Fotovoltaico: la filiera italiana può arrivare a 300mila posti di lavoro

Il fotovoltaico e la sua filiera industriale: 300.000 nuovi posti di lavoro nel 2030. In base ad elaborazioni di Elettricità Futura (sulla base dati di SolarPower Europe)i nuovi occupati nel settore fotovoltaico e nella sua filiera industriale in Italia saranno 300.000 nel 2030, considerando lo scenario 85 GW di nuove rinnovabili (di cui 58 GW di nuovo fotovoltaico) previsto dal Piano 2030 del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura.

L’articolo di Alexis Paparo pubblicato su Il Sole 24 Ore

Oggi sono circa 25mila gli occupati nel fotovoltaico e nella sua filiera in Italia e potrebbero essere 300mila nel 2030. Ciò se si riuscirà a concretizzare lo scenario di 85 gigawatt di rinnovabili installate (di cui 58 gw di fotovoltaico) previsto dal Piano 2030 del settore elettrico. (stime Elettricità Futura)Un obiettivo fattibile, considerando che oggi la potenza fotovoltaica installata nel nostro Paese è di 26,1 gigawatt (a marzo 2023, fonte Terna)?

Guardando all’Europa, secondo i dati dell’associazione SolarPower Europe, il blocco dei Paesi membri conta, al 2022, 208,9 gigawatt installati. Il traguardo al 2030 è 750 gigawatt di rinnovabili e oltre un milione di posti di lavoro.

Se la partita dell’energia verde si gioca sulla capacità di colmare il vuoto fra stato di fatto e punto di arrivo, il primo anniversario della nuova strategia sull’energia solare dell’Unione (pacchetto firmato della Commissione il 18 maggio 2022), è l’occasione per fare un punto della situazione. Il pacchetto europeo è stato affiancato nel corso dell’anno da diverse iniziative. Come il sostegno per una diffusione rapida e capillare dei tetti solari, uno snellimento delle procedure autorizzative (attraverso il regolamento Ue 2022/2577), lo sviluppo di un ecosistema industriale e il potenziamento della forza lavoro. Due degli obiettivi per cui è stata lanciata l’associazione di operatori European solar photovoltaic industry alliance.

Nel 2022 l’energia solare ha iniziato a correre in Europa. Arthur Daemers, policy advisor di SolarPower Europe, anticipa un dato del loro rapporto annuale 2023, in uscita in autunno. «Abbiamo stimato che, se avessimo installato 40 gigawatt di nuovo solare nel 2022, avremmo potuto toccare i 600mila posti di lavoro dedicati. La capacità installata è stata di 41,4 gigawatt, quindi è molto probabile che nel 2022 sia stata raggiunta la quota lavoratori indicata. Con un aumento di circa il 30% rispetto al 2021».

In Italia, nel 2022, la crescita del solare è stata esponenziale (+174%, circa 2,5 gigawatt). Ma gli strumenti messi in campo sono necessari per sostenere la corsa e anzi accelerarla?

Il commento dell’avvocato Gianandrea Rizzieri, partner di Gitti and Partners, esperto di energia verde.

«Il regolamento 2022\2577 di per sé è interessante, ma l’accelerazione dei processi autorizzativi ha avuto per ora un effetto blando. Nel solare e per lo stoccaggio (art.lo 4), la durata della procedura autorizzativa non è superiore a tre mesi. Ma a condizione che lo scopo principale delle strutture non sia la produzione di energia solare. O che, in casi di revisione di potenza di impianti già esistenti, la revisione non determini un aumento della capacità dell’impianto superiore al 15 %. Di fatto riguarda quindi i piccoli impianti. Per fare un altro esempio, l’articolo 6 prevede che gli Stati membri possono esentare i progetti di energia rinnovabile dalla valutazione dell’impatto ambientale, se ubicato in una zona dedicata alle rinnovabili. Ma mancano i decreti attuativi dei singoli Paesi di individuazione delle zone dedicate alle energie rinnovabili o alla rete».

«In Italia la lentezza delle procedure autorizzative, dovute in parte alla eccessiva burocrazia ed in parte alla mancanza di personale – i grossi player del settore oggi sono costretti a lavorare con aziende di installazione spagnole e ad importare manodopera specializzata dall’Albania – stanno rallentando l’attività di realizzazione non solo dei grandi impianti, ma anche adesso dei più piccoli, rendendo improbabile il raggiungimento degli obiettivi. Per centrarli si dovrebbero installare quattro gigawatt all’anno. Tra gli altri ostacoli, la lentezza legata alla connessione degli impianti alla rete elettrica e l’intempestivo blocco deciso dal governo, dal 15 febbraio 2023, della cessione del credito di filiera al 50% sul fotovoltaico e al 60% sulle pompe di calore. Senza questa certezza si è bloccata la filiera del domestico, che dall’80% è sceso al 30%».

Leggi anche Rapporto statistico GSE: crescita inarrestabile per il fotovoltaico

Redazione

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