Geotermia: una grande risorsa economica ed ambientale per l’Italia

Il sottosuolo italiano riserva una notevole fonte di energia che, sfruttata adeguatamente, permetterebbe risparmi di oltre il 50% nel riscaldamento e raffreddamento degli edifici. Ora la tecnologia è matura per sfruttare a pieno questa risorsa.


Le decine di migliaia di impianti realizzati in Europa ogni anno offrono una certezza: la geotermia non è più un tema accademico, ma una concreta opportunità, particolarmente indicata per un paese come il nostro. Ne è certa ELCO Italia che in seguito alle attività di ricerca e innovazione svolte in collaborazione con i maggiori esperti italiani del settore, ha deciso di creare una specifica divisione aziendale dedicata alla geotermia. Obiettivo? Applicare nella pratica ciò che ormai da molti anni gli studiosi del settore hanno dimostrato, ovvero che nel sottosuolo vi è una vera e propria “miniera” di energia. “Si tratta – precisa Flavio Borgna, Amministratore Delegato Elco Italia – di una grande opportunità per un paese come l’Italia che non possiede grossi giacimenti di idrocarburi e non ha impianti nucleari. Ma non solo per noi. Ci aspettiamo, nel giro di pochi anni, di maturare un bagaglio di esperienza e competenze sulla geotermia tali da permetterci di proporci come riferimento a tutti i paesi europei dove ELCO è presente, contribuendo in questo modo anche allo sviluppo del mercato delle pompe di calore. Le centinaia di impianti che abbiamo già realizzato ci permettono di affermare con sicurezza che si tratta di un grande mercato”. “La geotermia – spiega Giovanni Manfroi, Geothermal Sales Manager di ELCO Italia – è quella scienza che studia l’insieme dei fenomeni naturali coinvolti nella produzione e nel trasferimento di calore proveniente dall’interno della Terra. L’utilizzo di impianti ad energia geotermica consente lo scambio di energia direttamente con il terreno, assicurando notevole efficienza energetica, con un impatto ambientale pressoché nullo”.

Come funziona e quanto conviene un impianto geotermico?
Il calore della Terra è una fonte di energia naturale: la temperatura del suolo aumenta man mano che si scende in profondità, in media di 3 gradi ogni 100 metri. Esistono tuttavia zone in cui tale temperatura è più alta e in cui quindi è più semplice sfruttarla. “Scegliere un impianto geotermico – racconta Mario Maistrello, Professore del Dipartimento B.E.S.T., Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell’Ambiente Costruito del Politecnico di Milano – significa assicurarsi un ambiente domestico confortevole, piacevolmente caldo d’inverno e fresco d’estate, grazie ad una tecnologia rispettosa dell’ambiente, ma anche vantaggiosa dal punto di vista economico. Un impianto geotermico, se opportunamente dimensionato, è in grado di riscaldare e raffrescare un edificio senza l’ausilio di altri apparecchi, garantendo – da un lato – la riduzione delle emissioni di inquinanti e di CO2 in atmosfera e – dall’altro – un risparmio di circa il 60% rispetto a un sistema di riscaldamento con caldaia a metano”. In media l’investimento iniziale per realizzare un impianto geotermico è ammortizzabile in un lasso di tempo compreso tra i 6 e i 9 anni, a seconda dell’impianto e degli incentivi che si possono ottenere per gli interventi di riqualificazione.

Al di là dell’investimento iniziale, però, riscaldare una casa con la geotermia comporterebbe un risparmio del 60% rispetto all’utilizzo di una caldaia a metano. L’integrazione con altre fonti rinnovabili (fotovoltaico o solare termico) può aiutare ad alimentare o integrare le pompe di calore: i risparmi in bolletta arrivano addirittura fino al 70%, senza contare la riduzione dei gas inquinanti in atmosfera. Lo dimostrano, ad esempio, i due impianti geotermici che sono stati installati – a partire del 2010 – in due palazzine (con 17 appartamenti ciascuna) di Asti in classe energetica A+, con potenza termica di circa 140 kW totali e integrati con un impianto fotovoltaico e un sistema di recupero dell’acqua tramite serbatoio collocato nel sottotetto. Si stima che l’investimento possa essere ammortizzato in 5 anni e che il risparmio sia di 81 tonnellate di CO2 in atmosfera l’anno.

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