Geotermia mondiale: vita nuova ed enormi potenzialità tutte da esprimere per una “rinnovabile storica”
Dopo avere approfondito anche in questi giorni gli sviluppi fortemente innovativi della geotermia italiana, ancora di fatto in era monopolista, che ne ha decisamente appiattito, almeno in Italia le opzioni tecnologiche soprattutto in chiave di una maggiore sostenibilità arriva una interessante overview relativa all’energia elettrica generata nel 2013 a livello mondiale dell’Earth Policy Institute.
Nel 2013, la generazione di elettricità da energia geotermica nel mondo, ha registrato un incremento del 3%, che rappresenta il miglior risultato dal 2007, con potenzialità ancora inespresse davvero ben più elevate. In sostanza si tratta di 11.700 megawatt installati in 24 paesi del mondo, con un potenziale di ben 50 mila volte superiore rispetto alle riserve di petrolio e gas.
Una serie di numeri, quelli snocciolati dal rapporto recentemente presentato che evidenziano comunque una crescita significativa della geotermia, dopo 7 anni di crescita lieve, pure se più bassi rispetto agli incrementi delle “nuove rinnovabili” come eolico (21% l’anno dal 2008) e del fotovoltaico (53% l’anno).
E’ da rilevare tuttavia che, a differenza di altre rinnovabili come eolico, solare, per le quali è piuttosto semplice agevole effettuare campagne di misura della velocità del vento o della radiazione solare nei siti di studio, candidati alle installazioni, la geotermia presenta maggiori difficoltà di individuazione delle risorse, visti gli alti costi dei test di trivellazione, corrispondenti a circa il 15% della spesa complessiva di un impianto, e che non garantiscono una individuazione precisa delle idoneità di un sito.
Una considerazione fondamentale da fare però, per un impianto geotermico, è che questo può generare elettricità 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno, con bassi costi di manutenzione e “combustibile” a costo zero, caratteristiche tali da rendere competitivi questa tipologia di impianti rispetto a qualunque altro tipo di impianto.
Relativamente alla potenza installata, il podio dei primi tre paesi produttori al mondo è composto da Stati Uniti, Filippine e Indonesia, che rappresentano da soli il 50% dell’energia geotermica prodotta nel mondo, con la quota degli Stati Uniti (3440 MW) coperta per l’80% dalla California. Appena fuori da podio, ecco l’ Italia, prima nazione al mondo a produrre elettricità geotermica nel 1904, con il Principe Piero Ginori Conti, la Nuova Zelanda e una “terra giovane”, geologicamente parlando, come l’Islanda. Nonostante le cifre relative alle produzioni, l’energia geotermica prodotta negli Usa copre solo l’1% del fabbisogno energetico del paese, che arriva a ben il 29% nella poco abitata Islanda. Nella speciale classifica delle percentuali di peso della geotermia, dietro l’Islanda abbiamo, El Salvador (25%), Kenya (19%), Filippine (15%), Costa Rica (15%) e Nuova Zelanda (14%) (vedi grafico seguente).
Tra le nazioni geotermiche del mondo, quella che ha gli obiettivi decisamente più ambiziosi è l’Indonesia, che prevede di raggiungere i 10 mila MW entro il 2025. Si tratta davvero di una quota di energia prodotta davvero considerevole per quel paese, se si considera che negli ultimi quattro anni la capacità indonesiana è cresciuta solo di appena 150 MW, ma grazie a una nuova legge approvata recentemente si sta dando una fortissima spinta, grazie al fatto che l’energia geotermica in Indonesia, non sarà più classificata come attività mineraria, aspetto che aveva reso difficile sino ad oggi la trivellazione nelle aree forestali, dove sono collocate la maggior parte delle risorse geotermiche.
Ancora prima che la legge fosse entrata in vigore, nel giugno scorso, l’azienda israeliana Ormat, leader nella tecnologia dei cicli binari chiusi applicati alla geotermia, aveva già iniziato i lavori di costruzione del più grande impianto geotermico al mondo: un progetto da 330 MW nella zona settentrionale di Sumatra, che dovrebbe entrare in esercizio nel 2018. L’Indonesia è uno dei 40 paesi in via di sviluppo che stanno cercando di produrre elettricità da risorse geotermiche autoctone, il problema è però spesso rappresentato dai costi proibitivi di un’operazione del genere.
Importante in questo contesto geotermico globale, anche la nuova azione della Banca Mondiale, per la promozione dello sfruttamento di questo tipo di risorse, che ha dato vita, nel marzo 2013, al Global Geothermal Development Plan, che già nel dicembre scorso ha permesso di mettere a disposizione i primi 115 milioni di dollari dei 500 previsti per i test di trivellazione per progetti di geotermia in località individuati nei paesi in via di sviluppo (link). Un obiettivo importante quello di questo progetto con la speranza che l’esperienza maturata con questa iniziativa possa consentire di abbassare notevolmente i costi dell’industria geotermica permettendone così di sfruttare al meglio le sue enormi potenzialità.
Sauro Secci