Terra Madre 2024: riflessioni sul presente e futuro delle foreste
Geotermia ed economia circolare: il recupero di metalli e minerali
La nuova geotermia 2.0 sta rivelando ogni giorno nuove e certe volte insospettabili virtù, non soltanto come energia pienamente rinnovabile ma anche per dare una mano sostanziale al recupero di minerali pregiati e di grandissima attualità come il litio, proiettandosi pienamente anche nei nuovi scenari di economia circolare, a partire dalla fase di estrazione dei fluidi.
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L’avvento della società digitale e di nuovi modelli energetici e di mobilità, basati anche su nuove performanti tecnologie di accumulo, sta mandando in riserva numerosi metalli e terre rare (vedi post “Metalli e terre rare per l’hi tech: smartphone, pc, tablet etc., stanno mandandoli “in riserva”“). Tra i campanelli di allarme che stanno suonando sui materiali principali utilizzati in questi nuovi scenari, figurano per esempio il cobalto ed il litio. Infatti il previsto boom nel settore delle batterie per auto elettriche e dispositivi elettronici, sta incrementando notevolmente le pressioni su una filiera già molto critica. Si tratta di estrazione di metalli, scarsi e costosi, che troppo spesso calpesta quotidianamente diritti umani ed ambientali (vedi post L’Ippocampo “Caro cellulare quanto costi“), scatenando anche autentiche bolle speculative finanziarie (vedi articolo ilSole24ore) con scenari futuri che, senza un serio accordo internazionale che ne garantisca il controllo, rischiano di essere davvero a tinte fosche.
In un tale contesto non mancano però progetti che tentino di dare una mano “ecologica”, sopratutto se basati su energie rinnovabili come quello della canadese MGX Minerals, la quale ha messo a punto una innovativa tecnologia per l’estrazione dei minerali disciolti nelle salamoie geotermiche, cioè nei fluidi termovettori iniettati nel sottosuolo negli impianti ad alta entalpia.
Nel dettaglio la società canadese, in sinergia con il suo partner tecnologico PurLucid Treatment Solutions, ha messo a punto un nuovo sistema di filtrazione ecologico, a basso consumo energetico ed economico, che permette di recuperare litio, magnesio e altri minerali.
Come sottolinea Jared Lazerson, Presidente e Amministratore delegato di MGX, “crediamo nell’investire in tecnologia e processi innovativi che interrompano il modo in cui l’industria energetica pensa e opera. Il nostro più recente progresso tecnologico offre ancora un’altra opportunità di prima mossa in un settore ampio e spesso stagnante affamato di nuove idee”.
Come nelle saline dei giacimenti petroliferi, anche le salamoie geotermiche contengono quantità con elevate concentrazioni di metalli e sali disciolti e dove la presenza di queste impurità, combinata con la necessità di ridurre la temperatura della salamoia, rappresenta uno dei principali ostacoli per la geotermia. Si tratta di una problematica nota anche come “Scaling”, cioè fenomeni di deposizione di fasi solide in grado di ridurre drasticamente il flusso e il trasferimento di calore, che a loro volta influiscono negativamente sulle prestazioni operative a lungo termine e, in molti casi, sulla redditività economica del sistema stesso.
Il nuovo processo si distingue da sistemi di filtrazione tradizionale, per avvalersi di una particolare membrana che consente la rimozione di questi materiali senza ridurre la temperatura. A livello di sviluppo evolutivo della nuova tecnologia, MGX e PurLucid stanno conducendo studi ingegneristici per fabbricare sistemi di trattamento in grado di integrarsi direttamente nel sistema geotermico esistente o incorporabili come sistemi stand-alone per l’estrazione di minerali e metalli.
Si tratta di un ambito che vede anche una startup statunitense, la Simbol Materials, al quale ha messo a punto un processo di estrazione di metalli e minerali dai fluidi geotermici, ben descritto nello schema seguente.
Sauro Secci