Geotermia: l’obiettivo dalla regione Umbria
Presentiamo in sintesi il programma che la Giunta regionale ha avviato quest’anno (in collaborazione con i Dipartimenti di Scienze della Terra delle Università di Perugia e di Pisa) e che avrà la finalità di “predisporre” precise zone del territorio allo sfruttamento di questa risorsa
rinnovabile. Il progetto in particolare è stato illustrato il 6 Marzo, durante il convegno a Perugia, alla presenza di numerosi amministratori comunali ricercatori e docenti universitari provenienti dalle facoltà di ingegneria, geologia, geofisica e vulcanologia – sarà scandito da una “prima fase”, dedicata all’analisi geologica, idrogeologica e idrogeochimica degli acquiferi del settore occidentale dell’Umbria (e di aree limitrofe come la Toscana orientale e il Lazio settentrionale) con caratteristicheinteressanti dal punto di vista geotermale; nella “seconda parte” invece, verranno esaminati più approfonditamente i “casi studio” più rilevanti, individuati in precedenza dall’analisi preliminare.
“In Umbria – ha sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente Silvano Rometti – abbiamo deciso di puntare su una politica energetica che valorizzi al massimo le fonti rinnovabili, con finanziamenti rilevanti, e abbiamo definito regole certe e chiare per chi voglia investire nel settore.” “La geotermia – ha proseguito – è una delle cinque fonti rinnovabili che intendiamo utilizzare. Il suo impiego offre benefici sia in termini economici che ambientali, poiché il costo dell’energia prodotta, sotto forma di elettricità e calore, è sensibilmente minore rispetto a quello degli impianti alimentati da combustibili tradizionali.” Nel frattempo la Regione si è già attivata per definire le procedure per il rilascio dei permessi di ricerca dei siti geotermali e per regolamentare l’installazione degli impianti di scambio termico che – nel rispetto di precisi criteri di sostenibilità poco “impattanti” per le falde acquifere del sottosuolo – agevoli maggiormente la fase di realizzazione dei pozzi.
“Questo percorso – ha sottolineato la coordinatrice dell’Ambito regionale Ambiente ed Energia, Ernesta Maria Ranieri – rientra nella Strategia per la produzione di energia da fonti rinnovabili 2011-2013 approvata nel luglio scorso che prevede un incremento di circa 200 GWh entro il 2013, con una quota di 15 GWh dal settore geotermico, che attualmente non è ancora sfruttato”. Lo studio delle potenzialità geotermiche e geotermali dell’Umbria costituirà inoltre una base conoscitiva anche per la redazione del prossimo Piano Energetico Regionale.
Umbertide – tra le quattro aree di interesse individuate dalla Regione
C’è anche Umbertide tra le quattro aree di interesse individuate dalla Regione per lo sviluppo della geotermia. Già nel 2006 la Regione aveva concesso al Comune un finanziamento pari a 120mila euro per lo studio dell’acquifero dell’area dell’ex molino Gamboni (il centro MOLA casanova), dove oggi è nata la centrale idroelettrica, al fine di progettare e realizzare un intervento pilota per la valorizzazione delle risorse geotermiche.
Durante la realizzazione della centrale fu infatti scoperto a 90 metri di profondità un pozzo di acqua di temperatura intorno ai 38 gradi che oggi viene utilizzato per il riscaldamento del molino. Il pozzo potrebbe però essere impiegato anche per altri usi, come ad esempio per il turismo termale, cosa che si cercherà di capire attraverso uno studio delle potenzialità geotermiche e geotermali dell’Umbria che sarà attuato nel corso del 2012 e che la Regione ha affidato ai Dipartimenti di Scienze della Terra delle Università di Perugia e di Pisa. “Abbiamo deciso di puntare su una politica energetica che valorizzi al massimo le fonti rinnovabili – ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente Silvano Rometti – Un impegno che ha già prodotto risultati concreti, tanto che l’Umbria presenta le performance più alte per lo sviluppo del fotovoltaico a livello nazionale. La geotermia – ha proseguito – è una delle cinque fonti rinnovabili che intendiamo utilizzare visto che il suo impiego offre benefici sia in termini economici che ambientali, poiché il costo dell’energia prodotta, sotto forma di elettricità e calore, è sensibilmente minore rispetto a quello degli impianti alimentati da combustibili tradizionali”.
La prima parte del progetto è dedicata alla caratterizzazione geologica, idrogeologica e idrogeochimica degli acquiferi del settore occidentale dell’Umbria e delle aree limitrofe mentre nella seconda fase verranno presi in considerazione i casi di studio ritenuti particolarmente significativi.
FONTE : Primopianonotizie