Geotermia e cibo: un connubio determinante per l’agricoltura dei paesi in via di sviluppo

Tra le fonti rinnovabili, quella della geotermia è indubbiamente tra le più versatili, anche grazie alla continuità, in termini di disponibilità, che rende possibile anche utilizzazioni in termini di usi plurimi in cascata, che vedono proprio le applicazione legate al cibo quelle fondamentali, proprio in quei paesi nei quali l’accesso e la disponibilità del cibo, in tutte le situazioni, è ancora un gravissimo problema.


Essiccazione del cibo, pastorizzazione del latte, sterilizzazione di prodotti e strumenti: sono solo alcuni dei campi di applicazione dell’energia geotermica, messi ben in evidenza dal diagramma seguente estratto dal rapporto, che sfrutta il calore proveniente dal centro della terra e che, nella forma a media e bassa temperatura, può oggi davvero risultare determinante, anche grazie alle nuove tecnologie disponibili, per i Paesi in Via di Sviluppo.

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Si tratta di luoghi nei quali, spesso a causa della mancanza di energia a prezzi accessibili per la filiera agricola e le lavorazioni successive, va disperso circa la metà degli alimenti raccolti. E’ proprio su questa base che si muove il nuovo rapporto della Fao “Uses of geothermal energy in food and agricolture”, scaricabile in calce al post, che evidenzia proprio le ”opportunità nell’energia geotermica”, proprio per i Paesi in via di sviluppo, esplorando ”i possibili usi del calore naturale nella produzione e nella lavorazione del cibo”. La disponibilità di energia termica in questi disagiati distretti geografici, significa in sostanza incremento della ”sicurezza alimentare”; con l’essiccazione che può prolungare ”la durata di conservazione di cibi nutritivi come pesce e vegetali, e renderli disponibili tutto l’anno, anche in tempi di siccità’. Inoltre l’energia geotermica rappresenta anche ”una fonte primaria per il riscaldamento di serre, terreni e bacini d’acqua per l’acquacoltura”. A seguire una mappatura di massima, contenuta nel report FAO, relativa alla situazione applicativa della geotermia per usi agricoli e agroindustriali in Europa.

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Solo nell’ambito della serricoltura, la fonte geotermica può ridurre le micosi delle colture, aumentando le rese dei raccolti e tagliando di ben l’80% le spese per il combustibile per il riscaldamento. Molti i paesi interessati, come Messico, Indonesia, Filippine e moltipaesi collocati lungo la Costa Pacifica dell’America meridionale, oltre alla cosiddetta “Rift Valley africana” che si estende in molti paesi della fascia orientale dell’Africa come Etiopia e Kenya (vedi post “Geotermia: anche l’Africa cerca di conoscere e sfruttare il suo potenziale con GeTRI“ e post “Energia geotermica: l’Africa si muove su grandi taglie tra molte luci e qualche ombra“), oltre alle economie in transizione dell’est Europa.

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Sul nuovo report FAO le dichiarazioni di Carlos da Silva, della Divisione infrastrutture rurali e industrie agricole della Fao, che afferma come “la geotermia è ‘una fonte di energia rinnovabile, pulita e a basso costo, una volta fatti gli investimenti iniziali, una fonte che prende ‘in considerazione non solo i costi ma anche gli impatti ambientali della produzione e della lavorazione del cibo”.

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Una forma di energia, quella geotermica, ancora poco sfruttata in agricoltura anche secondo gli analisti della FAO, dal momento che nel mondo sono solo 39 Paesi i paesi che laimpiegano nella produzione agricola, mentre appena 24 quelli che la utilizzano per la produzione di energia elettrica. In questo ristretto ambito però esistono paesi, come Islanda (vedi foto a destra, essiccazione stoccafisso tratta dal rapporto FAO), Costa Rica, El Salvador, Kenya, Nuova Zelanda e Filippine, nei quali il geotermico ha conosciuto un grande sviluppo, arrivando a coprire una fetta del 10% del fabbisogno energetico nazionale.

Relativamente ai paesi in via di sviluppo, il rapporto della FAO evidenzia che questi paesi che sfruttano l’energia geotermica, prevalentemente per il riscaldamento sono 23 di cui la metà di questi, ha avviato progetti innovativi per lo sfruttamento geotermico anche nella produzione agricola. Una citazione particolare da parte del Rapporto FAO per il caso dell’Algeria, dove il Governo hafinanziato la realizzazione di vivai ittici che sfruttano l’acqua calda proveniente dal sottosuolo, impiegata per riscaldare gli stagni di Tilapie (foto a sinistra – fonte FAO). Un aspetto importante di criticità, all’attuazione di un serio programma di sviluppo, come fa notare la FAO, è costituito dal fatto che molti Paesi in via di sviluppo non hanno risorse economiche sufficienti a sostenere investimenti nel geotermico. E’ questa la ragione per la quale la FAO invita i governi di queste nazioni ad attrarre nuovi investitori dall’estero per poter garantire una spinta allo sviluppo del settore.

Sauro Secci

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