Man wearing breathing mask in wheat field.

Glifosato: la valutazione positiva dell’EFSA si basava su dati scientifici “accomodanti”

Non affidabili 34 dei 53 studi di genotossicità, gli altri “parzialmente affidabili”. L’Ue si fida troppo della lobby dell’industria dei pesticidi.

Il glifosato è il pesticida più utilizzato al mondo. L’esposizione agli erbicidi a base di glifosato è stata collegata ad alcuni tipi di cancro, nonché a effetti negativi sullo sviluppo e sul sistema ormonale. Nel 2015-2017 le ONG e il Parlamento europeo sono riusciti a ridurre l’autorizzazione al glifosato nell’Unione europea da 15 anni a 5 anni. Un risultato ottenuto grazie a una campagna che ha aumentato la consapevolezza sulla tossicità dei prodotti a base di glifosato, sui principali problemi alla base del sistema di autorizzazione dei pesticidi e su come esistono alternative al glifosato in agricoltura. Nel marzo 2019 quattro europarlamentari verdi hanno ottenuto  una sentenza della Corte di giustizia in  cui si afferma che l’EFSA dovrebbe pubblicare tutti gli studi (segreti) sui rischi di cancro del glifosato. L’ONG SumOfUs ha richiesto all’EFSA 54 studi di genotossicità e ha avviato un’azione di finanziamento pubblico per poter pagare scienziati indipendenti per lo screening di questi studi.

Ora, secondo l’analisi scientifica “Evaluation of the scientific quality of studies concerning genotoxic properties of glyphosate” condotta da Armen Nersesyan e Siegfried Knasmueller, due noti esperti di genotossicità, dell’Institute of Cancer Research della Medizinische Univerität Wien, «Non meno di 34 dei 53 studi di genotossicità finanziati dall’industria utilizzati per l’attuale autorizzazione dell’Ue del glifosato sono stati identificati come “non affidabili”, a causa di sostanziali deviazioni dalle linee guida per i test dell’OCSE, che potrebbero compromettere la sensibilità e la precisione del sistema di prova. Per quanto riguarda il resto dei 53 studi, 17 erano “parzialmente affidabili” e solo 2 studi “affidabili” da un punto di vista metodologico».

Diverse organizzazioni della società civile dell’iniziativa dei cittadini europei (ECI) “Stop Glyphosate” chiedono all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) di tenere conto di queste nuove scoperte nella nuova procedura di autorizzazione del glifosato, che sono molto preoccupanti dal punto di vista ambientale e sanitario. Infatti, la Commissione Europea e gli Stati membri si stanno preparando per rivedere l’attuale autorizzazione al glifosato, che scade il 15 dicembre 2022. L’industria sta premendo per rinnovarla. La valutazione della domanda di rinnovo Ue del glifosato è stata effettuata dall’AGG, costituito dalle autorità per la valutazione dei principi attivi di Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia (l’ultima procedura di valutazione è stata gestita dalla sola Germania). La valutazione è stata inviata all’EFSA il 15 giugno e si basava su un fascicolo presentato la scorsa estate dai richiedenti, il Glyphosate Renewal Group (GRG).

Corporate Europe Observatory (ECA) spiega che «Gli studi di genotossicità indicano il rischio di cancro e danni riproduttivi posti da una sostanza chimica. Le autorità pubbliche coinvolte nella precedente procedura di autorizzazione europea, ovvero l’Autorità sanitaria tedesca BfR e l’EFSA, hanno erroneamente accettato questi studi di settore come prove chiave dell’assenza di genotossicità da glifosato. L’EFSA ha utilizzato questa scienza errata come base per contraddire la conclusione del 2015 dell’International Agency for Research on (IARC) secondo la quale il glifosato “probabilmente causa il cancro”».

Ora, il primo screening del nuovo dossier della lobby industriale che chiede di dare il via libera al glifosato dell’industria del 2020  dimostra che «38 dei 53 studi di genotossicità (sia sul glifosato puro che sui prodotti a base di glifosato) utilizzati nella valutazione precedente sono state presentate ancora una volta alle autorità dell’UE da Bayer Agriculture BV, a nome del Glyphosate Renewal Group». .

Angeliki Lyssimachou, scienziata dell’Health and Environment Alliance (HEAL) ha  detto che «Questa nuova analisi scientifica mostra ancora una volta che la pretesa dell’Unione europea di disporre della procedura di autorizzazione dei pesticidi più rigorosa al mondo deve essere presa con le pinze. La procedura di autorizzazione in atto non è evidentemente sufficientemente rigorosa per rilevare errori nell’esecuzione degli studi normativi che sono considerati ciecamente il gold standard, ma questi erano al centro dell’approvazione Ue del mercato del glifosato nel 2017 e ora sono stati presentato di nuovo nel tentativo di annacquare le prove scientifiche che il glifosato può causare il cancro ed è un pericolo per la salute umana».

Helmut Burtscher, biochimico di GLOBAL 2000, fa notare che «Se si sottrae dai 53 studi di genotossicità, quegli studi che non sono affidabili e quegli studi che sono di minore importanza per la valutazione della genotossicità nell’uomo, allora non rimane nulla. Nulla, tranne la domanda su quali basi le autorità dell’Ue hanno affermato che il glifosato “non è genotossico”. Avevano una sfera di cristallo?»

Peter Clausing, tossicologo di Pesticide Action Network Germany (PAN Germany) evidenzia che «Una rigorosa procedura di autorizzazione è una condizione necessaria, ma non sufficiente per proteggere la salute delle persone e dell’ambiente. Nel 2017 le autorità dell’Unione Europea hanno violato la loro proprie regole per garantire un risultato che piaccia all’industria chimica. Non si ottiene molto se le regole e le raccomandazioni sono sulla carta, ma non vengono applicate.

Nina Holland, ricercatrice Ceo, ricorda che «L’ultimo processo di riapprovazione del glifosato ha causato enormi controversie, poiché è stato dimostrato che la Monsanto sta minando la scienza sugli effetti dannosi del glifosato. Questa nuova revisione scientifica mette ancora una volta il dito sulla piaga: che sia i regolatori nazionali che le autorità dell’Ue non sembrano prestare la dovuta attenzione quando esaminano la qualità degli studi del settore. Questo è scioccante in quanto il loro lavoro è quello di proteggere la salute delle persone e l’ambiente, non servire gli interessi dell’industria dei pesticidi».

Eoin Dubsky, di SumOfUs, ha concluso: «Le persone sono stufe del glifosato e noi siamo stufi di essere ingannati. Ecco perché i membri di SumOfUs hanno finanziato questa importante analisi e perché continueremo a fare campagna fino a quando questo erbicida non sarà vietato. Come potrebbe l’EFSA dare al glifosato il pollice in su sulla base di studi scientifici così scadenti, quando lo IARC ha avvertito che è genotossico e probabilmente anche cancerogeno?»

Fonte articolo originale: Greenreport

Redazione

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