Fotovoltaici: da luglio i pannelli dovranno essere smaltiti correttamente. Altrimenti addio incentivi

riciclo e smaltimento pannelli solari

Dal primo luglio, per accedere agli incentivi, le aziende che producono o importano pannelli fotovoltaici dovranno garantire anche la corretta gestione dei moduli a “fine vita”. È quanto stabilisce l’articolo 11 (comma 6) del decreto ministeriale del 5 maggio 2011, ovvero il Quarto Conto Energia, come spiega una nota del COBAT, il Sistema Nazionale di Raccolta e Riciclo.



Per gli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio dopo il 30 giugno il soggetto responsabile dell’impianto dovrà trasmettere al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) il certificato che attesti l’adesione del produttore o importatore ad un sistema o consorzio che garantisca il riciclo dei moduli fotovoltaici al termine della loro vita utile“, recita la norma in questione, ed è la prima volta che la regolamentazione nazionale di accesso alle tariffe incentivanti sul fotovoltaico prevede espressamente tali garanzie. 

In Italia il fotovoltaico è la fonte rinnovabile ad aver registrato il maggiore sviluppo negli ultimi anni: tra i paesi UE il nostro è al terzo posto, dopo Germania e Spagna. Il legislatore, a fronte dei 13 GW attualmente installati in Italia, corrispondenti ad oltre 50 milioni di moduli fotovoltaici per un’estensione di oltre 100 km2, ed in vista dell’obiettivo di potenza fotovoltaica pari a 23 GW da raggiungere entro il 2016, ha ritenuto necessario regolamentare anche il fine vita di questi prodotti, adottando il concetto della “responsabilità estesa” del produttore previsto dall’art. 178-bis del Decreto “Testo Unico Ambientale”.

I contenuti del IV Conto Energia, in materia di garanzie del fine vita dei moduli fotovoltaici, anticipano la revisione della Direttiva 2002/96/CE sui RAEE ( il testo dovrebbe essere pubblicato entro l’estate), che  prevede l’inclusione dei moduli fotovoltaici tra le apparecchiature elettriche ed elettroniche inserendoli in categoria 4.

Per questo, nel pieno recepimento della nuova direttiva, i produttori egli importatori dovranno obbligatoriamente iscriversi al Registro AEE e garantire, tramite l’adesione ad un sistema di raccolta e riciclo anch’esso iscritto al Registro AEE, la corretta gestione dei moduli fotovoltaici a fine vita.

“Il primo – spiega il direttore generale COBAT Michele Zilla – è rappresentato dalla tracciabilità. Un sistema di raccolta e riciclo deve garantire che i moduli fotovoltaici immessi su mercato dai produttori siano correttamente tracciati in modo che risulti possibile conoscere l’esatto luogo nel quale sono stati installati, realizzando un censimento dei moduli effettivamente coperti dalla garanzia di corretta gestione quando giungeranno a fine vita“.

La seconda, invece, è la garanzia finanziaria che un sistema di raccolta e riciclo deve possedere  affinché sia assicurato, anche dopo molti anni dall’installazione dei moduli ed anche nel caso in cui un produttore o lo stesso sistema dovessero interrompere la propria attività, che vi siano fondi adeguati alla raccolta e al riciclo del rifiuto.

Per questo, COBAT è in possesso di una banca dati, che garantisce la tracciabilità e la geo-referenziazione di ogni modulo fotovoltaico immesso sul mercato ed entrato in funzione sul territorio nazionale, e ha realizzato un fondo di garanzia per assicurare adeguata copertura finanziaria alla dismissione dei moduli fotovoltaici immessi sul mercato, anche a distanza di 30 anni dall’entrata in esercizio del singolo modulo.

Roberta Ragni

FONTE | Greenbiz.it

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