendidi oltre 3300 reperti esposti della immensa civiltà dei faraoni anche attraverso i nuovi allestimenti scenografici di Dante Ferretti e le innovative soluzioni architettoniche adottate ma anche funzionale con una nuova splendida realizzazione energetica, installata nelle viscere del seicentesco Palazzo dell’Accademia delle Scienze del Guarini.
Si tratta del nuovo impianto geotermico del museo, un nuovo tesoro che non farà parte dei percorsi guidati per i visitatori ma che cerchiamo di conoscere meglio. Gran parte della pianura padana, viaggia letteralmente su un autentico letto fluido di acqua di falda, tale da rendere ogni utilizzazione, a cominciare da quella geotermica a bassa entalpia, una nuova grande opportunità.
Come più volte ho già avuto modo di riferire, la geotermia come rinnovabile , grazie a nuovi performanti sistemi, finalmente sempre più scalabili e modulari, sta aprendo una nuova era “distribuita” sulla scia di altre nuove rinnovabili come fotovoltaico ed eolico. Una autentica “geotermia 2.0”, sia nella dimensione delle piccole e medie installazioni di generazione elettrica e cogenerazione (vedi post “Geotermia 2.0: da dove partire in Italia, se non dalla Toscana??“) ma anche e sopratutto nella dimensione residenziale e del terziario per la ottimale climatizzazione degli ambiente, grazie alla geotermia a bassa entalpia con pompa di calore geotermica (vedi post “Geotermia a bassa entalpia: un impulso decisivo verso l’abitazione off-grid e il modello energetico distribuito“). E’ proprio da quest’ultimo presupposto che i progettisti di questa nuova realizzazione geotermica sono partiti.
Entrando più in dettaglio della nuova impiantistica del museo, ed in particolare della centrale di produzione energetica, questa è stata concepita e realizzata secondo i più recenti criteri della ecosostenibilità con un impianto geotermico ad acqua di falda e impianti terminali a bassa temperatura finalizzati al massimo risparmio energetico, nel pieno ed assoluto rispetto dei severissimi criteri per la conservazione delle opere, del comfort dei visitatori e della integrità del manufatto edilizio, rendendo conseguibile un risparmio di circa 200 tonnellate di anidride carbonica all’anno non immesse in atmosfera.


A livello di configurazione impiantistica, la nuova centrale termofrigorifera ipogea del Museo Egizio è composta da:
- 3 refrigeratori d’acqua con compressore a vite raffreddati ad acqua di falda, con funzionamento a pompa di calore avente potenzialità frigorifera di 857 kW (acqua refrigerata a 7 °C) e termica di 860 kW (acqua calda a 45 °C);
- una serie di scambiatori di calore a piastre per garantire lo scambio termico delle macchine frigorifere con la sorgente geotermica (prelievo di calore durante il funzionamento invernale e cessione di calore durante la stagione estiva);
- 2 pozzi di emungimento acqua di falda di portata nominale di 25 l/s; 1 pozzo di restituzione acqua di falda di portata nominale di 50 l/s e un sistema di produzione acqua calda sanitaria.
Si tratta di una soluzione impiantistica che consente di poter disporre contemporaneamente di acqua calda e refrigerata, in maniera che, durante le mezze stagioni, potrà essere ulteriormente incrementata l’efficienza dell’intero sistema di produzione recuperando l’energia frigorifera resa disponibile dalle pompe di calore che, diversamente, verrebbe ceduta alla sola acqua di pozzo (sorgente calda).
Nella parte sottostante la centrale termo frigorifera è presente una grande vasca in muratura impermeabilizzata, suddivisa in due sezioni, ciascuna sezione della capacità di circa 100 m³, aventi le seguenti funzioni:
- sezione di stoccaggio e accumulo dell’acqua di falda prelevata dai pozzi di emungimento, utilizzata quale sorgente termica per le pompe di calore nel periodo invernale e per raffreddare il condensatore dei refrigeratori nel periodo estivo;
- sezione di reimmissione e accumulo dell’acqua di falda utilizzata dalle pompe di calore o dei refrigeratori, in caso di eccesso di portata, al fine di equilibrare la portata del pozzo di restituzione (questa vasca è isolata termicamente).
Nel sottotetto dell’edificio è ubicata invece la centrale termica a servizio delle utenze ad alta temperatura e come unità di back-up delle pompe di calore, costituita da: 2 caldaie a condensazione in acciaio inox (C01-C02), complete di bruciatori a premiscelazione a bassa emissione di NOx, modulanti, con potenzialità termica di 850 kW (temperatura acqua calda 70 °C). L’edificio è climatizzato mediante impianti misti (aria-acqua) in grado di effettuare un controllo della temperatura e dell’umidità in tutti gli ambienti museali. Al fine di incrementare l’efficienza del sistema di produzione dell’energia termica, tutti i terminali sono stati dimensionati per funzionare con basse temperature dei fluidi termo vettori.
Si tratta di una soluzione progettuale che consente l’adeguamento alla recente normativa sullo sfruttamento delle energie rinnovabili (D.Lgs. 28/2011), tutto questo nonostante l’edificio possa derogare alla norma citata. La soluzione adottata adegua la struttura torinese ai limiti più virtuosi previsti per gli edifici di nuova costruzione e quindi in linea con i più elevati standard di risparmio energetico: Grazie all’utilizzo della geotermia la soluzione permette di realizzare un sistema di produzione dell’energia termica ad elevatissima efficienza con valori di COP (Coefficient of Performace) medi stagionali molto elevati molto vicini a 5 e comunque non ineferiori a 4,6. Una notazione ancora più importante legata all’utilizzo della geotermia, riguarda proprio il raffrescamento con la fonte geotermica che permette di realizzare un sistema di produzione dell’energia frigorifera ad elevatissima efficienza con valori di EER (Energy Efficiency Ratio) molto elevati e non inferiori a 7,40 (25% del fabbisogno complessivo) sino ad un massimo di 7,67 (100% del fabbisogno complessivo). Completa il restiling in chiave ecoefficiente ed ecosostenibile del bellissimo Museo Egizio di Torino, la nuova illuminazione con la tecnologia led a basso consumo energetico, capace davvero di rendere piena giustizia anche alla bellezza dei reperti in mostra.
Il progetto, commissionato dalla Fondazione Museo delle Antichità Egizie, relativamente alla parte impianstistica ha visto il contributo di:
- Progetto degli allestimenti: Architetto Dante FERRETTI, ISOLARCHITETTI s.r.l., I.C.I.S. s.r.l..
- Progetto degli impianti tecnologici:
- Impianti elettrici e speciali: ITACA s.p.a.
- Impianti meccanici: PROECO s.s.
- Consulenza per la eco sostenibilità, l’acustica ed il comfort ambientale:ONLECO s.r.l.
- Realizzazione impiantistica: Climaveneta SpA
Un video che illustra gli interventi di efficientamento energetico del Museo Egizio di Torino.

Sauro Secci