Gigafactory

Sarà una enorme fabbrica di batterie agli ioni di litio, con una capacità superiore alla capacità produttiva di tutte le fabbriche attualmente operative al mondo nel settore degli accumulatori.


Più approfondisco il mondo della mobilità sostenibile e dell’energia, intimamente connessi, più mi rendo conto di quanto l’iniziativa di Elon Musk, Ceo della Tesla Motors, stia asfaltando la strada per un (possibile-necessario) profondo cambiamento nel paludato mondo dell’industria dell’automobile, cambiamento che necessariamente si estende ad altri aspetti della nostra vita quotidiana.

La “Gigafactory” sarà una enorme fabbrica di batterie agli ioni di litio, con una capacità pari a 30 GW annui, superiore alla capacità produttiva di tutte le fabbriche attualmente operative al mondo nel settore degli accumulatori.

La costruzione della fabbrica, in collaborazione probabilmente con Panasonic che già fornisce le batterie della Tesla Model S, dovrebbe essere annunciata “ad horas” e costituirà un vero e proprio fulmine nel settore delle grandi imrpese.

Musk infatti, ha compreso perfettamente che la sua impresa non si ferma alla costruzione dell’automobile. Abbattere i costi di una batteria, conseguenza inevitabile del raddoppio della produzione mondiale, apre la strada certamente ad un abbattimento dei costi delle auto elettriche e all’aumento della capacità produttiva, oggi veramente limitata, ma riverbera effetti profondi anche su altri settori connessi.

Batterie più efficienti ed economiche consentiranno il loro maggiore utilizzo in coppia con impianti fotovoltaici residenziali destinati all’autoconsumo, accelerando un processo già avviato di diffusione della “generazione distribuita”, killer application delle grandi imprese di produzione e vendita dell’energia.

Ma al progetto della Gigafactory sono interessati anche colossi come Apple, e gli incontri tra le due imprese di questi mesi lo dimostrano, che di batterie efficienti e poco costose hanno bisogno come il pane.

Tutto ciò comporta che ieri la Tesla ha raggiunto un valore in borsa superiore ai 30 miliardi di dollari, molto più di quello della Fiat.. non male per un’azienda che quest’anno venderà poco più di 35.000 automobili.

Domenico Belli

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